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 2020  gennaio 12 Domenica calendario

MARA PACIS! - L’INTERVISTA DI DIACO A MARA VENIER: “A 17 ANNI HO AVUTO MIA FIGLIA ELISABETTA MA ALLORA NON SAPEVO NEANCHE COME SI RIMANEVA INCINTA! - A 15 ANNI SEMBRAVO UN MASCHIACCIO. ERO PIATTA, NON SO COME MI SON VENUTE TUTTE ‘STE TETTE POI. E’ TUTTA ROBA VERA, EH! - HO FATTO 12 “DOMENICA IN”, HO DATO POSSIBILITÀ A TANTE PERSONE. È VERO, ALCUNI MI HANNO TRADITO - GIANNI BONCOMPAGNI MI DICEVA: “DOVREMMO FARE UN PROGRAMMA A CASA TUA DI NOTTE IN DIRETTA”. MA IO VADO A DORMÌ ALLE NOVE…” - VIDEO -

AUDIO-VIDEO: https://www.raiplay.it/video/2020/01/io-e-te---di-notte-100d9c1b-27e3-4da8-99a1-b04bb593ba2f.html

VENIER: È bello essere qua a questa tarda ora. Un bacio a tutti (ndr saluta il pubblico)

DIACO: … Anche perché domani ti svegli come al solito alle 5 perché hai Domenica In VENIER: Devo dire che la domenica mi sveglio ancora prima... sono molto agitata la notte. Mi preparo la domenica mattina per cui a volte mi sveglio anche alle 4. Comincio a leggermi tutto. Non ho nulla di scritto... tu sai bene come lavoro Io! nel senso che mi preparo. Leggo tutto dell’ospite, ma non ho mai nulla di scritto. Non seguo un gobbo, non seguo un copione etc… cerco di avere più notizie possibili. E poi da quelle notizie, proprio come è tra noi due in questo momento, tutto esce fuori dal cuore, dalla pancia.

DIACO: La cosa che secondo me ti rende unica rispetto alle tue colleghe è che hai portato dentro la televisione  il tuo percorso di vita… hai vissuto la vita come un’avventura. Hai rischiato, hai preso porte in faccia, ti si sono riaperte, hai mantenuto una tua tempra. c’è la sensazione che l’avventura e il rischio ti accompagnino sempre. è così o no? VENIER: Beh, io dico sempre che ho avuto tante vite diverse…penso di aver avuto come i gatti varie vite, vari periodi di vita. Il primo periodo è quello della figlia del ferroviere, di Toto. Una bambina senza grandi ambizioni, che abitava a Mestre nella casa dei ferrovieri. Non sono mai stata una donna ambiziosa, né da ragazza né adesso. Tutto è arrivato abbastanza per caso.

Ma partiamo da quel periodo di vita che mi porta poi a Roma. A 16 anni mi innamoro di un ragazzo bellissimo di Venezia. Lui aveva grandi ambizioni, voleva fare l’attore. Mi sposo a 17 anni perché sono incinta di mia figlia Elisabetta… ti devo dire che son rimasta incinta e non sapevo neanche come si rimaneva incinta! A quest’ora si può dire? Sono capitata a Roma per amore. Lui aveva deciso di fare l’attore ed io sono partita per Roma per inseguire lui! Sempre l’amore… 

DIACO: in famiglia il tema dell’amore, dei rapporti interpersonali come l’hai vissuto? Che esempio sono stati i tuoi genitori? VENIER: Beh, io ho avuto dei genitori molto comprensivi. Sai, in quegli anni lì - parliamo veramente di tanti tanti anni fa, parliamo del 68 - una ragazza di 17 anni che rimane incinta… io mi sono sposata, ma per sposarmi hanno firmato i miei genitori, cioè io da minorenne non avrei potuto scegliere di sposarmi, perciò hanno firmato loro. In seguito, dato che non è andata bene, in tanti mi hanno chiesto: “Ma perché non chiedi l’annullamento? Si potrebbe chiedere l’annullamento per vizio di consenso”.

