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 2019  dicembre 12 Giovedì calendario

Biografia di Christopher Plummer


Christopher Plummer, nato a Toronto, in Canada, il 13 dicembre 1929 (90 anni). Attore. Ha lavorato per il teatro, per il cinema, per la televisione • «Raffinato interprete di formazione teatrale, P. ha saputo imporsi con una recitazione di stampo classico, sostenuta da una classe e un’intensità non comuni. Protagonista accanto a Julie Andrews del celebre musical The sound of music (1965; Tutti insieme appassionatamente) diretto da Robert Wise, si è sempre mosso tra i diversi generi cinematografici con estrema naturalezza. Con il trascorrere degli anni è poi riuscito a reinventarsi con successo in significativi ruoli di comprimario» (Francesco Zippel, Enciclopedia del Cinema, 2004) • Tra i suoi film: Agli ordini del Führer e al servizio di Sua Maestà (Terence Young, 1966); La grande strage dell’impero del sole (Irving Lerner, 1969); Waterloo (Sergey Bondarchuk, 1970); La Pantera Rosa colpisce ancora (Blake Edwards, 1975); L’uomo che volle farsi re (John Huston, 1975); Nato per vincere (Charles Jarrott, 1986); Malcom X (Spike Lee, 1992); L’esercito delle 12 scimmie (Terry Gilliam, 1996); A Beautiful Mind (Ron Howard, 2001); Il mistero dei Templari (Jon Turteltaub, 2004); Alexander (Oliver Stone, 2004); The last station (Michael Hoffman, 2009); Beginners (Mike Mills, 2011, Oscar per il miglior attore non protagonista, Golden Globe per il miglior attore non protagonista); Millennium – Uomini che odiano le donne (David Fincher, 2011); L’amore oltre la guerra (David Leveaux, 2016); Tutti i soldi del mondo (Ridley Scott, 2017) • «In oltre sei decenni di recitazione ha interpretato tutti, da Babbo Natale a Sherlock Holmes» (Peter Bowen, Bleacker Street) • «Mi sembra incredibile che lei, più vecchio diventa, più ottiene ruoli importanti. “Sullo schermo sì. Sul palcoscenico sono sempre stati importanti”» (Paul Fischer, Dark Horizons, 28/12/2009) • «Non sono mai diventato una star, amo il teatro e mi sono divertito con un’amante: la cinepresa. Ho recitato con i più grandi sin da quando Sidney Lumet nel 1958 mi volle in Fascino del palcoscenico. Ho fronteggiato il Clouseau di Peter Sellers per Blake Edwards; sono stato il duca di Wellington in Waterloo...» (a Giovanna Grassi, Corriere della Sera, 10/10/2009) • «“Amo quel che faccio sullo schermo, specialmente adesso, sono molto fortunato. O forse – aggiunge, scoppiando in una risata – forse non è rimasto più nessuno della mia età. Non ho più concorrenza perché sono l’uomo più vecchio della Terra”» (Judy Abel, The Boston Globe, 31/1/2010).
Titoli di testa «“Mi raccomando, non chiedergli niente su Tutti assieme appassionatamente” mi dice la regista Shana Feste […] “Scherzi?” chiedo io. “Non gli piace parlarne?”. Proprio così. Mi spiega che “Chris”, benché sia un uomo aperto e disponibile, quello che forse è il suo ruolo più celebre, proprio non lo sopporta. E se qualcuno se ne esce con una domanda sulla canterina famiglia Trapp, “glielo leggi in faccia”» (Jordan Hoffman, Vanity Fair, 19/6/2018).
