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 2020  gennaio 18 Sabato calendario

Contro la mania delle borracce

Diciamo la verità: il cretinismo contemporaneo sa deteriorare alla grande ogni pretesto, anche il migliore. Il riferimento è alle borracce dilaganti nell’esibizionismo ambientalofilo che ci pervade tutti, nella nostra era dopo-Greta. Non c’è gadget aziendale che non sia una borraccia, non c’è azienda che non butti via bicchieri e bottigliette di plastica per fare largo alle borracce riutilizzabili. Niente di nuovo sotto il sole, perché chi ha i capelli grigi ricorda i sani vuoti a rendere delle bottiglie di vetro degli anni Sessanta in cui si vendevano bibite, acqua minerale e latte. Le nuove spoglie del vuoto a rendere sono le borracce.Il jet-set e in particolare l’ambiente della moda è maniaco della borraccia, e ne sta facendo un accessorio di lusso da elaborare con infinite variazioni sul tema (colori, decorazioni, materiali) e da sfoggiare come se fosse una borsetta: sanno, gli stilisti, che l’industria tessile è una delle più inquinanti in termini di emissioni di CO2 e si vorranno far perdonare.
Ma come tutte le mode esagerate e sceme nella loro radice, anche questa presenta qualche rilevante controindicazione. Di natura igienica. La borraccia va accudita, lavata con cura: ed essendo di solito alta e stretta non è facile. Una semplice sciacquata non basta. La maggior parte di queste bottigliette in acciaio, silicone o alluminio (ma anche di quelle in vetro) è contaminata da alghe e microorganismi vari, oltre ad accumulare inevitabilmente sui loro fondi da dove evaporano le gocce residue antiestetiche incrostazioni di calcare. Uno studio pubblicato sul Journal of Excercise Physiology Online, dopo aver analizzato campioni di 30 bottiglie di persone che si allenavano in palestra, ha scoperto che l’83% dei contenitori era contaminato da stafilococchi o E-coli. Saranno buone bestiole inoffensive per i nostri anticorpi intestinali. Ma vale la pena sfidarle per una borraccia? Non sarebbe più logico servirsi di un semplice e sano bicchieri o, meglio, agganciare i boccioni a dei semplici zampilli?
Certo che sì: ma il problema non interessa a nessuno. Quel che la macchina della scemenza cerca sono soltanto occasioni di vendite inutili, stante il fatto che quelle utili, presso la fascia abbiente della popolazione, sono già spinte al massimo livello.
In questo modo ciò che c’è di serio e di allarmante negli allarmi climatici viene ridotto a burletta. O peggio si equivoca sull’ipotesi che bastino simili trascurabili ritocchi al costume di gente dedita – per tutto il resto – ad ogni sorta di comportamento inquinante, a salvare il pianeta dell’inondazione. Ma ci facciano il piacere: non sarà una borraccia a salvarci. Tantomeno se griffata.