Ma questa è una cosa che non ho mai voluto… mi sono separata, divorziata, e ho cominciato altri capitoli della mia vita, però quello è stato il mio primo amore! Avevo 16 anni e mi sono innamorata perdutamente. Quell’amore mi ha dato la maternità anche se ero molto giovane… non ho pensato all’annullamento perché quel matrimonio è stato un matrimonio d’amore e anche se poi non è andato bene, non posso dimenticare quello che è stato il mio primo amore,  il papà di Elisabetta, che adesso non c’è più.

DIACO: (…) A proposito di Elisabetta, un’altra cosa che negli anni mi ha colpito ne nostro rapporto di amicizia è sentirti raccontare come sei riuscita, con meticolosità e facendo autocritica, a ricostruire un rapporto con i tuoi figli. avete un rapporto incredibile… VENIER: Beh, c’è stato tanto lavoro per arrivare a questo. Nulla mi è stato regalato. C’è stato anche tanto dolore, però io credo che l’amore di una madre per i propri figli è talmente forte che magari si può anche discutere… Sai, sono diventata mamma a 17 anni per la prima volta e la seconda a 22…

DIACO: C’è stata un’amica all’epoca che ti è stata vicina, che ha condiviso con te questa fase o eri proprio sola? VENIER: No, sono sempre stata sola! Nel senso che io ho una mia solitudine dentro di me. Si pensa che il successo possa colmare certe lacune, ma non è vero! Il successo ti può dare altre cose: l’amore, l’affetto del pubblico… però dentro di me, e credo che parta proprio da quel periodo della mia vita, c’è un velo di malinconia e solitudine che ancora mi accompagna. A volte lo nascondo bene e altre volte no, o perché non me ne frega niente di nasconderlo o perché se ho le mie malinconie, soprattutto se sono con gli amici  - e tu lo sai molto bene perché sei come un fratello per me -  non cerco neanche più di nasconderlo. Ce l’ho, alti e bassi.

DIACO: La tua solitudine è curiosa… dicevo in apertura che tu conosci il dono della compagnia come dice fossati… VENIER: Ma io sono una compagnona! Mi diverto moltissimo con gli amici. Mi piace avere la casa piena di amici, cucino… questo c’è in me, però c’è anche questa vena di malinconia e questo senso di solitudine che io ho sempre avuto, sempre avuto! Per cui questi miei momenti li vivo pienamente, non cerco di nasconderli. Ognuno ha nella vita alti, e bassi. Io sono un essere umano, e anche se sono un po’ bionica perché lavoro troppo, non è che poi il lavoro compensa! Il lavoro va bene perché mi riempie la giornata, mi riempie la vita. Se poi le cose vanno bene hai l’affetto del pubblico, ma questo è un di più. Un programma di successo e il successo non ha mai colmato certe mie malinconie.

DIACO: Tra l’altro tu difendi e preservi (…) la tua solitudine è avvolgente. è una compagna per te, è una parte di te che ti fa compagnia? VENIER: Sai, negli anni io ho cercato di colmare questo senso di solitudine pur avendo tutto…il lavoro, gli amori, i compagni di vita! Però questo è qualcosa di molto profondo che è radicato dentro di noi e quando stai così purtroppo nessuno ti può aiutare, ne esci lentamente, da sola. Poi improvvisamente mi sveglio la mattina… e per me è un po’ come aprire una finestra. Si ricomincia! Ricomincio, e ritorno alla vita!

DIACO: Questo che dici è molto profondo perché è un modo per essere grati all’esistenza. Siccome dopo parleremo di gratitudine voglio chiederti che rapporto hai con la mancata gratitudine altrui. Intendo dire, tu sei stata una che oltre ad amplificare il tuo talento, hai dato tante occasioni amplificando il talento degli altri… VENIER: Sì, ancora adesso con Domenica In cerco di aiutare i giovani. Mae West, una famosissima attrice americana diceva: “Io la mia fetta di torta me la sono mangiata. adesso condividete quest’altra torta e mangiatela voi”.

Io ho avuto molto di più di quello che potessi mai aspettarmi… e credo che noi che siamo arrivati, che abbiamo avuto sicuramente una carriera, dobbiamo in qualche maniera dare la possibilità ai più giovani di esprimersi. Io cerco di farlo. Nel corso della mia lunga carriera, ho fatto 12 Domenica in, ho dato tante possibilità a tante persone. È vero, alcuni mi hanno tradito e ci sono stata molto male, però vado avanti per la mia strada. Non ho rancori, non riesco ad averne.

