Avvenire, 16 gennaio 2020
In Italia quattro auto ogni neonato
Nel Paese col record negativo di morti correlate allo smog e con 4 auto circolanti per ogni neonato, è sempre allarme polveri sottili. «La cattiva qualità dell’aria in Italia incide sulla vita di migliaia di bambini, contribuendo a mettere a rischio le loro vite, l’ambiente e il loro futuro» ricorda la Ong Save the children. E, malgrado il blocco delle auto più inquinanti, non migliora la qualità dell’aria. E da Torino a Roma è polemica. Nella Capitale, la prima delle tre giornate di blocco dei Diesel (compresi gli Euro 6), non ha infatti portato a un abbassamento delle polveri sottili nell’area. Anzi, secondo le rilevazioni dell’Arpa, 9 centraline su 13 (il giorno prima erano 8 su 13) in città hanno registrato un quantitativo di Pm10 superiore al limite fissato per evitare possibili rischi per la salute. A Torino, dove la concentrazione ha raggiunto e oltrepassato quota 100 (per l’esattezza 103, ndr), ovvero più del doppio rispetto ai 50 tollerati, si corre ai ripari con il lavaggio delle strade. Il programma realizzato da Amiat, la società pubblica di igiene ambientale del Gruppo Iren, ha lo scopo, spiega una nota dell’amministrazione cittadina, di «verificare gli eventuali effetti sulla presenza di polveri nell’aria. Privilegiate al momento le arterie principali, i percorsi di grande viabilità».
L’intervento è iniziato nella tarda mattinata di ieri quando le temperature sono diventate più miti per evitare «che l’acqua riversata in strada si trasformi in ghiaccio, e proseguirà compatibilmente con le temperature e con le condizioni meteo». Un altro accorgimento che verrà adottato nei prossimi giorni è la sospensione dell’uso dei soffioni per la raccolta delle foglie secche, tranne che nei mercati e in pochi altri casi eccezionali. Smog ai livelli record anche a Bologna (77) e a Milano l’assessore alla Mobilità, Marco Granelli, non ha nascosto di «essere in emergenza». Ma, secondo gli esperti, i blocchi del traffico in città non bastano. «Sono misure che non hanno un grande impatto in termini di riduzione dell’inquinamento se non in percentuali molto ridotte (dell’ordine del 15-16 per cento) – ha dichiarato Alessandro Miani, presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale – Si tratta di misure emergenziali che creano soltanto problemi sotto il profilo economico ed organizzativo ma che non danno alcun contributo al miglioramento della salute dei cittadini. Altro – ha aggiunto – sarebbe mettere in atto provvedimenti che sono in grado di andare a colpire in maniera mirata e selettiva le sorgenti di inquinamento». Come per esempio, quelle che prevedono il sostegno alla installazione di filtri nei comignoli degli impianti di riscaldamento delle abitazioni che «riescono ad abbattere le emissioni anche del 90 per cento». Miani auspica quindi «misure meno emergenziali ma che agiscano nel giro di pochi anni sulle vere sorgenti di inquinamento che avvelenano l’aria degli italiani».
Intanto il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, che lunedì prossimo dovrebbe andare a Milano per l’emergenza nel capoluogo lombardo, è intervenuto sugli effetti dell’inquinamento commentando la stima di 8090mila morti in Italia correlati all’inquinamento ogni anno: «Anche un morto è pazzesco, ma 80-90 mila è agghiacciante» ha detto. Rispondendo nel question time ad una interrogazione sullo smog in Emilia Romagna, il ministro ha ricordato che «basta poco, per questioni di composizione, perchè nel bacino padano si superi il tetto consentito» di inquinamento. «Siamo sottoposti a due misure di infrazioni Ue che pesano sulle tasche italiani», ha aggiunto Costa osservando che «la competenza è delle regioni». Per ridurre lo smog, suggerisce i titolare del ministero, l’obiettivo per tutte le città deve essere il Trasporto pubblico locale con mezzi non impattanti. Il 4 giugno 2019 a Torino, «dopo una lunga negoziazione con l’Ue abbiamo firmato il Clean air dialogue per uscire dalle infrazioni» con 17 azioni. Trecento milioni di euro sono per le zone verdi. La legge sul clima, ha detto ancora il ministro, «consente la riforestazione urbana. Un percorso stabilito con l’Ue e la Regione e ora è il momento di correre».