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 2020  gennaio 20 Lunedì calendario

Lo slalom impossibile nella Sicilia dei cavilli

Ci sono la neve, le strutture e un mercato turistico con un potenziale importante, ma gli impianti della stazione sciistica di Piano Battaglia, sulle Madonie in provincia di Palermo, restano chiusi. La stagione di quest’area, con cinque chilometri di piste, in uno degli ambienti più suggestivi d’Europa, si può dire definitivamente archiviata. Quella che andiamo a raccontare è una storia di speranza e caparbietà imprenditoriale disincentivate da un imponente muro burocratico.
Una storia che parte nel 2009 con il progetto di riavviare gli impianti storici delle Madonie. Una storia costellata da lentezze e errori che appaiono madornali e decisivi. L’impianto di risalita viene realizzato con un cofinanziamento pubblico-privato, una sorta di project financing, dalla Piano Battaglia srl: il valore degli impianti è di tre milioni (al netto di Iva e altri oneri) di cui 600mila euro investiti dalla Piano Battaglia srl e il resto messo a disposizione dall’Unione europea. Insomma, il modello sembra quello giusto: a guidare l’operazione la Città metropolitana di Palermo (che ha preso il posto della Provincia). Viene stipulato un contratto con la Piano Battaglia srl per la gestione degli impianti di risalita ma in quel contratto non viene inserita la manutenzione e la gestione delle piste. Un vero problema, anzi il problema dei problemi perché, spiega Antonio Catalano rimasto unico socio della Piano Battaglia, «la legge 363/2003 prevede che nelle aree sciistiche attrezzate vi sia un unico gestore per le piste e gli impianti di risalita». 
Dal 2017, anno di riapertura degli impianti, all’anno scorso la Città metropolitana di Palermo ha affidato la manutenzione delle piste alla stessa società che gestisce gli impianti di risalita: «Lo abbiamo fatto – dice Catalano – e ci è costato parecchio: il primo anno abbiamo perso 137mila euro, il secondo 231mila e il terzo 289mila euro. Così abbiamo chiesto di regolarizzare il tutto, prevedendo costi e ristoro per la gestione delle piste: un lavoro che costa 300mila euro l’anno». Anche per poter programmare meglio visto che la gestione deve (ma sarebbe meglio dire a questo punto dovrebbe) durare 29 anni. Ma a questo punto, come direbbero a Palermo, si sono fermati gli orologi per dire che si è arrivati alla paralisi: la proposta della Piano Battaglia non è stata accettata e la Città metropolitana ha avviato la gara per affidare a un’altra impresa la manutenzione delle piste. «Noi non possiamo partecipare – dice Catalano -, la legge dice che il gestore deve essere unico ma lo dice anche la nostra assicurazione». Il primo effetto di questo braccio di ferro tra la Piano Battaglia srl e la Città metropolitana è stato il licenziamento di 18 persone.
La gara, cui sono state invitate 113 aziende, è andata avanti. Ad aggiudicarsi i lavori un’azienda che si occupa di pavimentazione stradale: «Noi non mettiamo in dubbio la capacità di questa azienda. Ma una cosa è asfaltare strade, un’altra è fare la manutenzione di una pista a 1600 metri di altitudine e sotto la neve» dice Catalano. Il quale ha già fatto partire una diffida ma non si arrende: «Quest’anno gli impianti restano chiusi. L’assicurazione con noi è stata chiara: se anche qualcuno dovesse avere la gestione delle piste loro darebbero immediatamente disdetta del contratto con noi». Un danno enorme per l’intera area: secondo alcuni calcoli il valore dell’indotto (che in questo caso viene a mancare) è di almeno tre milioni senza considerare eventuali investimenti e i costi in termini di fiducia: «Siamo partiti in 5, poi siamo diventati 14, e infine gli altri di fronte a tante difficoltà sono scappati» conclude Catalano.
Dal canto suo la Città metropolitana di Palermo con una nota precisa che «La Regione siciliana non ha ancora recepito la legge 363/2003, né tantomeno ha adottato misure per definire tutti gli aspetti legati alla gestione degli impianti e dell’area sciabile né ha definito i rapporti finanziari legati alla gestione» affidando ogni speranza a un tavolo tecnico. Si vedrà.