Corriere della Sera, 25 gennaio 2020
A metà stipendio con Nadia Whittome
Una lezione semplice, molto chiara. In un Parlamento diventato nell’ultima legislatura il palcoscenico per gli imbrogli di Boris Johnson, Nadia Whittome terrà per sé meno della metà del suo stipendio annuale – per la precisione 35.000 sterline (41.000 euro), invece di 79.468 (94.000 euro) – e devolverà la differenza alle organizzazioni umanitarie attive nel suo collegio, Nottingham East, dove è stata eletta con una maggioranza schiacciante pur nella catastrofe del corbynismo. «Si tratta di una decisione personale, credo che sia un principio importante della democrazia, perché come laburista sono una rappresentante dei lavoratori. Certamente non voglio con questo biasimare i colleghi che incassano l’intera somma», ha raccontato al Guardian.
Per uno di quei curiosi casi della vita, non lontano dalla zona dove Nadia è nata ventitré anni fa, ha studiato e si è avvicinata alla politica arrivando poi fino a Westminster, c’è la foresta di Sherwood, il luogo rimasto legato all’eroe popolare che rubava ai ricchi per dare ai poveri. Ma non c’è niente di fantastico nella scelta di questa ragazza dal sorriso sereno, figlia di un immigrato del Punjab e di una donna anglo-indiana che l’ha allevata e sotto il cui tetto continua a vivere quando torna a casa da Londra. «Prendendo il salario medio di un lavoratore britannico, non mi dimentico mai da dove vengo e di chi rappresento gli interessi: nel mio collegio – sottolinea – il 42% dei bambini vivono in povertà».
Più in generale, le posizioni della «Baby of the House» -— come viene chiamata tradizionalmente la deputata più giovane nell’Aula dove l’ultraconservatore Jacob Rees-Mogg si è sfacciatamente sdraiato a riposare – sono interessanti. Secondo lei, per esempio, bisognava battersi per riuscire a imporre un secondo referendum e quelle celebrate nel dicembre scorso avrebbero dovuto essere le elezioni del cambiamento climatico e non della Brexit. Ma in un mondo dove gli scandali parlamentari sono un’abitudine (oppure, come è accaduto da noi, c’è chi vota per il taglio dei parlamentari e poi firma per abrogare la legge che ha votato) i gesti nobili sono ancora più importanti delle idee.