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 2020  gennaio 07 Martedì calendario

L’Harry’s Bar a Milano

MILANO – La famiglia Cipriani – partita nel 1931 dall’Harry’s Bar di Venezia – consolida il suo impero nella ristorazione sbarcando a Milano e prendendo le chiavi di Palazzo Bernasconi, l’ex-atelier del sarto Gianni Campagna. La dinastia veneta – proprietaria di un gruppo con forti radici in America con oltre 200 milioni di ricavi – ha affittato per 50 anni (l’esborso complessivo dovrebbe essere vicino ai 130 milioni) la storica residenza di via Palestro 24 dalla Merope asset mangement, veicolo di investimento di 18 famiglie imprenditoriali lombarde, partecipato al 10% da John Elkann e dal finanziere Federico Imbert. Obiettivo: trasformare il palazzo – apertura prevista nel 2021 in un boutique hotel con annessi due ristoranti a marchio Cipriani, una spa e un centro fitness. «Cercavamo un luogo all’altezza delle nostre aspettative a Milano – ha spiegato Giuseppe Cipriani, che guida la holding di famiglia – e Palazzo Bernasconi ha tutte le caratteristiche che stavamo cercando». L’operazione, curata da Dea Real estate advisor e dalla banca d’affari svizzera Crédit des Alpes, chiude la turbolenta odissea dell’iconico immobile milanese, travolto nell’ultimo decennio dai debiti e da una durissima battaglia legale tra gli eredi di Campagna. Il vulcanico sarto l’aveva comprato per 30 miliardi di lire nel 1998, a coronamento di una carriera da romanzo iniziata a sette anni in un laboratorio di Roccamulera in Sicilia, proseguita a Milano dove venne assunto al volo da Caraceni, e decollata nel 1966 quando, – vinto il prestigioso “Ago d’oro” – si mise in proprio, regalandosi una una Fiat 124 Spider da affiancare alla sua immancabile bicicletta – «ho 44 pulsazioni a riposo come Fausto Coppi”, si vantava lui – e un atelier personale. Sotto l’insegna con le forbici sormontate dalla “C” di Campagna issata su Palazzo Bernasconi sono passati in tanti per comprarsi i suoi abiti. Snobbato dalle grandi firme della moda meneghina Campagna riuscì a farsi largo rilevando le attività del suo mentore Caraceni. La parabola discendente dopo la crisi delle Torri Gemelle, quando i suoi clienti Usa chiusero i cordoni della Borsa. E la crisi alla fine aveva travolto pure la sede di via Palestro, girata in leasing alla Banca Popolare di Milano. La morte di Campagna nel 2017 è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Tra i tre figli del sarto sono iniziati a volare gli stracci e le carte bollate – motivo del contendere proprio il destino dell’immobile – e alla fine è spuntata Merope che l’ha comprato nel 2018 per 35 milioni.Ora, ristrutturato l’edificio, inizia l’era dei Cipriani. La famiglia del decano Arrigo ha appena sistemato la partita dinastica nella filiale lussemburghese che controlla tutto il gruppo, con Giuseppe, figlio del capostipite, che ha rilevato per 40 milioni le quote del fondo Blue Skye e quelle dei fratelli. Da Piazza San Marco, un passo alla volta, la famiglia veneta ha aperto 11 locali a New York ed è presente a Miami, Las Vegas, Mosca, Dubai, Abu Dhabi, Honk Kong, Punta dell’Este e Mosca, con oltre 2.500 dipendenti. Una catena del cibo di lusso made in Italy dove ora, esauriti gli anni ruggenti della moda, entra anche Palazzo Bernasconi.