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 2019  dicembre 02 Lunedì calendario

Biografia di Pier Ferdinando Casini


Pier Ferdinando Casini, nato a Bologna il 3 dicembre 1955 (64 anni). Uomo politico. Senatore della Repubblica (dal 2013). Già presidente della Camera dei Deputati (dal 2001 al 2006). Eletto alla Camera nel 1983, 1987, 1992 (Dc), 1994, 1996 (Ccd), 2001 (Biancofiore), 2006, 2008 (Udc); al Senato nel 2013 (Con Monti per l’Italia), 2018 (Civica Popolare) • «Pier Ferdy» • «Pier Furby» • «Il democristiano più affascinante della storia» (Simona Bertuzzi, Libero, 30/1/2019) • «È in politica praticamente da sempre. Dieci legislature, trentasei anni senza interruzioni. Ultima collocazione: indipendente nel Gruppo delle Autonomie eletto con il centrosinistra. Come ha fatto a resistere a tutte le rivoluzioni? Quando entrò per la prima volta alla Camera, giugno 1983, c’era ancora Sandro Pertini al Quirinale, i Righeira cantavano Vamos a la Playa e Luigi Di Maio non era nato. È il decano dei parlamentari eletti» (Concetto Vecchio, il Venerdì, 16/10/2019) • «Quello di Casini è solo un eterno galleggiare inerte, dai fasti con Silvio Berlusconi, di cui è stato il Delfino […], alla sussistenza con Mario Monti, fino a oggi, a queste ore, lanciato com’è, Tarzan fuori moda, da una liana politica all’altra, sempre pronto ad abbandonare l’ultimo dei suoi sfortunati Forlani, che fu il suo maestro, per aggrapparsi a un nuovo padrinato da spolpare […] Ma ogni volta per Casini l’abitazione diventa sempre più angusta, remota, precaria, e persino i giovani leoni cui ora tenta di tenersi stretto ogni tanto si danno di gomito: “Guarda Pier Ferdinando: lui, sì, che ha un grande futuro dietro le spalle”» (Salvatore Merlo, il Foglio, 12/10/2013).
Titoli di testa «Sono cresciuto con Forlani. Potrei parlare per ore senza dire niente».
Amore «La Camera è il mio primo amore» • «Innamorarsi è come avere il potere: si moltiplicano le possibilità di fare le cose. Ci si carica di energie, pulsioni vitali e progettuali. Senza stancarsi mai. Le forze, inesauribili. Sì, avviene una tempesta chimica dentro di noi, ma se si ha equilibrio, si può riempire l’innamoramento di contenuti alti, duraturi» (a Alessandra Retico, il Venerdì, 30/7/1999).
Mogli Roberta Lubich (dal 1982 al 1998), nel cda di Cinecittà Holding, figlia del cardiologo Turno Lubich, ex moglie dell’industriale del caffè Francesco Segafredo; Azzurra Caltagirone (dal 2007 al 2016), figlia dell’imprenditore romano Francesco Gaetano Caltagirone • Nel 2017 fotografato sullo yacht del petroliere Ugo Brachetti Peretti in compagnia di una bruna colombiana • «Lei è separato e cattolico. Dica la verità, quanto le hanno rotto le palle per questo? “Me l’hanno rinfacciato milioni di volte e come pochi altri sono stato oggetto di fake news, a un certo punto ho deciso di andare avanti e fregarmene”» (alla Bertuzzi).
