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 2020  gennaio 16 Giovedì calendario

I gemelli centenari

C’è stata una festa ieri. Una di quelle feste di famiglia dove si consumano i piatti a cui si è più abituati. C’erano tagliatelle al sugo in tavola e una torta calda di mele. I profumi di un’infanzia che ritorna, i figli, i nipoti e i nove bisnipoti davanti agli occhi, attorno al tavolo rosso, che cantano, giocano, si prendono in giro. E al centro loro due. Egidio e Paris Cellini. Stesso cognome, stessa età, stesso giorno in cui sono nati cent’anni fa dalla stessa madre che in casa, come si usava all’epoca, partorì quei due gemelli. Strillarono forte e a lungo: fu un segno – così si diceva allora, a Morolo in provincia di Frosinone – che avrebbero vissuto a lungo. E le cose sono andate proprio così, come il detto dei “vecchi antichi” aveva predetto. Ieri hanno compiuto cent’anni i due gemelli. È una di quelle notizie che serve raccontare con semplicità. Gemelli eterozigoti, diversi per aspetto e per carattere. Divergenze che non hanno intaccato il legame viscerale che incatena i gemelli, due vite che non riescono mai ad essere veramente separate. Così Egidio e Paris hanno camminato da soli, senza mai sul serio dividersi. Colpa, anzi merito anche della campagna che ti forma la mente e ti plasma le ossa, e che è stata la loro prima immagine infantile. 

VITE DA FILM 
Figli di pastori, sono diventati pastori anche loro: avevano i loro greggi, il loro bestiame che segnava le giornate, senza giocattoli o libri. Da piccoli andavano a scuola insieme e si fermarono alla terza elementare che per quei tempi, in quelle province del sud dove la terra era tutto, fu un traguardo. Poi scoppiò la guerra, la Seconda Guerra Mondiale, e loro erano giovani, ma non troppo da scampare ai fucili e alle armi. Furono arruolati e per la prima volta si divisero, la sorte spezzò per qualche tempo la catena che li voleva uniti: il bersagliere Egidio riuscì a sopravvivere a tre anni di prigionia nel gelo della Russia, il fante Paris cade più volte nelle mani degli inglesi in Grecia. Ma poi tornarono e ognuno cominciò a prendere la propria strada, senza mai dimenticarsi del loro legame di nascita e affetto. Egidio diventò un muratore. Paris volle finire le elementari, ce la fece e dopo poco cominciò a lavorare come guardia carceraria. «Sono gemelli ma hanno due caratteri opposti – racconta Sandro, il figlio di Paris, – per alcuni versi sono il giorno e la notte». 

IL GIORNO E LA NOTTE 
Paris è di destra, Egidio è di sinistra. Paris è più dinamico. Egidio ha la sua vita appartata, riposata, più restio ad affrontare le novità. Il contrario di Paris, che fino a 90 anni andava a caccia, scrive poesie, si prende cura di nipoti e bisnipoti e non se la cava male neppure con lo smartphone. «Ha ancora una memoria straordinaria. È lui a ricordarsi delle bollette, si ricorda se ti deve dei soldi», spiega il figlio. Paris con i baffi e il bastone, l’altro con il sorriso espansivo e pacato. Uomini di altri tempi che non dimenticano mai di uscire con il cappello e di toglierselo invece per scambiare un cenno di saluto. Eccoli insieme, ieri, ancora a soffiare su una torta gigante le candeline a forma di cento e un altro cento scritto a caratteri cubitali sul muro alle loro spalle. È un traguardo, va sottolineato. Si sono seduti vicini, uno accanto all’altro, come facevano da piccoli, coi nipoti di uno che accarezzavano le guance al nonno e i nipoti dell’altro che insistevano perché raccontasse ancora una storia. Un pranzo lungo con i loro piatti preferiti. Tagliatelle al sugo, polenta con le aringhe e frittelle con le mele (ma anche con il baccalà) per il palato di Paris. Ravioli ricotta e spinaci, brodo di gallina, torta di mele sono invece i preferiti di Egidio. Ma loro hanno aspettato la torta con insistenza. Poi domenica ci sarà un’altra festa per loro, allargata a 130 persone. 

PER MANO 
Ieri un piccolo malore c’è stato per Egidio, forse la troppa emozione, quel peso degli anni, ma poi è passato tutto, la festa è ripresa, i gemelli si sono tenuti per mano, hanno riso, scherzato. «Quando si vedono si avvicinano e si abbracciano. I loro occhi sorridono, sono gemelli, hanno un legame unico», racconta il figlio Sandro. «”Ma non è un po’ rincoglionito Egidio?”, mi chiede ogni tanto mio padre. Lo fa perché si preoccupa». Vivono a un paio di chilometri di distanza a Frascati, ognuno con la propria casa e le proprie faccende dell’età. Si chiamano, però. Compongono il numero che conoscono a memoria. Bastano poche parole a loro due per sentirsi vicini. A loro che si conoscono davvero, da una vita, da cent’anni esatti.