DIACO: Non conosci l’invidia… dimentichi in fretta tu! VENIER: No, non sono invidiosa. Io non sono mai stata invidiosa di nessuno… di che devo essere invidiosa? Io ho avuto talmente tanto e ho talmente tanto! Non conosco l’invidia e non conosco il rancore, ma riconosco alla lunga chi mi ha fatto del male. Ho perdonato, ho cercato di perdonare. Poi mi hanno rifatto del male, e allora a quel punto mi sono allontanata. Mi sono allontanata perché quando hai 20 anni, 30 anni, 40 anni butti tutto dietro le spalle, ma andando avanti con l’età diventi più vulnerabile, più fragile. Per cui, qualche anno fa, ho deciso di non permettere più a nessuno di farmi del male!

DIACO: E lo so bene! Mara, (…) so che hai un rapporto molto personale e anche molto pudico con la fede… VENIER: Beh, io sono una che ha fede, magari non vado a messa tutte le domeniche però ti posso dire che quando avevo con me Don Mazzi a Domenica in, ogni domenica, e poi soprattutto a Natale e a Pasqua, facevo dire messa a Don Antonio. C’era una parte, la sala prove dove si esibivamo i ballerini, che di domenica diventava una piccola chiesa. Era un momento molto bello. Eravamo tutti, tutto il mio gruppo di lavoro, era davvero un momento di comunione. Eravamo tutti quanti lì, tutti insieme, tutti uguali… molto bello!

DIACO: Quando ti appelli a lui, alla provvidenza, ti capita più di ringraziare o di chiedere? VENIER: Io chiedo solo per la salute delle persone alle quali voglio bene. Quello che più mi destabilizza, mi rende vulnerabile, mi manda in crisi… fuori di testa, è quando qualche persona alla quale voglio bene non sta bene. Ultimamente è successo che mio marito non è stato bene e son andata un po’ fuori di testa perché lui era lontano. Tu lo sai molto bene perché lo hai vissuto con me poche settimane fa. A quel punto una domenica dopo Domenica in sono andata nella mia chiesetta dietro il vaticano, e lì ho chiesto: “ti prego…”

DIACO: E Nicola sta benissimo… abbiamo passato domenica scorsa una serata insieme VENIER: Ci ha fatto morir di paura!

DIACO CHIEDE DI MOSTRARE UNA FOTO DI MARA A 6 ANNI A MESTRE CON LA SORELLINA ROBERTA, LA MAMMA E IL PAPÀ

DIACO: Pochi giorni fa su instagram hai pubblicato la copertina di un mensile delle ferrovie di cui sei la protagonista. il ricordo è molto sentito perché tuo padre era un ferroviere. VENIER: Sì, mio papà era ferroviere. Fare la copertina di quel magazine che mettono su tutti i treni, mi ha veramente molto commosso. Sono molto orgogliosa perché penso che papà essendo ferroviere ne sarebbe molto orgoglioso, no?

DIACO MOSTRA LA FOTO DI MAMMA ELSA IN UN PRIMO PIANO DA GIOVANE VENIER: Quanto era bella mamma, eh? Un’attrice…

DIACO: Devo dire di una bellezza incredibile! che rapporto aveva tua mamma con la bellezza? VENIER: No… io provengo da una famiglia molto modesta. Mamma era sarta quindi sono cresciuta con la sua macchina da cucire. Faceva le divise per i ferrovieri, e quando faceva delle modifiche mi chiedeva di andare a fare le consegne perché abitavamo nelle case dei ferrovieri. Mi diceva: “Vai, consegna il pantalone e questo è il conticino”. Io le rispondevo: “Mamma, io porto tutte le cose, ma il conticino no!” Mi vergognavo… ma la verità poi è che aspettavamo solo che quello pagasse… non è che avevamo tanto.

DIACO: Mi dai l’occasione di salutare tutte le donne (…) che come mia madre e la tua hanno fatto le sarte. è un mestiere molto pesante, che ha mandato avanti molte famiglie italiane. (…) voglio mandar loro un abbraccio enorme. a mamma elsa e a mamma giovanna. VENIER: A tutte!