Vita «Che famiglia era la sua? “Mio padre, Tommaso, professore di latino e greco, era un notabile del partito che aveva conosciuto De Gasperi”» (Vecchio) • «Era di una cultura enciclopedica e aveva un rigore morale che non gli faceva accettare i compromessi, mentre io ormai so che certe miserie della politica fanno parte delle regole del gioco» • Sua madre Mirella fa la bibliotecaria. Ha due sorelle e un fratello più piccolo • «A otto anni guardavo in tv Berlinguer e Fanfani, a dodici ero già moderato e facevo comizi contro i sessantottini. A scuola però andavo male, almeno fino al ginnasio, e bene dopo. Amori? Tanti. Diciamo che non stavo con le mani in mano» (F.M. Battaglia. A. Giuffrè, A sua insaputa. Autobiografia non autorizzata della Seconda Repubblica, Castelvecchi 2013) • Liceo classico al Galvani, all’università (Giurisprudenza) entrò nel Direttivo nazionale giovani Dc • «È vero che lei prese uno schiaffo da quelli di sinistra davanti al liceo Galvani? “Non io, mia sorella Maria Teresa. L’avevo incaricata di distribuire un volantino”» (Vecchio) • «Maestri democristiani. Il primo è il professor Gian Guido Sacchi Morsiani. Uno dei bon vivant più potenti di Bologna, presidente della Cassa di Risparmio, che usa ricevere al circolo del tennis dove comincia la giornata e si trattiene fino a ora di pranzo. È stato il relatore di Casini alla seduta di laurea, tesi su Profili organizzativi del sistema delle partecipazioni statali. Dopo la laurea il primo lavoro, naturalmente nelle tanto studiate partecipazioni statali, dirigente delle Officine reggiane, carrozzone Efim. In città malignano che non vi abbia mai messo piede perché fin da bambino la vera passione è la politica» (Marco Damilano) • «Quanti anni aveva quando fu eletto per la prima volta? “Ventisette. Tre anni prima ero diventato consigliere comunale a Bologna, c’era Zangheri sindaco» (Vecchio) • Sono le politiche del 1983. Pierferdinando prende 34mila preferenze e si ritrova a Montecitorio: «“Prima di entrare mi chiusi in una cabina telefonica, chiamai mio padre e scoppiai in un pianto liberatorio. Pregai la Madonna di San Luca… […] Sono un grande peccatore, ma credente. E ho sempre chiesto alla Madonna di aiutarmi” […] La leggenda vuole che […] tra i suoi primi sponsor elettorali ci fosse Dario Franceschini. “È vero. Allora era il delegato del movimento giovanile di Ferrara. Ci incontravamo in gran segreto al casello dell’autostrada per prendere accordi”» (a Vittorio Zincone, Sette, 9/2013) • «Che ricordo ha del suo arrivo in Parlamento? “C’erano ancora dei monumenti. Avevo una grande ammirazione per Saragat. Lo vidi il giorno che si votava per il presidente della Repubblica, nel 1985. Fui tentato di avvicinarlo, di stringergli la mano. Mi mancò però il coraggio, c’era una riverenza verso i grandi che ti faceva velo” […] Strinsi un legame personale, fuori dalla cerchia Dc, con il missino Giorgio Almirante e il comunista Alessandro Natta. Erano figli di un passato colmo di storia. Ascoltarli era per me come stare a scuola”» (Vecchio) • Il suo mentore è il capo doroteo Toni Bisaglia, che dice: «Ho due discepoli, uno, Casini, è bello, l’altro, Follini, è intelligente» • «Non so se l’abbia mai detto, ma la mia fortuna è stata sempre quella di non avere complessi o invidie» (Vecchio) • «La bellezza l’ha aiutata? “Non so rispondere”. Forse non vuole. “No, non so cosa dire. Non mi sono mai accorto dell’impatto che il mio aspetto fisico aveva sugli altri. Non ho mai avuto il complesso della bellezza o bruttezza. Quello che mi ha aiutato nella politica è una cosa ereditata da mia mamma Mirella, la spontaneità, la capacità di parlare con le persone, il carattere aperto mai ombroso”» (Bertuzzi) • Il dc Lorenzo Cappelli: «“Sa chi raccoglieva voti per me a Bologna? Pier Ferdinando Casini”. Ne ha fatta di strada, il ragazzo. “Sì, ma se non ci fossi stato io a farlo entrare nel giro di Forlani dopo la morte del suo padrino Bisaglia... Organizzai apposta un convegno a Imola per presentarlo”» (Stefano Lorenzetto, Il Giornale 23/09/2007) • Forlani: «Era della stessa nidiata che comprendeva Castagnetti, Tabacci, Follini. […] anche da giovane era piuttosto adulto. Per equilibrio, attenzione ai problemi, moderazione. Forse preferiva già stare con i grandi, era intraprendente, ma non petulante. Non aveva la smania di uscire dalle righe, da giovane non era proprio