Il Sole 24 Ore, 18 gennaio 2020
Il gas, economico e green, affossa il carbone
In nome dell’ambiente, ma anche dell’economia. Il ruolo del carbone nella generazione elettrica sta tramontando a una velocità senza precedenti in Europa, scacciato dall’avanzata delle rinnovabili e dal gas, che per tutto il 2019 si è dimostrato una soluzione più economica per alimentare le centrali. Era dai tempi della Grande recessione, dieci anni fa, che il vantaggio non si manteneva così a lungo.
La svolta è stato il rally dei diritti per l’emissione di CO2, il cui prezzo è salito stabilmente sopra 20 euro per tonnellata, spingendosi fino a sfiorare i 29 in estate. Allo stesso tempo l’eccesso di gas sul mercato – figlio soprattutto dell’enorme aumento di produzione negli Stati Uniti – ne ha fatto crollare le valutazioni: sul principale hub europeo, il Ttf olandese, il prezzo medio è sceso del 40%, a 13,50 €/MWh, il minimo da 15 anni.
Le centrali a gas sono diventate più competitive di quelle a carbone e persino di quelle a lignite in estate, osserva Greg Molnár, analista dell’Agenzia internazionale per l’energia (Aie). Risultato: nel Vecchio continente per la prima volta dal 2009 c’è stato un significativo passaggio da una fonte all’altra. Molnár, su dati ancora preliminari, stima che la generazione a carbone l’anno scorso sia diminuita del 24% e che quella a gas sia aumentata dell’11%: uno switch da 65 Terawattora, che equivale a un taglio della CO2 di ben 42 milioni di tonnellate, quasi metà delle emissioni italiane.
La tendenza dovrebbe proseguire. Wood Mackenzie prevede che quest’anno il prezzo medio del gas al Ttf scivolerà a 11,65 €/MWh, sull’onda di un ulteriore aumento dell’offerta di Gnl: la capacità produttiva globale, secondo la società di consulenza, salirà del 7%, 26 milioni di tonnellate l’anno, l’80% negli Usa e il resto in Australia. Gran parte del gas Usa continuerà a riversarsi in Europa, dove gli stoccaggi sono a livelli storicamente alti: un altro elemento di pressione sui prezzi.
Allo stesso tempo, lo svantaggio del carbone dovrebbe aumentare: il suo prezzo – anch’esso crollato del 40% in Europa l’anno scorso – sta risalendo e molti analisti ritengono che il rimbalzo proseguirà visto che le difficoltà finanziarie di molti produttori minerari hanno ridutto l’offerta.
Il trionfo del gas sul carbone è un fenomeno ancora più evidente negli Usa, patria dello shale, così abbondante da registrare prezzi negativi in alcune aree. Nel 2019 lo switch negli Usa è stato di 75 TWh, afferma Molnár dell’Aie. Ed è proprio per questo, oltre che per la crescente penetrazione delle rinnovabili, che Washington può vantare una riduzione delle emissioni di CO2 (-2,1% nel 2019, secondo l’Eia).