Corriere della Sera, 25 gennaio 2020
Un euro per salvare Taranto
C’era una volta una città compressa in un chilometro di lunghezza per 300 metri di larghezza. Circondata dal mare. Che alla fine dell’800, con la costruzione dell’Arsenale, raggiunse i 40 mila abitanti. Oggi è abitata da meno di tremila persone e l’amministrazione ha deciso di ripopolarla, cedendo immobili a 1 euro. Non è la prima volta che accade, l’Italia è piena di piccoli centri con offerte analoghe. Ma in questo caso l’iniziativa è della 17esima città italiana, Taranto. Che pur sfiorando i 200 mila abitanti, ha un cuore che non pulsa più da oltre quarant’anni, da quando nel 1975 il crollo di una palazzina in Vico Reale distrusse un’intera famiglia, dando via al fuggi fuggi dal Borgo antico.
Adesso Taranto ha deciso di ridare vita al suo cuore, un insieme di vicoli angusti con abitazioni pericolanti: la Città vecchia. Collegata al resto della città con due ponti, il «girevole» e quello «di pietra». Presidiata dal Castello Aragonese e dal Municipio, con al centro la Cattedrale di San Cataldo. «Quello è il cuore di Taranto – spiega il regista Sergio Rubini che nella città dei due mari ha girato il suo ultimo film Il grande spirito — e senza il cuore un luogo non può vivere. I centri storici sono la memoria delle città e, al di là dell’Ilva, Taranto non può che ripartire dal centro storico, come già hanno fatto altre città pugliesi».
E infatti l’obiettivo dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Rinaldo Melucci è riportare sull’Isola 25 mila abitanti. «È il nucleo da cui deve ripartire Taranto – spiega l’assessora al Patrimonio e alle Politiche abitative, Francesca Viggiano —, non vogliamo più che la città venga associata solo all’Ilva, ma che abbia uno sviluppo alternativo». Un’idea che piace anche a Roma: il Mibact ha assegnato a Taranto 90 milioni per il centro storico. Una pioggia di denaro che di certo aiuterà, con il potenziamento dei servizi di acqua e fogna e il rifacimento dei waterfront e altre infrastrutture, la rinascita della Città vecchia. Per la quale, però, l’amministrazione comunale vuole partire dalla più modesta cifra di 1 euro. Lo scorso 9 gennaio, infatti, il Comune ha annunciato la prossima pubblicazione di un bando per la cessione di immobili pubblici a questa cifra simbolica. E grazie al tam tam dei social è bastato il semplice annuncio per suscitare interessi anche da lontano. «Mi sono già arrivate – spiega Viggiano – numerose mail: in particolare una richiesta di informazioni da New York e altre da Milano e Roma». Le risposte ai quesiti arriveranno con il bando, che sarà pronto nel giro di 15 giorni. Ma l’amministrazione ha già fissato alcuni paletti: per evitare speculazioni, chi rileverà l’immobile dovrà dimostrare di viverci dopo averlo restaurato a proprie spese oppure adibirlo a casa vacanza o a residenza universitaria, senza poterlo vendere. E le procedure per il restauro (nel rispetto dei vincoli della soprintendenza) dovranno essere avviate entro due mesi dalla cessione della titolarità degli immobili.
Gli appartamenti comunali sull’Isola sono circa 1.300. «Per ora partiremo con i primi tre palazzi – conclude l’assessora – dai quali si possono ricavare 15 unità abitative, per ciascuna delle quali la richiesta simbolica è di 1 euro: due immobili sono su Postierla Immacolata, traversa di Via Duomo, nei pressi di palazzo Delli Ponti, l’altro di fronte a palazzo d’Ayala. È realistico immaginare che i costi di ristrutturazione vadano da 300 a 800 mila euro per l’intero edificio cielo-terra». Se l’esperimento andrà bene, l’iniziativa si allargherà ad altri edifici. E se le richieste saranno numerose, verranno scelte quelle con più impatto sullo sviluppo economico, fine ultimo dell’amministrazione. Che dopo l’insediamento della facoltà di Giurisprudenza, della caserma dei Carabinieri e di numerose attività commerciali su Via Duomo, vuole riportare i tarantini nel Borgo antico. Perché la rinascita dell’Isola possa diventare una favola da raccontare.