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 2020  gennaio 11 Sabato calendario

I preservativi vegani

Con i preservativi vegani la sostenibilità finisce anche sotto le lenzuola. I condom vegan, cruelty-free e sostenibili si stanno ritagliando il loro spazio su un mercato che, secondo la società tedesca Statista, vale circa 8 miliardi di euro ed è destinato a sfiorare i 10 miliardi entro il 2021 e i 15 entro il 2026.A rivoluzionare il settore ci hanno pensato Philip Siefer e Waldemar Zeiler creando Einhorn, unicorno in tedesco. Tutto è partito quattro anni fa con una campagna di crowdfunding da 100 mila euro, mentre oggi la loro startup che promuove prodotti vegani per l’igiene fattura circa 5 milioni e, come racconta la Bbc, una fetta importante del loro business è data dai preservativi: l’anno scorso ne hanno venduti 4,5 milioni di pezzi e il commercio online è stata la chiave di volta.
Come fanno i preservativi a essere vegani? Oltre al lattice, l’ingrediente chiave del prodotto che si ricava dalla linfa estratta dagli alberi della gomma, quindi di origine vegetale, serve anche la caseina. Questa proteina di origine animale ha l’obiettivo di ammorbidire il lattice ed è contenuta dalla maggior parte dei condom in commercio. Einhorn, invece, utilizza un lubrificante naturale a base vegetale.
«Volevamo creare un prodotto che fosse facile da vendere e spedire online, e qualcosa in cui non avremmo dovuto affrontare i resi, poiché è uno dei maggiori costi per le vendite online», ha spiegato all’emittente Siefer. «Quindi i preservativi erano il prodotto perfetto. All’inizio non avevamo nemmeno considerato se sarebbero stati vegani o meno».
I clienti di Einhorn hanno un’età compresa tra i 20 e i 40 anni e il 60% degli acquisti è effettuato da donne.
La sostenibilità del business parte direttamente dalle coltivazioni degli alberi della gomma: la società ha stretto accordi con piccoli produttori in Thailandia, che non utilizzano pesticidi e tutelano la biodiversità. Questi agricoltori sono pagati il 15% in più rispetto al salario minimo e attualmente sono in corso di implementazione progetti per informarli dei loro diritti di lavoratori.
Resta il nodo dell’imballaggio: i preservativi sono presentati e contenuti in confezioni di carta riciclata e il prossimo passo sarà studiare come sostituire i singoli involucri in alluminio.
Un pacchetto di sette preservativi viene venduto a sei euro e l’azienda reinveste il 50% dei profitti in progetti sociali.