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 2020  gennaio 15 Mercoledì calendario

Star Wars Spa

L’impero di Star Wars esiste veramente: la galassia è la Via Lattea, il pianeta la Terra, la regione è la California e l’indirizzo è San Anselmo. È qui che risiede George Lucas che, anche se ha ormai ceduto la sua Lucasfilm alla Disney nel 2012, risulta oggi il 208° uomo più ricco del mondo nella classifica Bloomberg dei miliardari: 8,24 miliardi di dollari. Un patrimonio in crescita di 67 milioni solo nel 2019 e che lo colloca vicino a imprenditori come Silvio Berlusconi (206), sopra il business man John Malone (211) e con qualche posizione di vantaggio anche sull’ad di Lactalis Emmanuel Besnier e altri cognomi che è legittimo attendersi nella lista dei paperoni. 
Lucas è il regista che più ha guadagnato nella storia del cinema da una singola saga. La Forza è stata con lui. A giocare a suo vantaggio, oltre a una tempra imprenditoriale non banale (la prima società fondata fu la Zoetrope con Francis Ford Coppola alla fine degli Anni 60), è stata la visione che ha sempre avuto sulla tecnologia. Con Star Wars, Lucas ha compreso prima degli altri che gli effetti speciali sarebbero passati dai soldatini in scala, con cui aveva girato pazientemente i primi episodi della saga, alla computer grafica. Fu lui a vendere a Steve Jobs la società che poi sarebbe passata alla storia come Pixar e che avrebbe rivoluzionato con Toy Story il cinema di animazione. Ma alla fine il suo modello di business è stato consolidato con qualcosa di molto ortodosso: i diritti sui personaggi e la saga. Un merchandising di cui si vede la potenza ancora oggi anche andando a fare la spesa all’Esselunga. 
Solo la Disney nel 2012 ha pagato oltre 4 miliardi di dollari per la Lucasfilm, la metà in contanti.  Star Wars, nonostante gli anni, continua ad attirare generazioni con padri che si divertono forse più dei figli al cinema, come si può vedere anche in queste settimane con The rise of Skywalker. Anche se non c’è dubbio che registi come J.J.Abrams e nuovi personaggi come Kylo Ren si siano guadagnati l’interesse dei più giovani e una longevità che non molte saghe possono vantare. Non ultimo a funzionare è stata anche una occhieggiante capacità di affrontare, seppure ormai in maniera sempre più hollywoodiana molto distante dalla foga con cui fu fondata Zoetrope, i temi sociali del momento: non può sfuggire, in chiusura di film, un bacio saffico tra due eroine dopo la battaglia finale, che forse ha sconfitto il lato oscuro della Forza. Per Ora. Lucas a 75 anni rimane un produttore di talento e visionario anche se gli inizi non sono stato affatto facili. Quando fece vedere ai suoi amici (da Coppola a Steven Spielberg) la prima bobina di Star Wars il giudizio non fu entusiasmante. «Non si capisce nulla della storia», fu il primo commento. E fu proprio Spielberg a consigliare un’innovazione diventata un marchio di fabbrica: la scritta tridimensionale che scorre sul video, con cui si sono aperti tutti gli appuntamenti. Lucas ha continuato a lavorare come consulente per i nuovi episodi ma il suo fiuto lo ha mostrato sempre con la cessione della Lucasfilm: metà della cifra è stata pagata in azioni Disney, tanto che nel 2013 il regista è risultato il secondo singolo azionista della società dopo gli eredi di Steve Jobs. E la vendita dei titoli con cui ha poi consolidato il suo patrimonio ancora oggi gli fa sperare che l’impero colpisca ancora.