Il Messaggero, 23 gennaio 2020
Riesumata la salma di Alessandro Farnese
Alessandro Farnese, terzo duca di Parma e Piacenza, figlio di un nipote di papa Paolo III e di una figlia naturale dell’imperatore Carlo V, grande generale per gli spagnoli, muore improvvisamente di una polmonite nel 1592, a soli 47 anni, ad Arras, in Francia. Ma è successo proprio come dice la storia? Il personaggio era potente e scomodo; e se fosse stato avvelenato? Per riuscire a scoprirlo, a Parma è stata riesumata la salma, che adesso sarà sottoposta a tutti gli esami del caso; visto che nella città è la loro sede, pure quelli del Ris dei carabinieri. Anni fa, lo stesso accadde per Cangrande della Scala, pure lui un altro condottiero, signore di Verona nel Trecento, defunto all’improvviso pure lui: e si scoprì che era stato, appunto, avvelenato. A Parma, per il Farnese si è costituito un comitato e due giorni fa è stata aperta la bara alla Steccata: santuario del Cinquecento splendidamente affrescato dal Parmigianino.
IL SARCOFAGO
Nel sarcofago in marmo, che da 200 anni stava nella cripta e contiene anche la moglie Maria del Portogallo, è stata trovata una cassa in piombo, subito portata all’Istituto di medicina legale, sotto debita scorta. E si è scoperto che ne conteneva un’altra, in legno. Dentro, i resti dei due sposi. Quelli del duca ora saranno debitamente analizzati. Una tra le fautrici della riesumazione, Anna Zaniboni Mattioli (nipote del celebre pittore Carlo), spiega che il «più importante personaggio della storia parmigiana», era «l’uomo chiave di Filippo II di Spagna; ha fondato il Belgio moderno e vinto una serie di battaglie che hanno fatto la storia; un genio militare unico nel suo genere, oltre che un politico illuminato»; ma aveva anche parecchi nemici: «Era l’uomo più scomodo d’Europa». Da qui l’idea (per ora, non ci sono troppi indizi) che possa essere morto per cause non naturali. Così, divenuto un «cold case», il duca di Parma dal 1586 (ma che non governò mai incaricandone il figlio Ranuccio, allora di 17 anni), è stato scomodato ancora una volta.
Lo avevano sepolto a San Pietro martire, distrutta (1813) per ampliare il palazzo della Pilotta; la cripta è di 10 anni successiva, e l’ha voluta Maria Luigia d’Austria. Nel suo monumento è effigiato con i baffoni e il Toson d’oro, che gli fu conferito insieme al regalo della città di Piacenza. In onore delle sue battaglie, da Lepanto in poi: dopo le Fiandre, le sue ultime furono in Francia, sempre per ordine di Filippo II. Libera dagli assedi Parigi e Rouen, è pure ferito. Madrid lo accusa però di slealtà. All’improvviso, muore in un monastero. Già, defunge: ma perché?