Vita «Il mio primo ricordo è un cane. Un Airedale terrier enorme, smisurato, apparteneva alla mia famiglia. Stava affianco alla mia carrozzina. Pensavo fosse lui a occuparsi di me. Pensavo di essere stato generato da quel cane» (Paul Harris, The Guardian, 8/5/2011) • «Non è uno dei migliori incipit di sempre? A parte Dickens, magari, o qualche altro scrittore… Sono stato veramente tirato su da un Airedale. I miei genitori non me li ricordo, specie mia madre. Tutto quel che vedevo era quel cane» (Rosanna Greenstreet, The Guardian 13/2/2010) • John Plummer, il padre, discende da una famiglia di pionieri e minatori, i suoi sono imprenditori (suo zio ha brevettato una “carrozza senza cavalli” completamente elettrica). Studiò al Trinity college di Dublino, partecipò alla Prima guerra mondiale (battaglia della Somme), si ammalò per i morsi dei pidocchi nelle trincee francesi. Tornò a Toronto lasciando la famiglia a Londra. Broker di Borsa • Isabella Mary Abbott, la madre, veniva da una delle famiglie più ricche e istruite del Paese. Anche lei presente al fronte, come crocerossina, poi segretaria del preside della Facoltà di Scienze della McGill University. Suo nonno era presidente delle ferrovie del Canada e terzo primo ministro (Sir John Abbott, 1821-1892) • «Deve essersi trattato di una storia d’amore in alto mare, poi sbarcata a terra malamente. Isabella era una donna forte, indipendente, aveva 38 anni. E con un bambino in arrivo dovette passare da una vita tra ville e yacht a fare la moglie in una città sconosciuta» (Bernie Fletcher, Beach Metro community news, 17/5/2015) • Come se non bastasse, a ottobre crollò Wall Street e anche John Plummer fu rovinato • «Poco tempo dopo, i genitori hanno divorziato, e Isabella […] ha deciso di tornare a vivere a Montreal, nella casa di famiglia. Così, Christopher è cresciuto con la madre e le anziane zie, in una famiglia dell’upper class canadese» (Trovacinema, la Repubblica, 28/2/2010) • Vedrà per la prima volta il padre solo a 17 anni • «Da ragazzo, ero terribilmente timido. La gente mi faceva paura» • «Ero un bambino felice. Suonavo il pianoforte abbastanza bene. A dire il vero facevo tutto abbastanza bene» • «A un certo punto volevo diventare un vero pianista» (Harris) • «Qual è stato il momento in cui è stato più felice? “Quando saltavo la scuola”» (Greenstreet) • «Man mano che i parenti più vecchi muoiono, il denaro se ne va. Sua madre è costretta a fare due lavori, mentre Christopher, ormai adolescente, stretto “in una rete di buone maniere e sentimenti repressi” trova sfogo nel mondo del jazz, del teatro e della vita notturna. Il che significa anche bere: “È imbarazzante quanto fossi giovane quando ho iniziato a sbronzarmi. Bere era uno sport nazionale su al nord. Era essenziale! – (a) per non congelare, (b) per non impazzire, (c) per tenerti su di giri”. A 15 anni è già un bravo pianista, bazzica il Ritz-Carlton e ascolta Fats Waller e Art Tatum [due famosi musicisti jazz, ndr]. A 16 inizia la sua carriera di attore professionista» (Alex Witchel, The New York Times, 19/11/2008) • «Recitare è stata una vocazione, un hobby, un mestiere. È stato tutto per me. Non mi spingerò fino dire che è una religione, ma penso sia molto più divertente di una religione» • «Sono cresciuto nel Canada francese, ho visto moltissimi attori che venivano dalla Francia. Ero molto, molto influenzato da loro. […] I canadesi sono fortunati perché hanno l’influenza di due grandi nazioni: la Gran Bretagna e la Francia. E così, quando si tratta dell’arte e della vita, possono prendere il meglio da entrambi. In un certo senso, i canadesi sono camaleonti schiacciati come in un panino tra due grandi potenze. O ex grandi potenze, ormai» • A 18 anni Christopher è Edipo in uno spettacolo al Montreal Repertory Theatre. Le recensioni sono così buone che riesce a trovare un lavoro anche alla radio: «Mi manca la radio, facevamo cose fantastiche. Stimola l’immaginazione molto più del teatro perché non vedi nulla. Hai la libertà di inventarti il tuo pubblico» (Harris) • Gli piacciono molto le donne: «Qual è stata la cosa più imbarazzante della sua vita? “Essere scoperto a letto con una signora dal marito di lei”» (Greenstreet) • «Sognavo di andarmene via, di girare il mondo, senza una meta vera e propria, di diventare un playboy» (in Ian Parker, The New Yorker, 14/12/2009) • «Dovevo andarmene dal Canada. Dovevamo andarcene