la Repubblica, 17 gennaio 2020
Il telescopio cinese per scovare gli alieni
Ne Il problema dei tre corpi, il bestseller di fantascienza dello scrittore cinese Liu Cixin, è la Cina a entrare per prima in contatto con gli alieni. Ma non è detto sia solo fantascienza, o almeno non lo pensano gli scienziati del Dragone. La scorsa settimana, dopo tre anni di test, Pechino ha dato piena operatività a Fast, il nuovo super telescopio da 500 metri di diametro, costruito tra le remote e verdissime colline della provincia del Guizhou. Per la gioia del Partito comunista, smanioso di primati, è il più costoso (160 milioni di euro), il più grande e il più sensibile al mondo, due volte e mezzo il secondo in classifica. Permetterà di esplorare gli angoli più reconditi e oscuri dell’universo, espandendone di quattro volte l’area osservabile, di studiare l’atmosfera di pianeti lontani, onde gravitazionali e molecole interstellari; già nella fase di sperimentazione ha scoperto 102 nuove pulsar (stelle di neutroni). Ma secondo gli scienziati, ed è quello che ha catturato l’immaginazione, potrebbe anche scovare tracce di intelligenze extraterrestri.
Secondo le ipotesi più accreditate, per poter sostenere la vita un pianeta non deve possedere solo certi elementi chimici, ma anche un determinato campo magnetico. Grazie alla sua sensibilità estrema, Fast potrà analizzare quello di pianeti anche molto distanti dalla Terra. E così la Cina aggiunge una nuova dimensione ai suoi progetti, che già comprendono una stazione spaziale, l’approdo sulla Luna e qualche giretto attorno a Marte. Almeno su questo però non ci dovrebbero essere conflitti con gli Usa, che punzecchiati dalla sfida hanno a loro volta rilanciato la corsa alle stelle. Fast aderisce a un progetto internazionale per la ricerca della vita nello spazio, a cui partecipano anche radiotelescopi americani e australiani. Ne Il problema dei tre corpi per i terrestri non va a finire bene. L’universo si rivela abitato da molte civiltà, ma tutte impegnate a distruggersi prima di essere distrutte. La nostra, la meno avanzata, finisce appiattita in due dimensioni. C’è da sperare che gli scienziati cinesi abbiano letto fino in fondo.