DIACO: Mara, ho trovato un filmato… a me il rapporto con tua mamma mi contagia, mi devi dire tu… io vorrei mandarlo in onda… VENIER: Che filmato è?

DIACO: È un filmato de “La vita in diretta”… VENIER: No, no!

DIACO: Lo capisco… VENIER: No, ti prego! Sennò mi ci vuole un mese per riprendermi. Non sono mai più ritornata a Venezia…

DIACO: Ecco, non sei mai più ritornata a venezia… VENIER: No, non sono mai più ritornata a Venezia. Non c’è più… e non sono in grado di vedere quel filmato che abbiamo fatto insieme a Venezia, me lo ricordo molto bene.

DIACO: E io lo rispetto, e vado avanti.

DIACO  MOSTRA UNA FOTO DI MARA QUINDICENNE

DIACO: Guardate la bellezza di mara a 15 anni… ma che figa! VENIER: Ma va… mica tanto! Sono magra magra magra!

DIACO: Sembri la leader di un gruppo punk tedesco degli anni 70 VENIER: Sembro un maschiaccio. Non avevo tette. Non so come mi son venute tutte ‘ste tette poi perché ero proprio senza, completamente senza! La maternità… tutta roba vera, eh!

DIACO: Mara, col senno del poi… VENIER: … col seno del poi…

DIACO: Col senno del poi, cosa diresti a quella ragazza là? VENIER: Ero così sprovveduta, così ingenua! Ero una ragazzina per bene. E già allora ascoltavo solo il mio cuore. E da lì è partito tutto. Ho sempre ascoltato il cuore, non ho mai ragionato con la testa. Se avessi ragionato con la testa probabilmente la mia vita sarebbe stata diversa. Credo che nonostante tutto ho avuto tantissimo. Ho avuto tante gioie ma ho avuto anche tanti dolori. E credo che se sono quella che sono, è perché ho imparato di più dai dolori che dalla gioie. Mi sono serviti di più i grandi dolori: per migliorarmi, per cercare di capire di più la vita, per accettare quello che accade, per dare importanza alle grandi cose, anziché alle piccole cose. I grandi dolori ti fanno capire questo

DIACO: Che consapevolezza! (…) a proposito di ascolto, a casa tua si ascolta innanzitutto Battisti, si va a casa di Mara, si imbraccia una chitarra… VENIER: Domenica scorsa eravamo tutti lì!

DIACO: C’è un testo di Battisti che penso rappresenti la tua vita... DIACO E VENIER CANTANO IL MIO CANTO LIBERO

DIACO: Questo amore per Battisti da dove nasce? VENIER: La nostra generazione l’ha amato tantissimo! Battisti è quello che insieme a Modugno ha portato l’innovazione nella musica. Nelle serate a casa tra amici Battisti è un classico… quando inizi a suonare Battisti tu sai che si forma il gruppo!

DIACO: Domenica scorsa dopo cena ci siamo ritrovati in cucina con due nostri amici che lavavano i piatti e tu a un certo punto ti sei messa a lavare i vetri… una follia! tutto questo alle 11.30 di sera VENIER: (ndr ridendo) a mezzanotte!

DIACO: Senti Mara… VENIER: (ndr cantando) quello che potremmo fare io te…

Cuciniamo, cantiamo, suoniamo la chitarra, ci raccontiamo la vita…

DIACO: Se avessi avuto altre passioni ti avrei corteggiato non poco… VENIER: In un’altra vita…

DIACO: Beh, anche in questa! VENIER: Scusa, tu non sei sistemato?

DIACO: Sì, adesso sì! sono sposato infatti se non ci fosse stato Alessio, e Nicola… VENIER: Premetto che Nicola adora Alessio…

DIACO: Qualche settimana fa con un gruppo di amici abbiamo giocato a fare un programma di Mara su Raiuno in questa fascia oraria. a un Mara night show c’hai mai pensato? VENIER: Sai chi ci aveva pensato? Gianni Boncompagni. Gianni diceva: “dovremmo fare un programma a casa tua di notte in diretta”. Ma io dicevo: “ma io vado a dormì alle nove e mi sveglio alle 5!”. Gianni aveva proprio questa idea e ci teneva tantissimo a fare un programma a notte fonda. Lo voleva chiamare a casa di Mara.