tutti, un po’ per conoscere il mondo, un po’ perché quei maledetti inverni sono troppo lunghi. I canadesi vivono nel terrore più totale per l’inverno. È questa la cosa peggiore di essere canadesi: il freddo» • Christopher va a passare una stagione alle isole Bermuda. Entra in una compagnia teatrale e conosce Marian Seldes, Kate Reid e Edward Everett Horton, tutti attori molto famosi all’epoca • Horton, allora settantenne, se lo porta a Broadway: «Questa è New York, figliolo, questa è New York». Lui ha 24 anni • «Per alcuni anni […] Christopher Plumer ha vissuto all’Algonquin Hotel, sulla 44esima strada Ovest. […] Un giovane uomo che vive in albergo “non ha nessuna responsabilità di cui preoccuparsi”, dice, “puoi essere libero, dare sfogo a tutte le tue fantasie sessuali […] E poi è bello avere qualcuno che ti rifà il letto […] Dà inizio a un nuovo giorno. Ogni orrore accaduto ieri, oggi è passato, dimenticato. Lenzuola pulite. Ricominci la vita da zero”» (Parker) • Plummer riesce a guadagnarsi da vivere tra teatro e televisione. La sera esce: «All’epoca, bere era molto di moda […] Mi buttavo a letto ubriaco la maggior parte delle volte […] ma non stavo mai male perché mangiavo sempre tanto» • «All’epoca in cui Plummer viveva a New York sua madre era morta, “non c’era motivo di tornare a Montreal per Natale. Restavo qui e pregavo che qualcuno mi invitasse a casa sua. Di solito ero fortunato, ma a volte… […] Cristo santo! Com’era possibile che uno attraente e desiderabile come me fosse ignorato il giorno di Natale? Mi sentivo così in quei momenti. Per questo ero sempre in cerca di una donna”» (Parker) • Plummer si sposa con una collega nel 1956 ma dice di non essere stato «molto disciplinato». Compra una casa a Bank Street, ma non ci sta mai. E così, al momento della separazione, la moglie gli fa trovare le sue cose nella sua solita camera dell’Algoquin Hotel • «Sono gli anni d’oro della tivù e Plummer lavora costantemente» (Witchel) • Passa al cinema, e nel 1965 diventa famoso tra i genitori e i bambini di tutta l’America: esce Tutti assieme appassionatamente. Plummer è il capitano Georg von Trapp. È un musical: la vicenda di un padre austriaco, vedovo e con sette figli, che scappa in Svizzera ai tempi dell’Anschuss. Lui la trova insopportabile • «Era orribile, sentimentale e sdolcinato» (lui) • Il titolo in inglese è The Sound of Music, e lui lo ribattezza The Sound of Mucus, Il suono del muco • Dice che l’unica cosa buona di quel lavoro è lavorare con Julie Andrews, per il resto – dice lui – recitare il capitano von Trapp equivale a «frustare un cavallo morto» • «“Era difficilissimo provare a infilarci anche una goccia piccolissima di umorismo”. Si consolò bevendo e mangiando a Salisburgo, e ingrassò così tanto che dovettero cambiargli il costume. Ha anche ammesso […] di essere stato ubriaco durante le riprese […]» (Joy Lanzendorfer, Mental Floss, 18/12/2016) • «La imbarazza riguardare i suoi primi lavori, negli anni Sessanta e Settanta? “No. No, non penso fossero male (ride). Ma lei parla dello schermo…” Sì, “Io ho fatto strada in teatro, a metà anni Cinquanta. Ho cercato di mantenere quel livello per il resto della mia vita. E spero di avercela fatta. I film sono un’altra faccenda. Il teatro è il nostro mezzo di comunicazione […] Lo schermo è il mezzo di comunicazione di una congrega di gente diversa, una congrega così larga che non mi sento responsabile se le cose vanno a finire male» (Fischer) • Nel 1975 Plummer diventa Rudyard Kipling in L’uomo che volle farsi re e lavora con Sean Connery e Michael Caine: «Il mio primo ingaggio come protagonista». Da li in poi è una serie di successi. Interpreta Kipling, Franklin Roosevelt, Tolstoj, Aristotele. Più invecchia, più ottiene ruoli importanti • Nel 2012, a 82 anni, diventa il più vecchio attore ad aver mai vinto un Oscar: «Ha parlato senza foglietto, ha salutato tutti quelli che doveva salutare, e ha ringraziato chi nella vita lo ha rifornito di cocktail Martini. Chapeau» (Mariarosa Mancuso, Il Foglio 18/1/2012) • «Sto lavorando meglio ora di quanto abbia mai fatto in vita mia. Ne sono entusiasta. Sono rimasti solo cinque attori della mia età. I registi dicono “Oddio, abbiamo già fatto gli ultimi tre, faremmo meglio a prendere Plummer prima che crepi”. Ma non m’importa, almeno ho tanto lavoro, in una professione che amo moltissimo. Sto vivendo alla grande» (a Harris).
