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 2019  dicembre 06 Venerdì calendario

Per Confindustria Vicenza la fiducia degli imprenditori ha raggiunto il suo minimo storico

L’affondo arriva dagli industriali del Veneto. «La politica economica del nuovo governo è stata fortemente bocciata dai nostri imprenditori». Il presidente di Confindustria Vicenza, Luciano Vescovi, aveva bocciato «con un 4» l’esecutivo composto da Lega e M5s. Anche l’asse tra i pentastellati e il Pd, però, non ha rassicurato le imprese venete. Anzi. Secondo Vescovi, la situazione, dal Conte 1 al Conte 2, è peggiorata. Ma il sottosegretario dem all’Economia, Pier Paolo Beretta, originario di Venezia, non ci sta. E parla di critiche «fuori misura».Vescovi si è basato su uno studio condotto all’università di Verona dall’équipe del docente Andrea Beretta Zanoni sul cosiddetto sentiment degli imprenditori vicentini in riferimento allo stato di salute dell’economia. Il dossier evidenzia come la fiducia rimanga in zona negativa. Dal luglio del 2015, da quando si effettua il rilevamento, il combinato disposto sullo stato attuale, secondo dato peggiore di sempre, e sulla previsione a sei mesi, dato peggiore in assoluto, tocca il minimo storico.
«Questo governo prosegue sulla strada drammatica intrapresa dal precedente», ha incalzato il numero uno di Confindustria Vicenza. «Anzi: forse sta facendo peggio. Perché non solo non c’è una politica industriale, ma si stanno facendo danni ulteriori». Vescovi, all’epoca del governo gialloverde, aveva criticato Quota 100, reddito di cittadinanza e decreto dignità. Tutte misure che «sono ancora lì». «Il ritorno dello statalismo è ai massimi storici, con lo Stato che non mantiene le promesse e pensa di nazionalizzare aziende decotte», ha detto al Corriere del Veneto. «Un vero masochismo anti-industriale del secondo paese più manufatturiero d’Europa».
Vescovi, anche sulla manovra, è lapidario. «L’importo globale, Iva esclusa, è irrilevante. Crediamo che tutte le manovre di fine anno, nel prossimo quinquennio, saranno irrilevanti, perché pendono sul bilancio circa 75 miliardi di clausole di salvaguardia. Quanto alle nuove tasse è difficile esprimersi, perché si dice tutto e il contrario di tutto».
Lo scorso agosto, con l’esecutivo Lega-M5s ancora in carica, ItaliaOggi aveva pubblicato i dati di un sondaggio di Confindustria Venetocentro raccolti tra 530 associati: per l’86% degli industriali veneti il governo era una delusione, mentre il 51% si era dichiarato pessimista sul futuro. Da allora sono passati quattro mesi. E a Palazzo Chigi, insieme col movimento di Luigi Di Maio, c’è il Pd. Che tramite il sottosegretario Beretta ha replicato all’attacco di Vescovi, «che ignora totalmente gli aspetti positivi che abbiamo messo in campo a favore delle imprese».
«Abbiamo ripristinato l’industria 4.0 allargandola alla formazione, che rappresenta una priorità», ha ricordato Beretta. «Abbiamo stanziato 55 miliardi di euro in 15 anni, di cui 9 nel prossimo triennio, per sostenere la transizione dell’economia verso il new deal green. Abbiamo reintrodotto il bonus energetico. Per quanto riguarda Quota 100 abbiamo detto che non la riproporremo e che quindi andrà a morire nel 2021».
Dopo la risposta, l’invito al tavolo. «Credo che l’atteggiamento di fondo sia sbagliato», ha aggiunto il sottosegretario del Mef. «In questo momento chiedo a Vescovi e agli industriali: ha senso creare un clima di scontro? Non è meglio provare col dialogo? Noi siamo qua».