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 2020  gennaio 21 Martedì calendario

Periscopio

Nei cromoprogrammi abbondano le smaglianti cromature. Dino Basili, Uffa news.
La guerra serve per fare la pace. Altrimenti è follia criminale. In Italia tutto ciò non è ovvio. Consideriamo guerra e politica come attività opposte. Lucio Caracciolo. Repubblica.

Mi tengo in disparte nella casa-museo di Milano e confesso di amare la solitudine, che può essere una magnifica compagna. Gavino Sanna, pubblicitario (Paolo Baldini). Corsera.

Stefania Craxi, incontrando il segretario del Pd, Zingaretti, gli ha detto: «Sei vivamente invitato ad Hammamet. Vieni?». Zingaretti si è preso qualche giorno e ha fatto conoscere la sua risposta nel corso di uno dei tanti convegni del Pd: «Va aperta la riflessione storica e politica su questa personalità. E credo che a questo percorso di riflessione bisognerà partecipare, ognuno con le proprie idee. È questo il modo di stare in questo tempo, non ritornando a voglie di celebrazioni o di veti. È una discussione che credo sia matura da fare». Espressioni non sufficientemente chiare che hanno suggerito ai cronisti una domanda: «Lei andrà ad Hammamet?». E Zingaretti ha risposto: «No, no». Fabio Martini. La Stampa.

Con Repubblica ho un rapporto privilegiato. Io spedisco la vignetta che mi sento di fare quel giorno e non sono obbligato a seguire dei temi suggeriti dalla redazione. Questo è un grandissimo vantaggio. Altan (Simonetta Fiori). la Repubblica.

Seguivo la Rai da Lugano. Delle sue trasmissioni mi piacevano Sfide, novità di Rai 3 degli anni Novanta, per la sua tensione narrativa, e Virus di Nicola Porro, bell’esempio d’informazione imparziale. Infatti fu chiuso. Marcello Foa, presidente della Rai (Stefano Lorenzetto). Corsera.

Il battesimo della lista forzista per l’Emilia Romagna ha per scenario un hotel che, nell’altra sala, ospita una convention di islamici moderati, i corridoi pullulano di musulmani in veli e caffettani, e anche loro devono subire l`irruenza sgarbiana: «Cos`è questo, il Corano? Fammi vedere cosa dice... ah ecco, il 26 gennaio vince il centrodestra, perfetto!». Luca Fazzo. Il Giornale.

Sbeffeggiato dai taxisti romani mi rivolgo, per protestare all’amministrazione che li controlla. Giunto a casa, voglio denunciare ai vigili il rifiuto ricevuto all’aeroporto di Ciampino di trasportarmi secondo tariffa. Telefono al numero verde del Comune di Virginia Raggi, 060606, per conoscere il reparto competente di polizia urbana. L’operatore 2179 assicura che l’aeroporto non dipende da Roma ma dal comune a sé di Ciampino. Telefono al suddetto comune che garantisce di non avere nulla a che fare con l’aeroporto, di esclusiva competenza romana. Rifaccio lo 060606 e riferisco all’operatore 2228. «Ci penso io», dice e mi collega con l’Agenzia della mobilità. Il disco dell’Agenzia elenca 6 menu e premo il 4, che ha qualche assonanza col caso mio: licenze taxi. Dopo 10 squilli, il disco mi consiglia di lasciare il numero telefonico e sarò richiamato. Ho ripetuto l’operazione per 6 giorni, 4 volte al giorno. Mi sono perfino preso una mezza cotta per la voce femminile che ripete flautata: «Graaazie per avere lasciatooo il suo numeroo». Sono ancora in attesa. Giancarlo Perna. LaVerità.

Arrivai a Pannunzio, il mitico direttore de il Mondo, tramite Elio Nissim che viveva a Londra e conosceva tutti. Vide i miei lavori fotografici e si offrì di mettermi in contatto con Pannunzio. Andai a trovarlo in redazione a Roma. Gli mostrai il book delle foto e cominciò a sfogliarlo. Poi alzò gli occhi e disse che da quel momento mi dovevo considerare un fotografo del Mondo. Emozionato gli chiesi cosa ci trovava in quegli scatti. Non hanno bisogno di didascalie, mi disse. Lorenzo Capellini, fotografo (Antonio Gnoli). la Repubblica.

Bruno Bozzetto dice di aver preso l’istinto del disegno e della prospettiva dal nonno materno, un pittore bergamasco dell’Ottocento, Girolamo Poloni, che dipingeva Madonne, angeli e Gesù Cristi. Ma se l’istinto è quello, l’ispirazione è un’altra, anche perché Bruno Bozzetto è un uomo del Novecento, che sin da giovane ha respirato cinema, fumetto e cartoon. A ottant’anni suonati (in marzo), porta la sua età e il suo passato con leggerezza e con occhi chiari da ragazzo. Il grande studio di For Fun Media, in un cortile vecchia Milano, è frequentato da una cinquantina di giovani, tra cui i suoi figli Andrea e Fabio, che hanno superato i 40. Fabio Onorati, la Repubblica.

Al di là di qualsiasi retorica buonista, mio padre Mario Rigoni Stern ebbe sempre ben chiaro un concetto, che la pace è soprattutto un lavoro, e un lavoro molto duro, anche più della guerra, perché la pace non è il dolce far niente, il lasciar correre, l’ozio dei popoli, ma al contrario è l’impegno specifico attraverso il quale l’uomo innesta la propria azione in quella della natura, e ne completa il disegno, fruendo saggiamente delle sue risorse e governandola. Gianbattista Rigoni Stern (Gian Antonio Stella). Corsera.

Il capo dei servizi sportivi se vuol fare colpo sull’ultimo amichetto che ha attirato nel suo ufficio pieno di foto e di trofei, chiama il fattorino Carluccio e gli ordina: «Fammi il piacere, telefona a Gorbaciov e digli che domani sera non posso andare a cena da lui»; oppure: «Va da quello stronzo del direttore e dagli uno schiaffo per conto mio». E Carluccio risponde: «Senz’altro, dottore». Guglielmo Zucconi, Il cherubino. Camunia, 1991.

È in certi itinerari a piedi che si intraprendono a Capri per scovare le case dei vari personaggi che vi abitarono fra Otto e Novecento, arrampicandosi fino ad Anacapri che affiora adesso una Capri diversa... È tutto un po’ morboso. Il fascino ossessivo è dovuto ai ricordi di un’epoca, alle stigmate di figure che vissero dietro cancelli ora sprangati. Guardando attraverso le grate, si scorge una natura selvaggia e abbandonata. Che, di notte, spaventa e fa paura. Mauro Cicala, scrittore. il venerdì.

Il Cristianesimo, almeno in Europa, perde sempre più fedeli. Ma il Vaticano resta al centro del mondo, e dell’attenzione di tutti. È una cosa che attiene al mistero del più antico Stato del pianeta che ha dato prova di una capacità di sopravvivenza bimillenaria. Penso che tutti, anche la gente non religiosa, siano incantati dal grandissimo senso dello spettacolo insito nella Chiesa, che Bergoglio ha solo in parte ridimensionato. Senso dello spettacolo, non spettacolarizzazione. Cioè un senso della forma che resiste e che per moltissime persone rappresenta un’ancora di salvezza, un approdo. Paolo Sorrentino (Luigi Mascheroni). Il Giornale.

Prodi, il contabile di Berlino. Roberto Gervaso.