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 2020  gennaio 22 Mercoledì calendario

Intervista a Levante

Levante lei sarà in gara al Festival con TikiBomBom ma intanto si è fatta un’opinione su tutte queste polemiche pre Festival? Iniziamo da quella sul presunto sessismo di Amadeus.
«Certo che mi sono fatta un’opinione e ricordo anche la polemica sul numero di donne al Festival che trovo sterile perché bisognerebbe parlare con i dati alla mano. Se alle selezioni si sono presentate meno donne che uomini è successo quello che doveva succedere. E poi sono contro le quote rosa perché se devo pensare che mi hanno presa al Festival solo perché si deve garantire una quota e non perché sono brava mi intristisce e mi arrabbio pure. Amadeus l’ho conosciuto ed è una persona lontanissima dal sessismo. Il problema semmai sta nel linguaggio comune che deve cambiare. Ama ha detto una frase infelice? E’ vero, ma metterlo in croce non mi sembra il caso. Sono contraria al mettere le persone all’angolo e qui sta avvenendo questo, forse anche per altri motivi».
E per quanto riguarda Junior Cally e i testi di tanti pezzi Trap o Rap dei quali si parla come se solo oggi, qualcuno, si fosse accorto dei linguaggi usati dagli artisti che fanno quei generi?
«Junior Cally ha un linguaggio molto esplicito e a tratti violento, ma il rap lo conosciamo dagli Anni 80 e nel 2001 Eminem fu invitato come super ospite con testi molto più forti di quello, andate a tradurvi Stan, il suo singolo più famoso e poi ne parliamo. Mi sembra che l’attenzione si stia focalizzando sulla questione femminile anche in maniera offensiva per chi viene veramente discriminata. Non sono i testi di Junior Cally a dover creare una polemica di questa portata. Dovremmo parlare con lo stesso vigore di problemi ben più importanti». 
TikiBomBom, il pezzo che porta in gara quest’anno, è una delle composizioni più ispirate che lei abbia mai scritto.
«Non credevo di poter scrivere un pezzo così. Il 4 ottobre è uscito l’album Magmamemoria e quando mi è stato proposto di partecipare al Festival ho pensato che se non avessi avuto il brano giusto non avrei accettato. Poi un giorno mi è capitato di incontrare e parlare con delle persone per niente omologate e ho capito istantaneamente che la loro diversità era una ricchezza. Ho così condiviso quella diversità e l’ho confrontata con la mia, facendone una carta distintiva. La canzone è una lettera a quelle persone e guarda caso, è diventata un inno alla questione di genere». 
Magmamemoria MMXX è il titolo che ha scelto per il repackaging del suo ultimo disco che ripubblicherà il 7 febbraio. 31 brani, 4 bonus tracks, il live registrato al Forum di Assago lo scorso 23 novembre. Era il suo primo palazzetto, com’è andata? 
«E’ stata forte quella roba lì. Ci penso spesso. Sono apparsa sul palco voce e chitarra, è stato potente però l’ho vissuta con grandissima ansia perché ero molto concentrata; solo verso la fine sono crollata in una sorta di pianto liberatorio, ero in cima alla passerella e mentre suonavo Arcano 13 ho iniziato piangere. Forse solo lì mi sono resa conto che avevo finito e ce l’avevo fatta. Quella sera tutto è accaduto quasi senza prove, d’istinto».
In Magmamemoria MMXX ci saranno parecchie canzoni d’amore. 
«Autentiche colonne sonore che servono per fare da cornice ai libri che ho pubblicato: Questa è l’ultima volta che ti dimentico e Se non ti vedo non esisti. La musica è stata la conseguenza. Le note sono arrivate là dove sapevo che mi avrebbero portato le parole già scritte come, per esempio, in Antonio».
Canzone dedicata proprio al suo ex fidanzato Antonio Diodato con cui ha vissuto una storia d’amore di due anni e, anche lui, sarà in gara al prossimo Festival.
«Sono contenta perché so che ho un amico in più nel cast, abbiamo avuto una bellissima storia d’amore che si meritava una bellissima canzone d’amore. Per il resto vedo un Festival potente e al di là di quello che si dice sarà visto in tutto il mondo da milioni di persone. Lo sto vivendo con molta serenità e non sento la gara. Tra l’altro le racconto una cosa che non avevo mai considerato: il bello dell’incontro con gli altri artisti. Quando eravamo tutti insieme, nei camerini della Rai prima della trasmissione di Rai1 del 6 gennaio, mi sono sentita parte di qualcosa di fighissimo. Ho chiacchierato con Rancore, Junior Cally, Bugo e ho capito che una manifestazione così ti fa incontrare gente che diversamente non incontreresti mai. Quando ti ritrovi in quelle situazioni ti rendi conto che si è tutti molto simili nelle proprie forze, nelle fragilità ed è bellissimo».