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 2020  gennaio 22 Mercoledì calendario

A Parigi si litiga per le auto vicino alle scuole

La via accanto al Centre Pompidou alle 8 del mattino è bloccata da bambini e genitori con i cartelli «la strada è nostra», «prudenza, bambini che respirano» e le bandiere verdi degli ecologisti. Chiedono di trasformare in area pedonale la zona vicino alla scuola Saint Merri Renard, la più inquinata di Parigi, e le strade intorno ad altri 300 istituti della capitale, per cominciare. La nuova richiesta anti-traffico rende ancora più furibondi gli automobilisti, già vessati da piste ciclabili e lungo Senna riservati a skateboard, monopattini e ristoranti, ma la sindaca Anne Hidalgo lo ha promesso: «Se sarò confermata, vieterò alle auto le strade vicino alle scuole». 
La questione del traffico e dell’inquinamento è diventata centrale nelle prossime elezioni municipali del 15 marzo, che si svolgono in tutta la Francia e che a Parigi vedono una inaspettata rinascita della divisione destra-sinistra, archiviata ai tempi del macronismo trionfante. Alla presidenziale di quasi tre anni fa Macron nella capitale fece il pieno: quasi il 35% dei voti al primo turno (24 su scala nazionale) e un clamoroso 90% (66 in tutta la Francia) al ballottaggio. 
Però oggi l’uomo di Macron a Parigi, l’ex portavoce del governo e ministro Benjamin Griveaux, è solo terzo nell’ultimo sondaggio Ifop, complice la candidatura di Cédric Villani, il matematico dissidente di En Marche. 
Un po’ per meriti propri e un po’ per le difficoltà dei rivali, ecco l’inedito duello al vertice tra due donne di lungo corso politico: la sindaca uscente di sinistra Anne Hidalgo, 60 anni, e l’ex ministra di destra Rachida Dati, 54. Nella città più dinamica della Francia, cuore della «start-up nation» sognata da Macron, tornano a sfidarsi due tradizioni politiche che sembravano non esistere più o quasi: la gauche di Hidalgo, erede di un partito socialista pressoché scomparso, e la destra gollista di Dati, sostenuta da quei Républicains che a livello nazionale faticano a non farsi sommergere da Marine Le Pen. 
In questi anni Hidalgo si è attirata molto odio, ben riassunto dall’avversaria Rachida Dati: «Una mattina ti svegli, e scopri che sotto casa ora c’è una pista ciclabile!», dice, ancora incredula, la candidata della destra. Ma è proprio per questo che la sindaca di sinistra ha buone speranza di essere riconfermata: l’idea di restringere sempre di più le zone dove le auto sono ammesse ha fatto scandalo all’inizio del mandato, ma i frutti cominciano a vedersi ora, con timing perfetto, a meno di due mesi dal voto. 
Dopo anni di cantieri – oltre 6.000 in tutta la città – che hanno provocato ingorghi colossali e non sono ancora finiti, i parigini si stanno abituando alla nuova capitale. Sette grandi piazze, dalla Bastiglia a place d’Italie, vengono riadattate per dare più spazio ai pedoni e meno alle auto, e le contestate piste ciclabili – 1.000 chilometri già operativi – hanno dimostrato la loro utilità durante i 46 giorni consecutivi di sciopero dei trasporti pubblici. L’uso delle piste è triplicato, e il ricorso ai monopattini elettrici è destinato a restare, anche dopo la ripresa di autobus e metropolitana. 
«La mobilità alternativa» tanto cara a Hidalgo si sta lentamente affermando. Dati però la accusa di privilegiare i benestanti del centro, che possono andare al lavoro sfrecciando in trottinette, e di dimenticarsi dei pendolari della periferia, per i quali nessuno ha pensato a soluzioni alternative. «Hidalgo e la sinistra continuano a tutelare i ghetti dei ricchi – dice la rivale di destra —, ma solo io sono andata a visitare “la collina del crack” di porte de la Chapelle dove regnano droga e prostituzione». Dati, pur sindaca del ricco e chic VII arrondissement, dice di rivolgersi alla «Parigi popolare». Hidalgo continua a scommettere sulla guerra alle auto: scuole vietate al traffico e lo slogan-obiettivo di una «Parigi 100% bici».