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 2020  gennaio 11 Sabato calendario

Stress e depressione, Hong Kong a pezzi

Non sono solo le guerre a minare la salute mentale, oltre che fisica, della popolazione. Secondo uno studio pubblicato dalla più autorevole rivista scientifica medica del mondo, Lancet, anche vivere in un luogo dove sono in corso conflitti sociali provoca la cosiddetta sindrome da trauma psicologico e, di conseguenza, quella post traumatica. Lo staff della rivista scientifica lo ha dedotto studiando i risultati di un dossier dei ricercatori dell’Università di Hong Kong sullo stato di salute mentale degli abitanti: uno su tre adulti di Hong Kong ha riportato sintomi di disturbo traumatico da stress durante i nove mesi di disordini sociali spesso violenti, peraltro ancora in corso.
La gamma dei disturbi con cui si conclama il Ptsd ( post traumatic stress desorder) è molto ampia: va dalla tristezza, nel migliore dei casi, alle allucinazioni e reazioni violente, fino all’omicidio. Spesso i problemi mentali sono anche accompagnati da reazioni fisiche come tremori e atti di autolesionismo. La malattia più comune è la depressione. Nello studio medico-scientifico si legge che un abitante su dieci della metropoli cinese presentava quei sintomi. Si tratta di cifre paragonabili a quelle osservate nelle aree di conflitto armato o dopo attacchi terroristici. Più la violenza fisica e psicologica è maggiore, più lo stress aumenta e sussiste nel tempo, per poi peggiorare se non viene curato. La prevalenza dei sintomi del Ptsd è stata sei volte più alta rispetto alle ultime grandi proteste del movimento Occupy a favore della democrazia nel 2014, passando da circa il 5% a marzo 2015 a quasi il 32% a settembre-novembre 2019.
L’aumento corrisponde a ulteriori 1,9 milioni di adulti con sintomi Ptsd nella città che conta 7,4 milioni di residenti. Dal dossier medico si apprende che fino all’11% degli adulti presi in esame ha riferito sintomi di depressione, rispetto a circa il 2% prima delle proteste di Occupy e al 6,5% nel 2017. “Uno su cinque adulti ora riferisce probabile depressione o sospetto di Ptsd, che è paragonabile a quelli che vivono conflitti armati, disastri su vasta scala o attacchi terroristici”, ha riportato uno dei ricercatori. Un altro dato molto interessante: l’uso massiccio dei social media per seguire eventi socio-politici sembra aumentare il rischio di probabile depressione e sospetto di Ptsd. “Hong Kong ha risorse limitate per far fronte a questo onere eccessivo per la salute mentale”, ha commentato il professor Gabriel Leung, decano della medicina presso l’Università di Hong Kong, che ha co-realizzato la ricerca. I ricercatori hanno utilizzato sondaggi realizzati prendendo un campione di 18.000 persone tra il 2009 e il 2019 in quello che viene definito lo studio più ampio e più lungo circa l’impatto dei disordini sociali sulla salute mentale nel mondo. Gli scienziati hanno peraltro sottolineato che i loro risultati potrebbero sottostimare l’entità dei problemi di salute mentale della popolazione di Hong Kong in quanto non includevano i minori di 18 anni, che costituiscono una grande percentuale di manifestanti.
Negli ultimi sette mesi, i disordini sono sfociati in una guerriglia tra i dimostranti da una parte e la polizia affiancata da sostenitori di Pechino dall’altra. Questi ultimi hanno contribuito ad accrescere il tasso di violenza. “Con i disordini sociali in aumento in tutto il mondo – anche nelle principali città come Barcellona, Delhi, Parigi e Santiago nel 2019 – la questione di come questi incidano sulla salute mentale della popolazione è di grande importanza per la salute pubblica”, ha affermato Michael Ni dell’ateneo della città ribelle. Prima di questo studio, ne erano stato condotti altri nelle zone del mondo dove la violenza e i conflitti sono endemici e quotidiani. Il più esaustivo fu quello in Messico. Anche lì il risultato fu lo stesso di quello appena pubblicato.