Avvenire, 23 gennaio 2020
Decreti sicurezza, nel 2020 80mila irregolari in più
Aumentano gli immigrati irregolari. E crescono lavoro nero, prostituzione, manovalanza criminale. A fine 2020 in Italia i decreti sicurezza – voluti dall’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini – produrranno circa 80mila irregolari in più. Che non potranno essere espulsi, per i costi proibitivi di un’operazione del genere, ma ancora di più per la mancanza di accordi di riammissione coi paesi di origine. Comunque, senza questi ostacoli, per ’rispedirli a casa’ – per usare un facile slogan populista – servirebbero 90 anni.Sono i risultati più evidenti dei due decreti convertiti in legge, la 113/2018, dalla maggioranza giallo-verde del governo Conte 1, come emerge dalla ricerca I sommersi dell’accoglienza di Amnesty International Italia. «Servono radicali modifiche ai dl sicurezza – è la richiesta di Amnesty – se non l’abrogazione». Perché sono decreti il cui effetto reale, al di là della propaganda afferma il dossier – provocheranno «entro il 2020 il raddoppio del numero di immigrati irregolari in Italia, che potrebbe superare quota 670mila, più del doppio rispetto ad appena cinque anni fa, quando gli irregolari stimati erano meno di 300mila».Come è possibile? «Con il taglio dei finanziamenti per i piccoli e i grandi centri dedicati alla prima accoglienza, i servizi per l’inclusione non rientrano più tra le spese sostenibili. I nuovi bandi infatti – sostiene la ricerca – non garantiscono più l’insegnamento della lingua italiana, il supporto alla preparazione per l’audizione in Commissione Territoriale per la richiesta di asilo, la formazione professionale e la gestione del tempo libero. Fortemente ridimensionata l’assistenza sanitaria».
I decreti sicurezza hanno prodotto insomma tagli pesanti agli interventi per l’integrazione: tra il 25% e il 39% in meno dei fondi destinati ai bandi per i Centri di accoglienza straordinaria, riduzione delle ore e del personale tra il 30% e il 70%, (niente più psicologi, meno assistenti sociali e mediatori culturali). E poi la cancellazione del permesso di protezione umanitaria e il divieto di accesso al sistema Sprar ai richiedenti protezione internazionale.
Una riorganizzazione dell’accoglienza presentata come essenziale per la sicurezza. Il risultato invece è un pericoloso processo di «infragilimento» – secondo i ricercatori – dei richiedenti asilo e rifugiati, «con un aumento notevole del numero degli irregolari, invisibili e senza diritti». La ricerca ha analizzato normativa, capitolati d’appalto, inchieste giudiziarie recenti e 25 testimonianze. «I processi dimostrano l’aumento di vittime di sfruttamento e di attività criminali». E il sociologo Marco Omizzolo parla di «preoccupante processo di ’sterilizzazione’ del diritto di asilo, operato per via governativa, nemmeno parlamentare». Amnesty ribadisce quindi la necessità di «un sistema di accoglienza ragionato, non dettato da una politica orientata a bloccare persone in fuga da guerre, terrorismo e persecuzioni».