LA RADIO, LA MIA PROSSIMA AVVENTURA

DIACO: Su radio 2 dopo tanti anni torna un programma fondato da luciano rispoli, il primo programma di dialogo con il pubblico. si chiamava Chiamate Roma 3131. dopo tanti anni torna e si chiamerà Chiamate Mara 3131

DIACO: Che ritorno… che bello! VENIER: No, è la prima volta che faccio radio, un debutto! La prima volta… sono un’incosciente, pazza! Ma mi sono un po’ innamorata delle persone che me l’hanno chiesto… il direttore di Radio Rai, Roberto Sergio, Paola Marchesini. Devo dire che sono stata conquistata da loro. Non pensavo mai di poter fare anche la radio. Dico sempre Domenica in mi basta e mi avanza! Ho fatto questo programma serale, La porta dei sogni ma erano soltanto 3 puntate! È andata bene. Sai, io mi impegno sempre tanto in tutto quello che faccio. Sembro un po’ cazzara – si può dire a quest’ora, no? - ma io non sono cazzara per niente, sono una  secchiona!

A Domenica in sembra tutto improvvisato. E una una buona parte lo è, però quando poi faccio le interviste, mi preparo tanto, do una logica a tutto quello che dico. Pensavamo a questo progetto e io mi son ricordata di questo programma storico chiamato chiamate Roma 3131, e ho detto: “ma perché non lo chiamiamo Chiamate Mara 3131? Mi sono portata Stefano Magnanensi, che sarà con me sempre in diretta, tutti i giorni. Da qualsiasi parte sia devo trovare uno studio e andare in diretta perché amo la diretta, mi piace l’imprevisto, quello che può succedere. Sarà una diretta col pubblico con le telefonate.

DIACO: Sono 27 anni che faccio la radio e devo dire che per me è il mestiere più bello che esiste VENIER: Allora dammi qualche consiglio…

DIACO: Ma figurati! il consiglio è essere te stessa. ti divertirai, impazzerai di divertimento e impazziranno gli ascoltatori che ti chiameranno in onda VENIER: Sì, sì, possono chiamare in diretta 06 3131, possono chiamare e parlare con me.

DIACO: La radio ha una forza incredibile perché a differenza di altri mezzi si avvale esclusivamente della voce. tant’è che ho sempre pensato che quando una persona sale in cielo ciò che rimane dentro il nostro mondo interiore è la sua voce. voglio fartene ascoltare una che secondo me coabita ancora dentro di te

DIACO FA ASCOLTARE IN STUDIO LA VOCE DI NANNI LOY

VENIER: Nanni Loy! Ti ringrazio per questo. Bisognerebbe ricordarlo di più perché è stato un grande, un innovatore vero. Ha portato le candid camera, ha fatto dei film meravigliosi. Per me, che ho perso mio padre quando ero molto giovane, lui è diventato un fratello maggiore. Ha preso un po’ il posto di papà insieme a Don Mazzi che mi accompagna ancora adesso nel mio percorso di vita. Devo tantissimo a Nanni Loy. Ho cominciato col cinema ed ero di una timidezza terribile… con lui avevo già fatto un film: Testa o croce con Pozzetto. Un giorno mi chiama e mi dice: “io faccio una serie di candid camera, tu te la senti di farle?” e mi propone questa roba assurda! Credo che se poi sono riuscita a superare la mia timidezza e il mio imbarazzo lo devo molto a Nanni Loy. Mi manca molto

DIACO: Un gentiluomo del cinema e della tv italiana, tra l’altro un grandissimo autore. VENIER: Posso dirti un’altra cosa? Amo la radio, ma da ascoltatrice… nel ’70, ’71,  appena arrivata a Roma ho preso l’epatite virale e mio marito mi ha mollato da sola in questa casa a via Aurelia con un amico medico che mi veniva a fare le flebo tutti i giorni. Sono rimasta 40 giorni isolata. Ricordo che avevo una piccola radiolina e la mia unica compagnia, l’unica persona che mi comunicava amore e affetto era Maurizio Costanzo, che conduceva Buon pomeriggio con Dina Luce. Ringrazio ancora Maurizio per questo perché per me quelli sono stati 40 giorni di profonda solitudine.