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 2020  gennaio 10 Venerdì calendario

Biografia di Meghan Markle

Rachel Zane si aggira tuttora nelle sette serie di Suits, più di cento puntate, una meraviglia: assistente legale molto creativa, vive con Mike finto avvocato geniale con faccia da bambino, innamorato pazzo di lei sempre in camicetta bianca, stretta gonna nera al ginocchio, gambe massime di perfezione e quel bel color beige che le deriva dal babbo molto nero, celebre avvocato, e presumibilmente da una mamma pallida. La si poteva vedere con quei lunghi capelli neri e l’elegante didietro in streaming (e la si potrà vedere nell’eternità di Netflix), mentre col nome di Meghan Markle nella realtà incontrava un giovane principe innamorandosene e soprattutto facendolo innamorare, si convertiva dalla religione cattolica (studiava dalle suore) a quella anglicana, lo sposava, diventava Sua Altezza duchessa di Sussex per l’Inghilterra, contessa di Dumberton per la Scozia, baronessa di Kilkeel per l’Irlanda, metteva al mondo il principino Archie Harrison. E l’altroieri annunciava con il marito Harry, pur con tutti quei titoloni e lo spauracchio per fortuna molto lontano di diventare re e regina, di aver deciso di vivere lontano dalla Corte, in Canada e Usa, con qualche visita nella loro Gran Bretagna: rinunciando non ai loro doveri istituzionali ma a certe prerogative reali, non è ancora chiaro se anche al dovizioso appannaggio, per dedicarsi a opere di bene e addirittura guadagnarsi la vita.
Lei avrebbe già più di un mestiere, e tutti meno pesanti di quello che le ha imposto il matrimonio; l’attrice, la calligrafa, l’esperta di relazioni internazionali con laurea, la specialista dei diritti civili. E soprattutto l’esperienza di una ragazza afroamericana, situazione non delle più facili, che con le sue forze, intelligenza, impegno, accanimento, studio, e naturalmente bellezza ha fatto una carriera sua, evidentemente irrinunciabile,che invece il matrimonio l’ha costretta a interrompere, facendola precipitare in una situazione che nessuna donna d’ingegno accetterebbe, a meno che, borghesuccia ambiziosa, già da piccina giocasse a fare la regina. Per esempio portare sempre il cappello, guai a mettere due volte lo stesso vestito, scarpe colore del cappotto, sollevazione di ogni tipo di piccino, visite in luoghi disastrati, feste di corte con medaglie e tiare, obbligo di finti litigi con la cognata futura moglie di re, lo sguardo sonnacchioso della regina, la mamma nera incazzata, il papà bianco non ammesso nella nuova famiglia, il buonismo per il suo colore, il fastidio per il suo meraviglioso instancabile sorriso che ha contagiato Harry.
E ancora, sino a non poterne più, continue perdite di tempo per cerimonie che risalgono ai plantageneti, il bisogno di sottrarsi ai ficcanaso maligni e incontentabili di tutto il mondo e proteggere il loro bambino dai cacciatori di immagine, forse avendo saputo della mitragliata di selfie quotidiani di mamma Ferragni con il piccolo bellissimo Leone. Per sempre? Certa che la sua vita di ragazza qualsiasi approdata al successo professionale sia tanto meglio di quella di un principe con tutti i suoi cortigiani e valletti, che la sua infanzia di colore con genitori subito separati sia stata meno infelice di quella del ragazzino travolto dalla vita tragica di una amatissima madre detestata dal marito e quindi da suo padre: lei libera di sbagliare (un breve matrimonio con divorzio) e di pagarne le conseguenze, lui obbligato a subire le conseguenze di errori quasi sempre non suoi. Può darsi che le abbia pure dato fastidio quell’essere diventata un pretesto dei Windsor per dimostrarsi popolari oltre la Brexit, accettando una americana di colore divorziata maggiore dello sposo e attrice, con l’approvazione di una regina che non aveva saputo evitare disperazioni e tragedie a parenti e affini, talvolta corresponsabili ma anche no, allora in nome della attuale casa riccamente regnante dopo centinaia di disperazioni e tragedie Tudor, Stuart, Hannover, Sassonia Coburgo- Gotha e appunto Windsor. Meghan- Rachel sa benissimo che non è detto che sia meglio condurre una vita da commoner rispetto a quella da principi: è più probabile che cerchi di ottenere un’esistenza di famigliola qualsiasi ma non per questo felice, coi vantaggi di quella da principe, senza gli svantaggi. Si dice che l’amore può tutto e certo non si può dire che quei due perennemente ridenti non siano vistosamente innamorati: lui soprattutto che deve probabilmente esserle immensamente grato per la sapienza d’amore (quella che anche Diana sua madre cercava) e che forse le sue tante ragazze posh conoscevano svogliatamente, per averlo sottratto a nonna e al gruppo di famiglia del fratello saldamente vogliosi di corona, e per avergli fatto provare il brivido, forse temporaneo, di non dover rendere conto all’intero mondo ma solo a se stessi.