la Repubblica, 24 gennaio 2020
Finlandia senza sci di fondo per il caldo
Calcio in Italia, baseball negli States, Jiu-Jitsu in Giappone. Ogni paese ha uno sport in cui si identifica la sua anima. Ma il cambiamento climatico colpisce la tradizione di uno dei paesi piú civili, avanzati e sportivi del mondo: la Finlandia, patria e campione di sci di fondo e hockey su ghiaccio (discipline che lì si praticano fin da bambini) e di ogni sport invernale: dal salto al pattinaggio. Per fortuna, la 34enne, popolare premier Sanna Marin, col governo guidato da lei e altre quattro leader donne, si pone obiettivi severissimi. Il paese deve diventare “carbon-neutral” entro il 2035, in appena 15 anni. Bisogna farcela con ogni mezzo, per le generazioni future, dice. E sottolinea: ambiente e difesa del clima sono priorità strategiche, il mondo intero dovrebbe capire che non sono un costo bensì un investimento, nuovi lavori, una nuova crescita. La carbon tax in vigore dal 1990 non basta, occorre più coraggio.
“Inverno nero”, lo chiamano i finlandesi: senza neve fino al nord, alla Lapponia. Nero appare dall’aereo il paesaggio finnico di boschi e laghi, quando la neve non c’è piú. Addio ai sei mesi d’inverno bianco ovunque, nella Finlandia classificata da Eurostat come paese col massimo numero di cittadini che praticano sport in rapporto alla popolazione: il 54,1 per cento contro il 17 per cento degli italiani. Primo fra tutti, sci di fondo e hockey su ghiaccio. Certo, i finlandesi sanno primeggiare in ogni sport. In atletica ebbero Paavo Nurmi e Lasse Virén, in formula uno vantano Mika Häkkinen e Kimi Räikkönen. Ma gli sport invernali sono da sempre i preferiti. Soprattutto grazie a fondisti come il leggendario Eero Mäntyranta, Marja-Liisa Kirnesniemi, Helena Takalo, Sami Jauhojärvi e tanti altri.
Avranno eredi? Molto dipende dal futuro del clima. Con l’inverno nero, piste e impianti nel sud e sudovest, le zone più popolate della Finlandia, non sono praticabili. In passato erano affollatissime dai fondisti Kokonniemi-Porvoo, Espoo, Usimaa e Munkkiniemi presso Helsinki, Mustavuori non lontano da Tampere, o piste a Lahti, cento chilometri dalla capitale. Oggi la frontiera della neve divide il sud popolato e “nero” dalle zone bianche (40 gradi di differenza di temperatura) dal nord del Golfo di Botnia alla Carelia settentrionale. L’inverno nero è il più caldo da almeno cento anni.
Addio a fondo e hockey su ghiaccio, dunque? Vedremo. I finlandesi resistono a tutto, lo mostrarono nella guerra d’inverno umiliando l’oceano umano aggressore dell’Armata rossa, o ricostruendo dopo il ‘45 senza piano Marshall. Da Helsinki a Tampere i centri sportivi indoor registrano il tutto esaurito, altri si danno a jogging o camminata nordica. Molti vanno a fare sport nel Nord dove si attende un boom, dicono gli esperti di turismo. Ma meno sport invernali possono aumentare le depressioni, fino a più spese mediche per 800 milioni di euro. Ha ben ragione Sanna Marin a parlare di investimenti, non costi.