ItaliaOggi, 16 gennaio 2020
Periscopio
Circolano auguri selvaggi, augh augh. Dino Basili, Uffa news.
Con tutto il rispetto per Bella ciao non sarebbe stato più appropriato che i commissari cantassero Ragazzo dell’Europa di Gianna Nannini? Jena. La Stampa.
Bisogna parlare appunto delle cose che Non si sanno. Alberto Arbasino, Super-Eliogabalo. Einaudi, 1969.
Nel caso dell’automobile il 20% dei veicoli venduti entro il 2028 saranno elettrici, contro il 2,5% di oggi. Sarà una vera rivoluzione. Jeremy Rifkin, premio Nobel per l’economia. Le Figaro.
L’Italia degli anni Venti, per me, sarà una grande Italia se farà crescere altre Fabiole Giannotti, l’italiana che guida il Cern, non se inseguirà le sterili polemiche dei talk o le inutili discussioni tra partiti. E se darà spazio alle donne. Sarà il decennio in cui fare passi in avanti verso la vera parità e noi come Italia Viva abbiamo iniziato con il concetto della diarchia. Ma per farlo occorrerà che le adolescenti di oggi guardino di più a modelli come Fabiola Gianotti. È lei, per me, l’italiana del decennio. Matteo Renzi. E news.
La candidata del centrodestra alla presidenza della Regione, la Borgonzoni, è accusata da più parti di evitare gli scontri in campo aperto: non si fa vedere in giro perché teme che la scambino per la candidata. Vittorio Sgarbi, candidato Fi alle regionali dell’Emilia Romagna. (Luca Fazzo). Il Giornale.
Morto De Gasperi, scomparve il leader ma restò il programma. Il suo partito, la Dc, ne seguì le indicazioni e le affidò a figure minori ma animate, più o meno, dallo stesso spirito. Con loro, in 30 anni, approdammo al benessere. Poi la Dc declinò e sorsero nuove figure, anche di quasi leader, come Bettino Craxi e Silvio Berlusconi, ma senza più strategie pensate a tavolino. Prevalsero le velleità. Dalla lira pesante al ponte di Messina, con Craxi, alla rivoluzione liberale, con il Cav, ma senza i mezzi né gli uomini per passare dalle parole ai fatti. La Nazione, male invecchiata, aveva ormai una struttura caotica, fatta di leggi contraddittorie e poteri rivali, politica, burocrazia, magistrature. Giancarlo Perna. la Verità.
Dicendo che non è un uomo per tutte le stagioni Giuseppe Conte ha usato una perifrasi della definizione di un altro premier che, per rispettare il suo giuramento e la propria coscienza, si fece mozzare la testa: Thomas More, san Tommaso Moro, venerato da Francesco Cossiga e da lui proposto come protettore di tutti i politici. In questo senso il cancelliere decapitato da Enrico VIII fu «un uomo per tutte le stagioni»: restò uomo in ogni circostanza, a qualsiasi costo. Il film a lui dedicato nel 1966 con Orson Welles si intitolò appunto così: A Man for All Seasons. E che fa Conte? Capisce roba per toma, dice di essere il contrario di Thomas More, e se ne vanta. Mai errore e bischerata furono così vicini alla verità. Renato Farina, Libero.
Quando l’apparecchio in volo da Abijan-Parigi ritira il carrello e nel vano del clandestino si fa buio, il bambino, 10 anni, sfinito, si addormenta. Felice: ce l’ho fatta, si dice. Si accorge del freddo che comincia a avvolgerlo, ma non lo riconosce, abituato al sole in cui è nato. Cosa sarà, questo manto attorno che morde, e paralizza il corpo? Così lontano dal calore di quelle braccia, di cui ha nostalgia. Poi il sonno dell’assideramento, rapido, vince. È rigido come un povero passero morto, il bambino senza nome, quando il Boeing scende sulle infinite luci di Parigi. Non è la prima volta, che un clandestino del cielo perde la vita. Ma questo (lo diranno gli operai del Charles de Gaulle a casa, a tavola, incapaci di dimenticare) questo, era solo un bambino. Marina Corradi. Avvenire.
La grande area metropolitana torinese, che arrivava sino ad Ivrea e ad Alba, era una realtà industriale di economia avanzata, con Fiat nel Torinese, Ferrero ad Alba e il polo elettronico a Ivrea. L’Olivetti aveva inventato il primo computer e produceva macchine elettroniche per ufficio. Italtel, guidata da Marisa Belisario, operava nella telefonia avanzata con i primi cellulari. Torino era la centrale del Pci, diventato Pds e poi Pd, che aspirava a dominare l’Italia. Michele Ferrero nel 1997 venne processato per presunta esportazione di capitali all`estero e, dopo la tortuosa vicenda, spostò la sede della multinazionale all’estero. Le privatizzazioni distrussero Italtel. L’incidente mortale alla acciaieria ThyssenKrupp ha dato luogo alla teoria giuridica del «dolo eventuale» per cui i cda hanno una responsabilità penale. Sarebbe servito uno scudo penale, ma al Pd non era gradito. Francesco Forte, il Giornale.
Una volta a Zapping dissi che se avessi avuto la possibilità di un’altra vita avrei voluto nascere «disoccupato organizzato». Ne nacque un putiferio. Più o meno quando, sempre a Zapping, alla notizia dell’uccisione di due missionari in un Paese dell’Africa nera, commentai: «Beh, se li hanno uccisi, qualche ragione ci sarà». Massimo Fini, Una vita. Marsilio, 2015.
All’Accademia di San Fernando non c’è quasi mai nessuno. Figuriamoci d’estate. Quando Madrid «sembra una padella vuota dimenticata sulla fiamma viva» scriveva nell’Ottocento, Benito Pere’z Galdo’s. Marco Cicala, Eterna Spagna. Neri Pozza, 2017.
Conobbi Mary Quant, aveva un negozietto di abbigliamento e mi mostrò le prime due minigonne che aveva realizzato. Le fece indossare a due ragazze che fotografai sulla King’s Road. Una certa dose di fortuna è fondamentale: essere al momento giusto quando tutto accade. Lorenzo Capellini, fotografo (Antonio Gnoli), la Repubblica.
Questo mio romanzo è stato scritto quasi per intero a Roma, dove ho vissuto per due anni. E sa che verso la fine, mia nonna parlava solo italiano? Dav Alfon, romanziere israeliano, autore di Sarà una lunga notte (Giancarlo De Cataldo). la Repubblica.
Le signore guidano imponenti suv con i permessi di circolazione e parcheggio ovunque, bene in vista sul parabrezza. Sono i nuovi segni del potere e della ricchezza come un tempo le etichette dei grand hotels e delle spiagge famose impataccate sulle valige di cuoio. Guglielmo Zucconi, Il cherubino. Camunia, 1991.
La ragazza napoletana posò i suoi occhi golosi su due orologi allacciati uno accanto all’altro, come due gemelli nella culla, che il marine portava al polso sinistro. «Orologi tedeschi»,disse, togliendosene uno per lei. «Ho pensato che, tanto, a loro non servissero più. Ai cadaveri l’ora non interessa». John Horne Burns, La Galleria – Un americano a Napoli. Baldini &Castoldi, 1997.
Un uomo che a letto con una donna pensa solo a lei non ha altro a cui pensare. Roberto Gervaso. Il Giornale.