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 2020  gennaio 12 Domenica calendario

La proposta di matrimonio del tenore Grigolo

Tra pochi giorni si dichiarerà alla Scala nel Roméo et Juliette di Gounod. Ma una settimana fa lo ha fatto davanti a una platea ancor più grande, e per davvero: ospite di Michelle Hunziker, durante la trasmissione All together now Vittorio Grigolo ha chiesto alla ballerina e modella ucraina Stefania Seimur di sposarlo, coronamento di una love story iniziata un anno a mezzo fa. «Perché l’ho fatto lì? Mi sentivo a casa, circondato da artisti che come me sanno quanti sacrifici richiede l’arte, e tra le cose che si sacrificano spesso c’è la famiglia» spiega Grigolo, che Pavarotti aveva indicato come suo erede, e infatti è diventato uno dei tenori più popolari e amati al mondo.
«L’ho fatto perché ho pensato a tanti che erano davanti alla tv e che vorrebbero ma non hanno ancora un amore: quando scegli di fare il cantante, lirico o pop non conta, devi accettare di diventare un personaggio pubblico, e credo sia giusto che il nostro privato venga fatto conoscere non solo se accade uno scandalo ma anche per qualcosa di bello».
Qualcuno avrà avuto il dubbio che fosse: «Tutto vero, ci sposiamo tra poco. In televisione non è passato, ma il discorso era più lungo e ho pianto come un vitello, è per questo che gli altri avevano le lacrime». Per chi vive cantando sui più grandi palcoscenici una sera Rodolfo in Bohème e un’altra Alfredo in Traviata c’è il rischio di non distinguere tra il teatro e la realtà: «La vita è una grande opera, opera del destino che ci mette davanti delle scelte e un po’ opera nostra perché col libero arbitrio possiamo sbagliare o far giusto. Io ho sbagliato tanto ma ho anche fatto tanto».
Tra i presunti sbagli, una presunta molestia a una ballerina della Royal Opera House, «un equivoco sgonfiatosi presto; fui sospeso dal teatro londinese, ma subito dopo cantai l’Elisir alla Scala e fui sommerso dall’amore del pubblico». Ora, dopo nove anni, torna ad affrontare alla Scala i virtuosismi vocali di Roméo: «Si può solo se si lavora tantissimo. Un secolo fa i tempi erano più dilatati: Caruso prendeva la nave per andare al Metropolitan, oggi si può volare da un continente all’altro ogni settimana, siamo sempre nel vortice». Tanto più se oltre al teatro si diventa personaggi televisivi: «orgoglio italiano» lo definiva Bonolis, da cui ha cantato E lucean le stelleda Tosca e The show must go on dei Queen; Maria De Filippi l’ha scelto come coach di Amici dove ha duettato con Ricky Martin, «e aggiungiamo i social: Pavarotti riuscì a far entrare la lirica nella televisione, oggi un’opera mandata in tv non è più un evento; per questo ho cantato  Traviata alla stagione di Zurigo e L’elisir d’amore all’aeroporto di Malpensa, faccio set fotografici dove ci metto tutto di me, anche primi piani dove piango, posto video».
Un talento smisurato, una vita di sacrifici sull’altare dell’arte, l’adorazione dei melomani; ma poi la grande fama popolare è legata a una comparsata in tv o all’attività social: «Se è frustrante? Non mi pongo il problema. In teatro incontro il pubblico che viene lì e che ha dai 30 ai 60 anni, se voglio far conoscere l’opera a chi ha 12 o 25 anni come faccio? Vado ad Amici, canto Maria Maria ma a mezzanotte intono E lucean le stelle, così i giovani scoprono che la bella musica è una e comprende i Queen come Puccini».