un militante attivo come uomo di corrente. Non saprei dire con sicurezza neppure se fosse veramente fanfaniano o doroteo. Era dotato di senso dell’umorismo […] Quando fui condannato perché ero segretario della Democrazia cristiana (e i colpi erano stati portati chiaramente in determinate direzioni), la sua è stata una delle poche voci che si sono levate a denunciare viltà e opportunismi vari» • Nel 1989 Casini entra nella direzione nazionale Dc, è responsabile della propaganda • Poi, dopo Mani Pulite, mentre il partito è travolto dagli scandali e spaccato al suo interno perché non sa se andare a destra o a sinistra, lui se ne va con il Cavaliere • Con Mastella decidono di incontrarlo: «Era l’unico che rideva a tutte le barzellette di Berlusconi. A me, ma anche a D’Onofrio e a Confalonieri, capita di apprezzarne al massimo tre o quattro a serata; lui no, Berlusconi raccontava e il bel Pier riusciva a ridere disinvoltamente dieci volte su dieci. Comunque sia, andammo ad Arcore. Da Linate, centomila lire di taxi. Vista la nota riluttanza di Casini per i conti da saldare, pagai io, naturalmente…» (C. Mastella, Non sarò Clemente, Rizzoli 2009) • Nel 1996 è all’opposizione: si allea con Buttiglione, Mastella invece li abbandona e va con il centrosinistra • Nel 2001 è eletto presidente della Camera: nel discorso inaugurale condanna il «male oscuro del trasformismo» e si affida, «come tutti i bolognesi», alla protezione della Madonna di san Luca • «La Madonna di San Luca: c’è da vergognarsi!» (così borbotta Alfonso Gianni, Rifondazione) • «Il resto del discorso è stato un esempio mirabile di cerchiobottismo, con un grazie a Berlusconi e uno a Scalfaro, un pensiero al “federalismo delle regioni” e uno alla “valorizzazione delle municipalità”, un saluto riconoscente ai magistrati e uno agli avvocati, un invito al Nord e un pensiero al Sud. Un distillato di democristianità» (Sebastiano Messina, la Repubblica, 1/6/2001) • «Quando lasciai la presidenza della Camera dei deputati (era il 2006) non mi vergogno a dire che sentivo di perdere il potere. Il primo giorno fu una delizia perché Bertinotti mi fece uno splendido elogio in Parlamento ed ebbi l’onore delle armi. Ma la mattina successiva mi svegliai nel mio letto e dissi “ora che faccio”. E il primo segnale lo ebbi andando ad aprire la porta di casa. Ogni giorno trovavo la pila di giornali che mi veniva recapitata sulla porta, quel giorno nulla, non c’ era niente. Mi vestii e andai in edicola. Una piccola frustrazione. Sicuramente gli anni successivi sono passati senza traumi perché mi sono ributtato subito nella politica attiva. A chi dice “la maledizione dei presidenti della Camera”, rispondo che per me non c’è stata» (alla Bertuzzi) • Molti lo considerano papabile per la successione a Berlusconi, ma durante il secondo governo Prodi Casini rompe con Berlusconi, alle elezioni del 2008 l’Udc va da sola e riesce a prendere ancora più di due milioni di voti. Ma i tempi sono cambiati • Nel giugno 2008 confida all’ex Udc Giuseppe Galati (finito con Berlusconi): «Non so che cavolo fare. Non mi si fila nessuno né a destra, né a sinistra. Io, però, solo non ci voglio stare. Prima della fine dell’anno non succede niente, poi vedremo» • Tra il 2008 e il 2011, Berlusconi è di nuovo al governo. Casini, con il suo partito, oscilla continuamente tra il riavvicinamento e l’allontanamento definitivo • Alle regionali 2010 fa alleare la sua Udc in quattro regioni con il Pd (Piemonte, Liguria, Marche, Basilicata), in tre con il Pdl (Lazio, Campania, Calabria) e la lascia sola o al centro in altre sei (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Puglia). I candidati da lui sostenuti vincono in sei regioni • «Ero angosciato sul destino della mia comunità politica e mio. Per anni sono stato terrorizzato di finire sul binario morto» • Ma quando arriva Monti, Casini è il più entusiasta dei suoi sostenitori: «C’è un Casini prima di Monti e c’è un Casini dopo Monti. Fino a ottobre del 2011 era il capo di un residuale partito di opposizione, l’Udc, una piccola satrapia personale composta da una ventina di parlamentari […] Né a sinistra né a destra, ma consegnato ostinatamente alla lenta funzione gastrica del “centro”. Per anni la sua dimensione è stata la nicchietta, il cortiletto da correntina Dc, la politica dei due forni (o del doppio ascaro) praticata senza troppo successo