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 2020  gennaio 12 Domenica calendario

Gallerie, norme ignorate per 13 anni

Dopo tredici anni in cui i concessionari della rete autostradale hanno pressoché ignorato la normativa europea entrata in vigore nel 2006 autodenunciandosi solo nel novembre 2019, ora arriva una diffida «a mettere immediatamente in sicurezza» le gallerie di competenza. Ma ad Autostrade per l’Italia e le sue 105 gallerie fuorilegge arriva anche e soprattutto una serie di prescrizioni - dieci in tutto - che impongono una serie di interventi urgenti. 
Dalle carte dell’inchiesta della guardia di Finanza spunta un documento con cui «la commissione permanente per le gallerie» del Consiglio superiore dei lavori pubblici aveva dettato a inizio novembre una serie di interventi straordinari e immediati da mettere in atto all’interno dei tunnel proprio per superare il deficit in materia di sicurezza. Una serie di provvedimenti che, secondo la commissione, consentiranno «il mantenimento in esercizio, ancorché limitato, delle gallerie non conformi». Il dettaglio di questi interventi era stato notificato ad Autostrade un mese e mezzo prima che crollasse il soffitto della galleria Bertè sull’A26 con 2,5 tonnellate di detriti che sono precipitati sulla strada. 
Le prescrizioni impongono di «adottare opportune misure di limitazione della circolazione» (come ad esempio la limitazione della velocità o il divieto di sorpasso dei mezzi pesanti e degli autobus) o di valutare «la disponibilità di percorsi alternativi su cui indirizzare il transito dei veicoli trasportanti merci pericolose». Con un divieto piuttosto importante. E cioè quello di proibire il transito di questi mezzi «nelle gallerie in cui non è presente l’impianto di drenaggio dei liquidi infiammabili e tossici». 
Nelle prescrizioni imposte ad Aspi figura anche quella di «segnalare la mancanza dell’illuminazione a una distanza adeguata dagli imbocchi» e di «garantire la presenza di lampade portatili nelle gallerie sprovviste dell’illuminazione di evacuazione». La Commissione chiede anche ad Autostrade di realizzare un «centro di controllo connesso a tutte le gallerie», di «garantirne la sorveglianza permanente per tutte le ventiquattro ore, sette giorni su sette», di incrementare la sorveglianza antincendio «con l’impiego di personale in possesso di un attestato o di idoneità tecnica», di assicurare «un approvvigionamento idrico sufficiente nelle gallerie sprovviste» e «di implementare la segnaletica agli imbocchi». E ancora: «garantire la presenza di estintori portatili e la copertura Gsm nelle stazioni di emergenza» utilizzando anche «ponti radio». Da Autostrade fanno sapere che molti lavori sono stati eseguiti ed entro maggio termineranno gli interventi prescritti. E che le difficoltà fino a oggi hanno riguardato problematiche legate alla burocrazia, alle gare di appalto e alla stabilità delle aziende in appalto. 
Autostrade per l’Italia, evidenzia anche che gli adeguamenti di impianti delle gallerie non hanno nulla a che vedere con la sicurezza statica di tali strutture. La società aveva segnalato già nel novembre 2108 alla commissione la difficoltà, comune a tutti i concessionari, di rispettare la scadenza per il completamento degli adeguamenti. Ad aprile Aspi, unica tra tutte le concessionarie, ha attivato una serie di misure compensative, sulla base di un apposito studio sulla sicurezza. Le prescrizioni sono state imposte solo dopo l’apertura del procedimento europeo di infrazione nei confronti dell’Italia. 
Nelle prossime settimane i militari della guardia di Finanza diretti da Ivan Bixio (Primo Gruppo) e Giampaolo Lo Turco (nucleo metropolitano) inizieranno una verifica all’interno di alcune di queste 105 gallerie che si trovano in tutta Italia ma soprattutto in Liguria e Piemonte. E confronteranno prescrizioni e interventi. Si comincerà proprio dalla galleria del crollo (la Berté sulla A26) che si trova nell’elenco di quelle considerate a rischio. Tutti questi accertamenti saranno svolti incrociando la documentazione sequestrata nei giorni scorsi nella sede di Aspi. Nel caso in cui verrà accertato che il mancato adeguamento alle normative abbia provocato problemi per la sicurezza degli utenti (come nel caso della galleria dell’A26) potrebbe scattare la denuncia. Se invece non ci saranno conseguenze o rischi è già stata prevista da parte del provveditorato alle opere pubbliche una sanzione amministrativa nei confronti del concessionario che va «dai cinquanta ai centocinquantamila euro», come viene indicato nella documentazione d’inchiesta. Nel mirino della commissione, è bene ricordarlo, ci sono 105 gallerie di competenza Aspi ma anche altri novanta tunnel sotto la gestione di altre concessionarie.