Libero, 11 gennaio 2020
La provincia cinese con solo 17 poveri
nLa Cina ha abolito la povertà. Non per decreto, come voleva fare Luigi Di Maio, ma con semplici sistemi statistici. La provincia di Jiangsu, ad esempio, sfidando la credulità dell’opinione pubblica, ha comunicato che solo 17 dei suoi cittadini sono al di sotto della soglia di povertà. Diciassette, su 80 milioni. Sebbene la soglia sia di soli 6mila yuan (862 dollari) all’anno, che solo lo 0,00002 per cento – come sottolinea la BBC – sia sotto la soglia di indigenza è apparso poco credibile e gli internauti cinesi hanno espresso tutto il loro scetticismo. La provincia sudorientale – la cui capitale è Nanchino – è certamente una delle più ricche del Paese del dragone; ospita fra l’altro la sede del gigante finanziario Suning. E negli ultimi anni due milioni e mezzo di cittadini, secondo dati della provincia, sono usciti dalla povertà. «Come possono essere così accurati?» ha scritto su Weibo un utente citato dal tabloid Global Times. «Non ci credo. Non ci sono disoccupati nella provincia? Nessun mendicante?». C’è anche chi ha scelto una forma velata di ironia per commentare il risultato, come l’utente ’xianggejiahaò, che si presenta come residente nel Jiangsu. «Ci sono state notizie di morti improvvise tra chi lavora per alleviare la povertà a causa del lavoro eccessivo. Il loro lavoro è davvero stancante e difficile. Dovremmo ringraziarli». La comparazione con le altre regioni del grande Paese non è facile perché non esiste una definizione standard di povertà per tutte le aree cinesi. Uno dei riferimenti presi spesso in esame è un reddito annuo di 2.300 yuan (331 dollari). Secondo questo standard, nel 2017 c’erano circa 30 milioni di persone che vivevano in povertà in tutto il Paese. Ma alcune regioni, e tra queste rientra anche quella di Jiangsu, hanno elevato la soglia a 6.000 yuan. Ovvero, 2,40 dollari al giorno, posizionandosi al di sopra della soglia di povertà internazionale fissata dalla Banca mondiale (1,90 dollari). A livello nazionale, la Cina ha visto crollare i tassi di povertà dagli anni ’90 e Pechino spera di sradicarla entro il 2020. Ma, nel frattempo, la Cina è passata da Paese «moderatamente diseguale nel 1990 ad essere uno dei paesi più diseguali del mondo», secondo un rapporto del 2018 del Fondo monetario internazionale.