e navigando a vista negli stretti canali lasciati liberi dalla politica bipolare italiana. […] Poi è arrivato Monti. In un solo mese è cambiato tutto, repentina inversione prospettica; da un giorno all’altro. A dicembre, quello stesso rentier democristiano precipitato da tempo nel sottoscala del Palazzo diventa “un pilastro della maggioranza di governo” (parole sue). Il giovin signore si trasforma nel regista di movimento della squadra di governo. […] Casini oggi è il distributore di palloni, la cinghia di trasmissione tra il nuovo presidente tecnico del Consiglio Monti, che non gli lesina carinerie e gratitudine, e gli altri due soci più cospicui e brontoloni, i neghittosi Angelino Alfano e Pier Luigi Bersani. […] L’avvento di Monti ha cambiato d’improvviso gli orizzonti della politica italiana, ha spalancato vertiginose prospettive, scenari che sembravano consumati per sempre. E in Casini, in special modo, Monti ha riacceso ogni ambizione mezzo sopita, ogni sogno presidenziale (della Camera, della Repubblica, del Consiglio)» (Salvatore Merlo, il Foglio, 31/3/2012) •  «Osservi le mie due finestre. Una inquadra il Vaticano, l’altra il Quirinale. Per il primo non ho credenziali. Per il secondo, si vedrà» (a Stefania Rossini) • Nel 2013 viene rieletto proprio con Monti, ma ci litiga poco dopo • Matteo Renzi: «Non sapevo che a Monti piacesse la fantascienza. Perché pensare di innovare la politica con Casini e Fini è come circumnavigare Capo Horn con il pedalò. Fantascienza, appunto» (a Goffredo De Marchis, la Repubblica, 8/1/2013) • Monti: «È un contrasto non da poco, c’è tutta la differenza tra una politica dei contenuti, l’unica che interessa a noi, e una politica tipo Gps, cioè dei posizionamenti, degli schieramenti, l’unica che forse interessa ad altri, sopraffini professionisti della politica […] Se i professionisti sono gli specialisti di slalom, allora mi considero un dilettante» (a Aldo Cazzullo, Corriere della Sera, 19/10/2013) • Casini sostiene Letta, Renzi e Gentiloni • Ora che sono arrivati i grillini, capisce che non c’è più spazio per una lista di centro • «Quel che è cambiato è l’atteggiamento dell’elettorato di riferimento, dei ceti medi che non chiedono più “equilibrio e moderazione”, il vecchio mantra casiniano, ma che pretendono soluzioni alla loro condizione sociale ed economica che tende a un pesante declassamento.  Il Casini “frenatore” di quasi un decennio non serve più a nessuno e ora se ne è reso conto anche lui, con realismo politico» (Il Foglio, 13/8/2013) • Nel 2016 lascia l’Udc, si allea con Alfano, la Lorenzin, Dellai, De Mita e quel che resta dell’Italia dei valori • Nel 2016 è per il sì al referendum di Renzi • Nel 2017 diventa presidente della commissione di inchiesta sulle banche (con 21 voti su 40) • Civica Popolare si allea con il Pd e nel 2018 Renzi lo candida per il collegio uninominale di Bologna: fanno scalpore le sue foto nelle sezioni del partito, sotto i ritratti di Togliatti, di Gramsci, di Di Vittorio, e i suoi pranzi a base di salsiccia nelle case del popolo • Renzi: «Siamo riusciti a far diventare quasi comunista anche Casini» (Filippo Merli, Formiche, 7/3/2018) • Molti di sinistra gli preferiscono Vasco Errani, candidato con Leu, ma arriva comunque primo e, il 4 marzo, viene rieletto • «Come si fa a venir eletti per dieci legislature? “La politica è maestra di vita. Sopravvivi se hai le necessarie qualità”. E qual è la qualità principale di un politico? “Il carattere. Conta più della conoscenza e delle doti morali. Bisogna essere duri quando è necessario e flessibili quando il vento è contrario; e poi possedere la capacità di aggregare. Far capire alle persone che sono importanti per te”. Perché non ha mai fatto il ministro? “Mi sento uomo delle istituzioni. Nel ’94 Berlusconi mi voleva al governo a tutti i costi, ma io avevo appena fondato il Ccd e così indicai Mastella, D’Onofrio e Fumagalli Carulli. Volevo dimostrare che m’interessava di più far crescere il partito che la mia posizione personale”. Cos’è per lei il potere? “È il telefono che squilla. Ma è anche un’illusione ottica. Tutto finisce in cenere, lo dico da cattolico pieno di peccati”» (Vecchio).
Gay «Il matrimonio tra gay è un’idea profondamente incivile, una violenza della natura sulla natura» (20/7/2012) • «Mi preoccuperei se Nichi Vendola volesse rapporti più stretti con me» (28/8/2012).
