la Repubblica, 19 gennaio 2020
Il primo ologramma a un festival rock
Il programma Vocaloid le ha dato una voce perfetta, l’animazione del videogioco Project Diva ha disegnato per lei il look ideale, con quelle lunghe trecce acquamarina e gli occhioni azzurri, poi la sua prima versione in inglese nel 2013 ne ha fatto una diva internazionale. Dopo aver fatto registrare il tutto esaurito nei teatri di mezzo mondo, ora Hatsune Miku, la cantante animata nata nei laboratori della giapponese Crypton Future Media, si appresta a conquistare il pubblico di uno degli appuntamenti musicali più importanti d’America, il Festival di Coachella in California, ed è la prima volta che una diva androide “sale” sul palco di un importante evento rock: il 10 e il 17 aprile il pubblico del Coachella canterà in coro seguendo i vocalizzi di una voce che sembra vera ma è soltanto un campionamento, una voce sintetizzata all’interno dei circuiti digitali di un computer.
Il nome di Hatsune Miku significa “una voce dal futuro”, il suo successo ha portato milioni di dollari nelle casse della Crypton Future Media. La sua carriera viene da lontano: Hatsune Miku ha già tenuto concerti a New York e Los Angeles e nel 2014 ha aperto i concerti di Lady Gaga nel tour nordamericano; un suo pezzo è stato remissato da Pharrell Williams e nella sua lista di esibizioni pubbliche non poteva mancare il Late Show allora ancora guidato da David Letterman.
Gli artisti vocaloid non sono più soltanto un fenomeno della cultura giapponese, dove sono decine, giunti ormai alla quarta generazione, ma si stanno diffondendo sempre più nella cultura pop globale: ormai spuntano vocaloid anche in Europa come Bruno e Clara, nati nel novembre 2011 per iniziativa della società spagnola VoctroLabs. Quello di Hatsune Miku non è il primo caso di un musicista androide o anche ologramma digitale. Prima della cantante giapponese il rock ha conosciuto le performance dei Gorillaz, la band virtuale ideata dall’ex Blur Damon Albarn e dal disegnatore Jamie Hewlett: sin dal loro concerto di debutto a Manchester, i quattro musicisti della band salgono sul palco sotto forma di ologrammi. In una loro celeberrima esibizione, agli Mtv Awards di Lisbona del 2005, hanno interagito sul palco con Madonna ma per quello stesso duetto ripetuto ai Grammy Awards del 2006 la star in carne ed ossa è stata sostituita da un suo ologramma, segno di una tecnologia ormai matura per essere utilizzata nei concerti.
A qualche anno dalla prima esibizione sul palco di un ologramma, in quel caso si trattava di Tupac Shakur con Snoop Dogg e Dr. Dre, nel 2012, al Coachella quest’anno tocca a Hatsune Miku: dall’ologramma di un artista esistito ald un personaggio completamente virtuale. Le esibizioni di artisti la cui immagine è stata ricreata al computer sono diventati una realtà: accompagnata da una band live e da ballerine con coreografie di Fatima Robinson sta per approdare in Italia l’ologramma di Whitney Houston.
Il tour “An Evening With Whitney: The Whitney Houston Hologram” partirà il 23 marzo dal Teatro degli Arcimboldi di Milano e prevede una scaletta con i più grandi successi della cantante americana scomparsa otto anni fa. Il tour voluto dagli eredi della cantante è arricchito dai costumi dello stilista e amico della Houston Timothy Snell, mentre il palco è stato disegnato da LeRoy Bennett, lo stesso light designer e direttore creativo di Prince.