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 2020  gennaio 15 Mercoledì calendario

«Cellulari, meglio usare gli auricolari»

Le onde elettromagnetiche del cellulare sono cancerogene, come sostiene la sentenza della Corte d’Appello di Torino? 
«No, non c’è evidenza scientifica consolidata che questo possa accadere. I dati disponibili sulla base delle ricerche degli ultimi 30 anni suggeriscono che l’uso dei telefoni cellulari non sia associato all’aumento del rischio di tumori. Lo ha ribadito solo pochi mesi fa l’Istituto Superiore di Sanità in una metanalisi degli studi pubblicati tra il 1999 e il 2017. I miei autorevoli colleghi affermano che le radiofrequenze non possono causare neoplasie nelle zone più esposte del corpo durante le chiamate vocali». 
Roberto Moccaldi è responsabile della Medicina del lavoro al Cnr: da 30 anni si occupa di protezione dalle radiazioni ionizzanti e non ionizzanti, quelle appunto dei campi elettromagnetici. 
Se le prove scientifiche mancano davvero, come mai i giudici torinesi hanno affermato il contrario? 
«I consulenti tecnici del tribunale evidentemente hanno fatto riferimento ai pochi studi che dimostrano l’esistenza di rischi legati all’uso dei telefonini. Questi studi costituiscono la nettissima minoranza rispetto a una massa di informazioni che invece smentiscono l’ipotesi di pericolo per la salute. Siamo comunque l’unico Paese al mondo ad aver riconosciuto la malattia professionale da telefonino a dispetto dell’evidenza. Dopo aver seguito nel tempo i comportamenti di centinaia di migliaia di persone non abbiamo registrato nel complesso un aumentato rischio oncologico tra chi usa il cellulare e la popolazione non esposta alle onde elettromagnetiche». 
I dati raccolti finora sono sufficienti? 
«Altre ricerche sono in corso ma non ci aspettiamo sorprese. Sono convinto che confermeranno i risultati». 
Cos’altro dice il rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità? 
«Chiarisce che i notevoli eccessi di rischio osservati in alcuni studi non sono coerenti con l’andamento temporale dei tassi di incidenza dei tumori cerebrali che non hanno risentito del rapido aumento dell’esposizione. Dopo decenni di studio non sono noti i meccanismi biologici che potrebbero causare la malattia tumorale da parte delle radiofrequenze». 
E allora come mai il ministero della Salute la scorsa estate sul sito ufficiale ha avviato una campagna informativa sulle modalità di esposizione alle onde elettromagnetiche? 
In attesa che la ricerca approfondisca altri aspetti 
è consigliabile tenere gli smartphone lontano dal corpo quando non vengono utilizzati 
«È stata una disposizione del Tar a indicare che alcuni ministeri avrebbero dovuto adottare una campagna informativa sulle corrette modalità d’uso della telefonia mobile e sui rischi eventuali derivanti da un uso improprio degli apparecchi». (La sentenza è quella che a gennaio 2019 ha accolto in parte un ricorso proposto dall’Associazione per la prevenzione e la lotta all’elettrosmog, ndr). 
Tenere il cellulare sul comodino o addirittura sotto al cuscino quando dormiamo è un’abitudine corretta? 
«In attesa che la ricerca approfondisca ancora qualche aspetto può essere corretto raccomandare di tenere gli smartphone lontano dal corpo quando non vengono utilizzati. Tale consiglio diventa prescrizione per pazienti con pacemaker o altri dispositivi impiantati. Niente cellulare sotto il cuscino, tra l’altro non si comprende quale sarebbe il vantaggio... Le residue incertezze, scrive nel suo rapporto l’Iss, riguardano i tumori a più lenta crescita e l’uso nell’infanzia». 
Altre precauzioni? 
«Il ministero consiglia di applicare l’auricolare o il vivavoce, e di preferire l’invio di messaggi scritti o vocali alle conversazioni. Bisognerebbe parlare in condizione di buona ricezione del segnale. Viene poi spiegato che l’esposizione alle onde avviene solo se l’utente parla e non quando ascolta, quando trasmette i dati e non in ricezione». 
Sono state ipotizzate interferenze con la fertilità maschile. Quindi sarebbe meglio non tenerlo in tasca? 
«Rientra tra le misure cautelari diminuire l’esposizione. Per quanto riguarda l’interferenza con la fertilità maschile potrebbe essere legata al riscaldamento da radiofrequenze, uno dei pochi effetti certi legati a queste fonti ma a livelli di intensità di campo di gran lunga superiori a quelli emessi dall’apparecchio. Il calore del cellulare oltretutto dipende dalle batterie». 
Nei confronti dei bambini vanno adottate cautele maggiori rispetto agli adulti? 
«Le cautele non riguardano certo il rischio. Bisognerebbe concentrare l’attenzione sulla smart addiction, vale a dire la dipendenza da telefonino in età infantile, patologia già descritta dai neuropsichiatri».