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 2020  gennaio 11 Sabato calendario

I 90 anni di Topolino

Il 13 gennaio 1930 fu pubblicato il primo fumetto di Topolino. Celebriamo con piacere il novantesimo compleanno di questa simpatica creatura che ha rallegrato l’infanzia di varie generazioni e che ancora oggi miete un successo universale. E ci diverte la circostanza che, mentre numerosi volumi che spiegavano il mondo e il suo futuro sono finiti in soffitta e nell’oblio, questa pubblicazione continua a deliziarci nei momenti di svago. Ma è una stranezza solo apparente: perché i personaggi di Walt Disney contengono delle autenticità psicologiche sempre attuali, espresse in modo elegante e ironico, indirizzate ai fanciulli ma istruttive per gli adulti. La verità evangelica abscondisti haec a sapientibus et revelasti ea parvulistrova qui, se non proprio una conferma, un buon motivo di riflessione.
Mickey Mouse aveva già esordito due anni prima nei cartoni animati, e dopo un inizio controverso aveva sostituito il gatto Felix nelle preferenze degli americani. La sua carriera cinematografica sarebbe continuata a lungo, culminando nel capolavoro assoluto di Fantasia dove, sotto la bacchetta di Leopold Stokowski, interpreta l’incauto apprendista stregone che evoca le incontenibili forze idriche della Natura. Ma noi preferiamo celebrarlo non solo come personaggio originale e gentile, ma anche come capostipite di una generazione di animaletti più o meno antropomorfi paperi, cuccioli, porcellini, cerbiatti, lupi ecc protagonisti o comparse di centinaia di episodi frutto dell’inesauribile creatività dei disegnatori, e raccolti in pubblicazioni settimanali recanti, appunto, il nome del capostipite. 
LA PARENTESI
In Italia il settimanale apparve il 31 Dicembre 1932 e, salvo la parentesi della guerra, continuò ininterrottamente fino ai giorni nostri. Nel frattempo, il simpatico topastro cumulava onori e ricavi: tradotto in decine di lingue, coronato nel 1935 dalla Società delle Nazioni come «simbolo nazionale di buona volontà», inserito in tutte le enciclopedie a cominciare dalla Britannica, avrebbe raccolto decine di miliardi dollari, collocandosi tra le vette dei personaggio di fantasia più redditizi della storia: più del doppio di Harry Potter e poco sotto i Pokemon.
Come personaggio, per la verità, era abbastanza convenzionale. Le sue avventure sono complesse, ma comunque ispirate ai buoni sentimenti civili e morali: il nostro eroe vi recita quasi sempre la parte dell’investigatore in lotta con malviventi grossolani come Pietro Gambadilegno, insidiosi come l’idraulico Giuseppe Tubi, o diabolici come Spennacchiotto, lo scienziato malvagio. Il suo talento prevale sempre sull’arroganza dei prepotenti, e i suoi successi non compromettono il suo solido buon senso. Esasperati da tanta integrità, qualche volta siamo tentati di parteggiare per i malandrini. 

GLI AMICI
Gli amici di Walt Disney riconobbero in Topolino la personalità del suo creatore: buon cittadino e patriota, conservatore e legalitario per sincera convinzione ma senza eccessi. In effetti, quando Disney fu chiamato a testimoniare nel 1947 davanti alla Commissione per le attività antiamericane, pronunciò una dura requisitoria contri i comunisti di Hollywood, ma salvò molti colleghi: era un uomo di buon carattere, e tendeva a render simpatici anche gli avversari. Anche il suo personaggio prediletto, che dal 42 al 45 interpretò la parte di cacciatore di spie naziste, non fu mai particolarmente accanito. 
Questo assennato investigatore non poteva esaurire le caratteristiche del nevrotico Novecento, e il suo giudizioso raziocinio rischiava di renderlo noioso. Forse per questo fu creato il suo personaggio complementare, sprovveduto, sfortunato, pigro e iracondo. Paperino, con la famiglia allargata, diventò così l’altra faccia del settimanale che conservava il titolo del protagonista ma ampliava la dimensione della simpatia, e ben presto Paperopoli sostituì Topolinia nelle preferenze dei lettori. I nostri geniali disegnatori e gli autori dei testi superarono in abilità e in arguzia gli originali americani, e con la duttilità della nostra lingua crearono dei jeux de mots di brillante efficacia. Ricordiamone alcuni. 

IL CONCERTO
Il solista Pifferowski che suona il concerto di Chebelssohn, una crasi ingegnosa tra una bella musica e il noto compositore. Oppure la biblioteca di Paperone, dove campeggiano l’Oro del Reno, la Ricerca del Vello d’oroe altre opere aurifere monotematiche. E ancora i travestimenti dei Bassotti, impegnati nel vano tentativo di svuotare il deposito del riccastro presentandosi sotto le spoglie più disparate: ora come i titolari della ditta trasporti Bass & Otti; ora come i petrolieri russi Yuri Bassowsky e la moglie Nina Bassovna; oppure come il faccendiere Bassetto Bassetti, consulente fiscale. Tutti espedienti sventati dal diffidente miliardario. E infine le invenzioni inutili di Archimede Pitagorico: il disco muto per sordi, gli occhiali senza lenti per chi ha la vista sana; la tazzina col manico a sinistra per mancini, e via così in una esilarante sequenza di genialità. 

LE EDIZIONI
A novant’ anni dalla nascita, Topolino e i suoi protagonisti continuano ad essere pubblicati in tutto il mondo, e le ultime edizioni sono addirittura rilegate. Come i gialli di Agatha Christie, non conoscono i confini dei Paesi né l’età dei lettori, e la loro diffusione insidia i primati di Shakespeare e persino della Bibbia. Anche gli intellettuali più arcigni, che avevano auspicato il tramonto di questi fumetti così socialmente neutrali e disimpegnati, hanno dovuto riconoscere il duraturo primato delle creature di Walt Disney sui concorrenti più cervellotici e intimamente tormentati. È un primato comprensibile, perché chi acquista un giornalino non vuole il surrogato di un’omelia freudiana, ma una ventata di intelligente fantasia che ci diverta, proprio in senso etimologico, dalla prevedibile monotonia della quotidianità. E queste storie mantengono la freschezza dell’umorismo pulito, il vigore di una fertile ed inesauribile immaginazione, e l’accuratezza di un disegno dove ritroviamo, anche nelle figure più strampalate, alcune caratteristiche ricorrenti : le facce assonnate del Consiglio comunale di Paperopoli assomigliano pericolosamente a certe immagini del nostro Parlamento sbiadito. Allo stesso modo, quando compulsiamo freneticamente il cellulare per trovare la risposte immediate alle domande più inattese, ricordiamo sorridendo che non c’è nulla di nuovo sotto il sole, e che più di mezzo secolo fa i tre paperini disponevano di uno strumento simile: il Manuale delle Giovani Marmotte, vero condensato del sapere universale.