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 2020  gennaio 07 Martedì calendario

Dove finisce il denaro quando, come ora, non costa nulla?

Dove finisce il denaro, quando costa poco o nulla? Nelle più spericolate operazioni di Borsa. Aveva la vista lunga Franklin D. Roosvelt, unico presidente Usa riconfermato per quattro mandati. Dal 1932 riuscì a vincere la Grande Depressione, innescata dal crollo di Borsa del 1929. Per riformare le regole di Wall Street fu creata la Securities and Exchange Commission, l’ente di vigilanza della Borsa. Toccava a Roosvelt nominare il primo presidente della commissione. No ai ragionieri dello Stato e ai professori di economia e finanza. Per governare Wall Street ci voleva ben altro. Un figlio di puttana di altissima classe che con il 1929 avesse fatto fortuna, capace di rendere illegali le tattiche di Borsa usate da lui stesso per accumulare il suo patrimonio mentre gli altri lo perdevano.Il primo presidente Sec nominato da Roosvelt fu Joseph Kennedy, padre di John Fitzgerald Kennedy. A raccontarci questo, alla Cattolica, nel 1965, fu un prof italo-americano, supplente del prof Mazzocchi, di origine fiamminga, appassionato di Keynes e della Borsa valori. «Non guardate la superficie», diceva, è dietro le quinte del mercato che dovete cercare, non nei libri di testo. Come dice Gianfranco Miglio, «il potere decisivo non si istituzionalizza mai, sta dietro le quinte». Ce n’era abbastanza per credere a tutti e due, anzi tre con il presidente Roosvelt.
Per sapere dove è finita l’immensa quantità di moneta immessa nei mercati dalla Fed e dalla Bce, con i tassi a zero, sentiamo un broker britannico di lungo corso e un editorialista Bloomberg, vecchia volpe. Ambedue di standing altissimo, ma abituati anche al marciapiede. Di poche parole il Broker, «dove è andato metà del denaro immesso nel sistema? Nelle più selvagge e rocambolesche speculazioni di borsa, sui derivati, sul petrolio e sulle altre materie prime. Quando mai si è vista una simile montagna di cash a tasso zero? Una pacchia per la speculazione. Le banche, per prime, cercano il grande colpo. Alle Isole del Canale vedo aprire e chiudere conti di transito overnight con migliaia di miliardi, giocati su titoli spazzatura, con leve da brivido. Se si muove la piuma sbagliata salta tutto».
L’editorialista Bloomberg, John Authers, va giù piatto, «il vaso di Pandora è scoperchiato, per fare soldi nel mercato post Lehman brothers sono tutti lì a comprare di Bloomberg, titoli di aziende che non valgono nulla, ma che potrebbero andare alle stelle se il vento le gonfia. Aziende che, usando i tassi reali negativi, emettono altro debito per ripagare il pregresso e si presentano pulite agli investitori. Finché dura».