Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2020  gennaio 18 Sabato calendario

Il negozio online per soli musulmani

Bei visi femminili dai tratti moderatamente mediorientali, manichini inclusi, truccati con sapiente sensualità che mostrano i capelli coperti da foulard arabescati, tuniche studiate per intonarsi con la nuance della pelle, Corani ricoperti in virile pelle ma anche con copertine rosa e chiusura a clip, perfino un rosario, che per l’Islam si chiama Tasbih ma è la stessa cosa, non a perline da sgranare ma digitale, simile a un orologio degli anni Settanta, da far scattare con un dito. Le signore musulmane, ma anche i signori, possono non sentirsi più costretti a cercare con la lanterna gli sparuti (e spesso defilati, residuo di una prudenza oggi fuori tempo massimo) negozi di articoli conformi ai dettami del Corano che compaiono qua e là nelle città italiane. Lo Yoox dedicato, ma forse si può dire l’Amazon, cioè il negozio digitale sul sul quale tutti possono scegliere articoli a prova di errore, si chiama deenary.com, ideato da giovani imprenditori musulmani italiani, Yassine Baradai e Ilias Benaddi. Diciamo tutti perché, a dispetto dei pregiudizi, le ultime ricerche sul mercato globale hanno rivelato che in Europa, per esempio in Gran Bretagna e Francia, il 36% dei consumatori di prodotti “halal”, cioè “leciti” sono non musulmani. Va detto, infatti, che al contrario di quanto siamo abituati a pensare, la bellezza presso il mondo islamico è tenuta in grande considerazione, in particolare nel Paesi del Medio Oriente. Come da noi, solo che le signore islamiche devono attenersi ai prodotti halal per non inciampare in una involontaria bestemmia. PREZZI Dunque: sul sito, che ha tutte le categorie di qualunque sito commerciale, gli abiti e gli accessori occupano gran parte della vetrina, e le fasce di prezzo sono… tutte, ma senza eccessi da Prada: gli abaya (tuniche con velo coordinato) vanno dai 15 ai 108 euro, ci si può concedere una pashmina a cinque. C’è anche un menu di moda maschile, ma se i signori ci si getteranno sopra rimarranno delusi: a cinque euro una misera t-shirt bianca con stampato un cuore e la scritta “Islam” e basta. Per quanto riguarda il cibo, tutto è come ci si aspetta: niente alcolici, tante tisane e bevande esotiche, risi di ogni genere, cous cous, qualche cosa di misterioso come i semi di pino di Aleppo. Tutto molto vegetariano. Sul fronte “idee per un regalo”, invece, i suggerimenti sono un filo deludenti: solo tajine marocchine, i tegami con il coperchio a cono per le cotture lente, o tristissimi borsellini in pelle. Non ci sentiamo di consigliare questi oggetti per un dono a una donna musulmana, che ve li potrebbe dare in testa, e il perché sta nel reparto cosmetici, dove esplode la fantasia a slalom per rispondere ai dettami coranici. Un buon assortimento di rossetti, smalti, creme ristrutturanti, opacizzanti, vitaminizzanti, “elixir antiage”, e qui si sbraca fino a 150 euro. Stiamo parlando di una fetta del 7% nel settore cosmetico mondiale, che già si avvicina ai 60 miliardi di dollari e fra due anni si prevede raggiungerà gli 81. DIVIETI Dove sta la differenza con le cremine non musulmane? Nella composizione, che è halal come tutto il resto, il paradiso per chi teme per la propria pelle, il che spiega perché siano ricercati oltre ogni religione. Per la preparazione sono infatti vietati carne suina e derivati o derivati da altri animali morti prima della macellazione, alcol etilico o qualsiasi altra stanza ritenuta dannosa o ogm, conservanti. Inoltre tutto, in particolare gli smalti, deve essere traspirante, per consentire le abluzioni in acqua previste dai riti religiosi senza doversi struccare. Una nota per gli scettici e i ridacchianti. Il mercato di prodotti halal muove nel mondo 2mila miliardi di dollari all’anno silo fra cibo e abbigliamento. Secondo il Pew Research Center, più di Cina (854 miliardi), Stati Uniti (770 miliardi), Giappone (380 miliardi) e India (341 miliardi). Quindi fate poco gli spiritosi. Anche perché, secondo la medesima ricerca, entro il 2050 il numero di musulmani sarà cresciuto del 73%, e saranno quasi quanto i cristiani, anime e commercio a braccetto.