Corriere della Sera, 12 gennaio 2020
Al Sud si vive fino a 10 anni in meno
È quella di un Paese diviso in due la fotografia dell’Italia che il Cnel traccia nella relazione 2019 al Parlamento e al governo che sarà presentata mercoledì. In particolare l’organo presieduto da Tiziano Treu evidenzia che nei servizi si registrano prestazioni maggiori e più efficienti al Nord rispetto alle Regioni del Sud. In generale comunque «i servizi delle pubbliche amministrazioni centrali e locali a cittadini e imprese hanno un elevato peso economico rispetto alla qualità delle prestazioni erogate».
Nella sanità l’Italia si colloca «tra i paesi più virtuosi» ma restano grandi «disparità» nelle cure e nella speranza di vita, sia a livello territoriale sia tra ricchi e poveri con una differenza tra le fasce più ricche del Nord e quelle più povere del Sud di circa 10 anni nella speranza di vita. Tra Milano e Napoli c’è una differenza sulla speranza di vita di quasi tre anni. Per la salute gli italiani spendono mediamente 655 euro all’anno.
La PA – composta da 12.874 enti pubblici che danno lavoro a 3,5 milioni di persone, sia pure 300 mila in meno rispetto al 1991 – continua a costare tanto rispetto al livello del servizio reso, evidenzia il Cnel. I servizi amministrativi locali pesano su ogni cittadino e impresa per circa 205 euro l’anno. Il dato più critico è quello degli asili nido, con 6.467 euro di costo medio per bambino e solo un quarto di posti disponibili: «Il sottodimensionamento degli asili nido— sottolinea il Cnel – rappresenta uno dei maggiori ostacoli alla conciliazione dei tempi di vita e lavoro delle donne».