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 2020  gennaio 10 Venerdì calendario

Il gorilla condannato all’ergastolo

La storia di Riù, il gorilla più solo del mondo, unico esemplare presente in Italia, condannato all’ergastolo! Dal 2008 vive in completa solitudine nello zoo safari di Fasano (Brindisi), detenuto in una esigua area di 150 metri quadrati con tre alberi elettrificati e muri di cemento anche questi elettrificati, che delimitano la sua prigione, che con solo una decina di passi si può attraversare da un punto all’altro. Non può neppure toccare un albero perché, come detto, parte la corrente a basso voltaggio, che emette un rumore fastidioso. Un carcere a vita ignobile, insostenibile. Riù fu catturato in Kenya nel 1975, quando aveva circa un anno, assieme a un altro cucciolo, Pedro. Entrambi furono poi portati in Europa e venduti al circo Medrano per 850 mila lire. Queste due creature hanno vissuto assieme per 33 anni, soffrendo la carcerazione che i circhi impongono ai loro animali. Chissà, forse si rincuoravano l’un con l’altro, anche solo con uno sguardo. Poi purtroppo nel 2008 Pedro morì e Riù rimase solo. Allora, forse perché vecchio e ormai inutile come attrazione circense, fu trasferito per l’appunto nello zoo safari di Fasano, tanto avrebbe reso quattrini anche lì. Sì, perché spesso ci sono legami stretti tra circhi e zoo: infatti le società che gestiscono il circo Medrano sono le stesse che amministrano lo zoo safari di Fasano e lo zoo di Ravenna (Alfa 3000/Leo 3000), dove vengono detenuti gli animali anziani dei circhi non più impiegati negli spettacoli. 

POLI DIDATTICI? Dice a questo proposito l’associazione Essere Animali: «Nuovi animali verranno impiegati nel circo, in spettacoli molto discutibili e contro la loro natura, mentre lo zoo potrà esibire altri esemplari, che saranno ancora confinati in un luogo ancora non consono». In più questi zoo vengono mascherati come poli didattici, mentre le associazioni animaliste, supportate dai contributi di esperti di fama nazionale, affermano: «In questi parchi si mira solo a fare business, senza alcuno scopo didattico o scientifico, millantato invece dai proprietari che dichiarano “la vera anima del Safari Ravenna è la didattica”». Torniamo al povero Riù, rapito, imprigionato, esibito tra circo e zoo. La sua non è vita, non lo è mai stata. Ergastolano da 46 anni e in solitudine totale da 12 – cioè dal 2008, quando venne trasferito nella sua nuova “casa galera“. Isolato, triste e malinconico, con lo sguardo perso nel vuoto, tempo fa si valutò di affiancargli una compagna per strapparlo alla monotonia e solitudine, ma non è mai arrivata, «troppo piccolo quel recinto per due gorilla – si erano giustificati tutti – è impossibile”. O forse ingrandirlo è solo troppo costoso? Così per aiutarlo a sopravvivere, a combattere noia e depressione, hanno ripiegato installando una televisione dentro la sua cella, unica sua “compagna”, che guarda rapito quando scorrono immagini di animali selvatici nel loro habitat. Chissà se ricorda, se sogna quella libertà che per poco tempo ha avuto. Perfino il ministero dell’Ambiente anni fa si interessò a lui, chiedendo di trasferirlo in uno zoo in Danimarca con altri suoi simili che vivono in un’ampia area, ma la proprietà si oppose e non volle lasciarlo andare. Episodio confermato dai funzionari ministeriali: «Ci sarebbero due gorille, a Copenhagen, che potrebbero accoppiarsi con lui, ma non lì dov’è perché ci sono enormi problemi di spazi. Bisognerebbe che per il bene di questo gorilla lo si lasciasse andare, ma la proprietà non vuole saperne». 

APPELLO IN RETE Il tempo passa, lui invecchia e la sua vita l’ha trascorsa in schiavitù, scontando una condanna all’ergastolo che pare non avrà mai fine. Ma la gente non è tutta insensibile e la triste storia di questa creatura ha commosso migliaia di persone, che hanno firmato una petizione su change.org chiedendo di intervenire subito affinché Riù sia trasferito in un altro zoo europeo, tipo Copenaghen (recinto da 12.000 m2) o Barcellona (due maschi e undici femmine) e dargli la possibilità di vivere con i suoi simili gli ultimi anni della sua vita. I gorilla, dopo scimpanzé e bonobo, sono i nostri parenti più prossimi, intelligentissimi, a rischio di estinzione. Sono animali sociali, vivono in branchi composti da una decina di esemplari, a capo del gruppo c’è un maschio che difende e protegge il suo gruppo e lo guida negli spostamenti nella foresta. Nonostante l’aspetto imponente, sono animali pacifici e tranquilli. Diamo allora a questo gigante buono la possibilità di vivere con i suoi simili gli ultimi anni della sua vita, in un grande spazio, dove ci siano erba ed alberi da toccare e dove potrà trovare lo sguardo amico di un altro gorilla.