Paul Getty Nel 2017 Kevin Spacey, che interpretava Paul Getty in Tutti i soldi del mondo di Ridley Scott, fu accusato di molestie. Tagliarono tutte le sue scene a meno di un mese dall’uscita del film e le fecero rifare tutte a Plummer • Due o tre giorni dopo la telefonata lui è già sul set: «Meglio così, non ho avuto tempo di preoccuparmi» • «Non si è sentito strano nei confronti di Kevin Spacey all’idea di sostituire un attore vivo e vegeto? “Come ogni tipico attore egoista, non ci ho pensato nemmeno un secondo. Mi hanno chiamato, invitato, assunto, non spettava a me pormi problemi”» (Silvia Bizio, la Repubblica, 12/12/2017).
Altri premi Due Tony Award, i premi per il teatro: per Cyrano nel 1974 e per Barrymore nel 1997 • Due Emmy Awards, i premi per la televisione: nel 1977 per la serie Arthur Hailey’s the Moneychangers e nel 1994 per la voce del narratore nella serie per bambini Madeline.
Vita privata «Quanto conta la famiglia nella sua vita? “Non molto. Sono sempre scappato dall’idea di famiglia, fin da giovane”» (Bizio) • Tre matrimoni: con l’attrice e cantante americana Tammy Grimes (dal 1956 al 1960); con la giornalista inglese Patricia Lewis (dal 1962 al 1967); con l’attrice Elaine Taylor (dal 1970) • «È bella, saggia come re Salomone e pure diplomata al Cordon Bleu [prestigiosa scuola di cucina, fondata a Parigi nel 1895, ndr]» (alla Greenstreet) • «Viviamo in campagna dove respiriamo aria fresca e pura che mi mantiene giovane, ed evidentemente aguzza l’ingegno» (alla Bizio) • «Quanto spesso lei fa sesso? “Mentalmente, di continuo”» • Dalla prima moglie ha avuto la figlia Amanda (n. 1960), anche lei attrice (il suo ruolo più famoso è la rapinatrice Coniglietta in Pulp Fiction) • «Sono stato un marito schifoso e un padre peggiore… non c’ero mai».
Vizi La terza moglie lo ha costretto a rinunciare ai superalcolici: «Ma mi mancano da morire» • «Una volta ho provato la marijuana – mi ha fatto dormire. L’ho trovata noiosissima» • «La mia peggiore abitudine è mettermi le dita nel naso. Anche se ho letto moltissimo su stile e eleganza e cerco di vestirmi bene, ci casco sempre. Lo faccio in automatico, è assolutamente disgustoso. Ogni tanto mi beccano, di solito subito dopo che dico qualcosa di molto pomposo» (Harris).
Decadenza Non vuole fare nomi, ma si lamenta che «i nuovi attori» non sono all’altezza di Clark Gable, Jimmy Stewart and Cary Grant: «Questi sembrano sempre dei ragazzi. Quelli erano uomini, anche quando erano giovani».
Curiosità Alto 1 metro e 79, pesa 84 chili • Appassionato d’arte: «Ho una piccola collezione di cui vado molto fiero», un Renoir è stato l’oggetto più costoso che abbia mai comprato • Nel 2016, durante le riprese di Un viaggio stupefacente, ha lavorato molti giorni anche se aveva la polmonite • Dice di tendere a procrastinare le cose • «Cosa la rende infelice? “La lenta scomparsa dello stile”» • «Le religioni sono diventate violente e pericolose. Non ci credo e basta» • «Volare non mi è mai piaciuto più di tanto. Mi fa paura e mi annoia; non due delle emozioni preferite. Ma siccome amo viaggiare ho preso un sacco di aerei in vita mia – ho cominciato molto prima che arrivassero i jet. Non so come facevamo quando ci volevano 14 ore per fare Londra – New York. Oddio, l’unica era ubriacarsi» (a Harris) • Gli piacciono i cani, il tennis e il pianoforte: vorrebbe saper suonare le Variazioni su tema di Paganini di Brahms, che non gli riescono • Quando rimpiazzò Kevin Specey nel film su Paul Getty, in America facevano dei meme con lui che rimpiazzava chiunque • «Recitare non è mai noioso. Tutti noi possiamo lamentarcene di tanto in tanto, perché spesso è un lavoro duro, ma non è mai noioso. Mai» • «Sono fortunato a essere ancora sposato. Altrimenti ora sarei un vecchio attore acido, solo, in un hotel».