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 2020  gennaio 15 Mercoledì calendario

Gli Stati Uniti hanno firmato un primo accordo commerciale con la Cina

Gli Stati Uniti e la Cina hanno firmato un primo importante accordo commerciale alla fine di lunghi e complessi negoziati durati due anni, e dopo mesi di tensioni e introduzioni di dazi reciproci – da alcuni definita una guerra commerciale – che avevano agitato le economie un po’ in tutto il mondo.

L’accordo prevede soprattutto l’impegno della Cina ad acquistare nei prossimi due anni prodotti statunitensi per circa 200 miliardi di dollari, mentre i dazi più alti – su prodotti cinesi dal valore di 360 miliardi di dollari annui e su prodotti statunitensi da 100 miliardi di dollari l’anno – rimarranno in vigore, in attesa di capire se l’accordo funzionerà. Molte questioni sono rimaste irrisolte, come ad esempio la richiesta degli Stati Uniti di diminuire i sussidi statali che il governo cinese garantisce alle proprie industrie dell’acciaio e dei pannelli solari, che hanno permesso di dominare il mercato mondiale e secondo gli Stati Uniti di fare concorrenza sleale alle aziende americane.

L’accordo dovrebbe portare benefici immediati perlopiù agli Stati Uniti, ma limitati ai settori coinvolti negli acquisti che la Cina si è impegnata a fare, come quello delle automobili. Gli agricoltori statunitensi, per esempio, continueranno ad essere danneggiati dai dazi altissimi sulle sementi cinesi (in tutto si stima che i dazi reciproci abbiano causato una perdita di circa 40 miliardi di dollari per le aziende statunitensi). La Cina dovrebbe invece beneficiare dell’accordo nel lungo termine, soprattutto se davvero verranno eliminati i dazi punitivi decisi da Trump nei mesi scorsi.

La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina era iniziata nei primi mesi del 2018 per volontà di Trump, che accusava la Cina di avere incentivato il furto di brevetti e proprietà intellettuali dalle aziende statunitensi, per trarne vantaggi economici e produttivi di vario tipo. Gli Stati Uniti, quindi, avevano cominciato a imporre dazi sull’importazione di merci prodotte in Cina, nella convinzione che i danni economici all’economia cinese avrebbero costretto il governo a trattare e interrompere le pratiche scorrette. Nonostante l’avvio di trattative e diversi incontri diplomatici di alto livello, la Cina non si era “arresa” e aveva da subito risposto ai dazi statunitensi con misure uguali e contrarie, creando di fatto una spirale negativa di dazi e contro-dazi che aveva creato molte agitazioni.