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 2020  gennaio 11 Sabato calendario

L’auto che si guida da sola farà risparmiare 11 ore a settimana

Tra tanto nuovismo pataccaro che ci arriva ogni giorno dalla Silicon Valley (l’ultima nata è la poltrona che cammina in bilico su due ruote, una pagliacciata da circo equestre) non c’è dubbio che l’auto autonoma è una delle innovazioni più attraenti.Smentisce cioè la regola d’oro che accomuna il 99% delle diavolerie inventate (si fa per dire) ultimamente tra Menlo Park e Paolo Alto, nella mitica Valley: farci perdere tempo. Videogiochi sempre più idioti e ipnotizzanti, social network da beoti, fake news che sarebbe meglio non leggere ma che ti abbindolano, sono altrettanti nemici giurati del nostro tempo libero, la risorsa scarsa (ahimè, la più scarsa di tutte) che abbiamo. La più preziosa, la più fragile: da difendere a ogni costo.
Ecco: la guida autonoma difende il nostro tempo, vivaddio. Significa che quando uno qualunque dei 38,5 milioni di patentati italiani (per citare il nostro paese) potrà contare su un’auto che si guida da sola, risparmierà tutto il tempo di concentrazione e stress che oggi deve dedicare a guidarla lui, quell’auto. Undici ore alla settimana, per i cittadini, dicono le statistiche! Dunque un’innovazione che regala tempo. O almeno salva il nostro tempo.
Ma può anche regalare molto di più: può salvare vite. Già, perché, per quanto sia follia immaginare un sistema di guida talmente sofisticato da non sbagliare mai, è sicuro che i robot non s’ubriacano, non s’insonnoliscono, non procrastinano di andare dall’oculista quando iniziano a vederci male, non sono mai stanchi. Non fanno stragi del sabato sera per violato tasso alcolemico. Certo, non è una prospettiva concreta per domani, questa della guida autonoma su vasta scala. Ma ci sono città come Merano dove in questi giorni viene sperimentata su un piccolo bus di linea lungo una tratta protetta ma non chiusa. O città come Chandler, in Arizona, dove funziona già regolarmente un servizio di taxi autoguidati. Stiamo cominciando, insomma: ed è affascinante.
Il problema è senz’altro quello dell’ulteriore affinamento delle capacità robotiche di questi veicoli: per averli perfetti ci vorrà ancora qualche anno. Ma è anche un problema politico: perché dall’auto autonoma non tollereremmo le distrazioni per cui ciascuno di noi almeno una volta ha fatto un tozza-tozza al semaforo, ha strisciato la fiancata in garage e simili. Invece, l’affidabilità delle auto autonome andrebbe misurata con la pietra di paragone delle capacità e dell’affidabilità dell’automobilista medio. E allora sì che fin da oggi avrebbero vittoria facile: e quindi sarebbe giusto dare ai robot pari opportunità!