La Stampa, 12 gennaio 2020
Sanders in testa ai sondaggi in Iowa
Tra Bernie e l’Iowa c’è già del tenero. A tre settimane dal primo turno di primarie che si terrà nel "Granaio d’America" il senatore Sanders è in testa ai candidati democratici per le presidenziali col 20% delle preferenze. E’ quanto emerge da un un sondaggio Des Moines Register/Mediacom/Cnn. Seguono la senatrice Elizabeth Warren (17%), l’ex sindaco di South Bend Pete Buttigieg (16%) e l’ex vicepresidente Joe Biden (15%). Sanders ha fatto un balzo del 5% rispetto al precedente sondaggio in novembre, laddove Buttigieg é crollato di 9 punti nello Stato del Midwest che solitamente incorona il futuro vincitore delle primarie.
Si riducono i candidati
Nel frattempo si riduce il numero dei candidati che parteciperanno al prossimo dibattito tv del 14 gennaio in Iowa, solo in sei hanno conquistato l’accesso: Biden, Sanders, Warren e Amy Klobuchar, Buttigieg e il miliardario Tom Steyer. Fuori invece l’imprenditore di origini asiatiche Andrew Yang. I requisiti per partecipare erano il 5% in quattro sondaggi approvati dal partito, a livello nazionale o in uno dei primi quattro Stati dove si vota (Iowa, New Hampshire, Nevada e South Carolina) o il 7% in sondaggi approvati sempre dal partito e condotti negli stessi Stati. Erano richiesti anche almeno 225 mila donatori individuali. Quest’ultimo requisito spiega perché è assente il miliardario Michael Bloomberg, che ha deciso di usare per la campagna solo fondi propri rifiutando ogni donazione. Il front runner Biden si avvina all’appuntamento di martedì forte di un nuovo appoggio, quello di Eric Garcetti, il sindaco di Los Angeles il quale dice: «Abbiamo bisogno di lui per riportare il paese e il mondo di nuovo insieme in questi tempi pericolosi».
Tra chi ha rinunciato alla corsa c’è invece Marianne Williamson, scrittrice e attivista per diritti Lgbt e per la pace nel mondo, che mette fine alla sua campagna come candidata presidenziale dem, spiegando di non aver ottenuto sufficiente consenso per continuare la corsa. La candidata "new age", amica di Oprah Winfrey, autrice e guru motivazionale a Hollywood aveva tuttavia conquistato l’attenzione, soprattutto per l’uso di riferimenti insoliti nella politica americana: «forze oscure», «buio psichico», «ventre molle». «Nel 2016 - ha detto - Trump non ha vinto perché aveva un piano, ma perché aveva un messaggio».