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 2020  gennaio 23 Giovedì calendario

In Libia si rischia il collasso della produzione di petrolio

In Libia «c’è il rischio» che «entro pochi giorni» la produzione di petrolio precipiti ai livelli più bassi dalla caduta di Muammar Gheddafi nel 2011. L’allerta arriva dal capo dell’agenzia petrolifera libica, Mustafa Sanalla, in una intervista al Financial Times. Si prevede che a causa del blocco dei terminal petroliferi nell’Est libico ordinato da Khalifa Haftar la produzione dei pozzi possa arrivare a «72mila barili al giorno». «La situazione peggiora di giorno in giorno, i blocchi sono illegali e vanno rimossi», avverte Sanalla.

RIPRENDONO I VOLI DA MITIGA Nel frattempo, il governo di Tripoli ha deciso di riprendere i voli dall’aeroporto Mitiga sfidando la no-fly-zone imposta dal generale Haftar sulla capitale libica. La «ripresa del movimento di navigazione aerea all’aeroporto internazionale di Mitiga a partire da oggi, giovedì 23 gennaio 2020» e l’«incarico al ministero dei Trasporti di prendere le misure necessarie a questo fine» sono stati annunciati da un comunicato del Consiglio presidenziale del governo di accordo nazionale pubblicato su Facebook.

L’APPELLO DI TRIPOLI ALLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE «Il Consiglio presidenziale del governo di accordo nazionale ha tenuto una riunione straordinaria e ha annunciato ciò che segue», premette il comunicato annunciando la ripresa dei voli. «All’inizio della riunione è stato messo l’accento sulle minacce chiare e pubbliche per la navigazione aerea e per il movimento dell’aviazione civile dichiarate dal portavoce ufficiale delle forze d’aggressione», viene aggiunto con riferimento ad Ahmed al-Mismari e alle milizie del generale Haftar. Tali minacce «rappresentano un premeditato crimine di guerra», si afferma nella dichiarazione che «ricorda» alla «comunità internazionale le sue responsabilità» in base ad «accordi» e trattati internazionali «sulla protezione dell’aviazione civile, degli aeroporti» e di tutte le strutture civili.