Etero «Pierfurby si piace e sembra che chieda agli altri di amarlo. Mi tiene d’occhio sempre. Prima di conoscere Azzurra Caltagirone andava al ristorante da Nino a via Borgognona. Entrava e diceva ai camerieri: “Ci sono belle figliole?”. E acchiappava sempre. Un vero acchiappone. Lì lo fotografai con Clarissa Burt e con altre ragazze. Oggi non è che sia un soggetto molto appetibile per i fotografi» (il fotografo Umberto Pizzi).
Figli al 16/10/2019: Maria Carolina, 29 anni; Benedetta, 28 (dal primo matrimonio con Roberta Lubich); Caterina, 15; Francesco, 11 (dal secondo matrimonio con Azzurra Caltagirone) • Dice che oggigiorno «quello che si è perso con l’instabilità dei rapporti di coppia si è recuperato con una maggior attenzione ai figli. Tutte le persone che divorziano hanno insito un senso di colpa, non soltanto i cattolici. Questo induce ad essere genitori più presenti» (Bertuzzi).
Soldi Secondo Openpolis nel 2014 ha incassato 122mila 688 euro • Secondo L’Espresso nel 2010 ha fatto intestare alla moglie di allora una casa ai Parioli da 1 milione 800 mila euro e 30 vani catastali.
Vizi Fuma il sigaro (due o tre al giorno). Ha detto di aver fumato qualche spinello quando era adolescente, «due al massimo».
Giudizi «Getto vegetale di antica pianta Dc» (il magistrato e politico Filippo Mancuso) • «Carognitt de l’oratori»; «Uno stronzo, è quel che rimane dei democristiani, di quei furfanti e farabutti che tradivano il Nord» (Umberto Bossi, 24/8/2010) • «È sempre scappato a gambe levate dalle responsabilità di governo. Mai una volta ministro o sottosegretario, avendone avute mille occasioni. Figurarsi, se vuole fare il premier e prendersi la briga di confrontarsi con i problemi. Casini è in politica con lo stesso spirito di uno che faccia il militare con la ferma intenzione di non andare mai in guerra» (Giancarlo Perna, Il Giornale, 13/8/2012) • «Possiede un talentaccio democristiano per la navigazione a vista, per la sopravvivenza, né la vita pubblica lo ha messo in condizioni di dover far troppo soffrire gli altri, la sua lealtà non è mai stata veramente messa alla prova (ci si limita a presumerla inesistente), i voti glieli hanno sempre portati gli altri e il granaio era nella Sicilia di Cuffaro, gli si legge in viso una certa soddisfazione di sé che deve dar molto fastidio agli invidiosi e ai frustrati, ed è invece un fattore di buonumore per tutti gli altri. […] è un credente sodo, di quelli che come diceva Montanelli parlano col prete più spesso che con Dio, ma nel suo cinismo penso ritenga perdente, dunque assurdo, ogni capriccio etico, ogni torsione non utilitaristica del discorso della Montagna» (Giuliano Ferrara, Il Foglio, 1/2/2010) • «È anche colpa sua se non sono riuscito a fare la rivoluzione liberale» (Silvio Berlusconi) • «Quando ero all’inizio della mia carriera politica appena sentivo che girava una voce su di me, una chiacchiera, impazzivo, adesso con tutto quel che gira… non me ne frega nulla» (lui).
Curiosità Alto 1 metro e 83 • Tifa Bologna • Nell’estate 2007 stabilì un «record di dimagrimento»: «Dieci chili in 15 giorni: Wanna Marchi si sta ancora chiedendo come diavolo abbia fatto» (Sebastiano Messina) • Nel 2008 fu eletto da un sondaggio fatto tra le universitarie italiane dall’associazione Donne e qualità della vita il più sexy del parlamento • In tv guarda NCIS e gli piace Piazza Grande di Lucio Dalla • Non va sui social: «Non me ne frega niente. Il privilegio di questa età è che non devi più far carriera”» (Bertuzzi) • Sul fatto che veniva considerato erede di Silvio, ruolo oggi superato dall’ascesa di Salvini, dice: «Noi delfini siamo stati rottamati e oggi ha trovato uno squalo» • «Giuseppe Conte è un democristiano? “Oggi tutti lo sono un po’ e nessuno lo è”» (Vecchio) • «Vado a messa la domenica e non faccio la comunione perché sono un divorziato. Ma non mi sento ai margini per questo. Se il padre abbraccia il figliol prodigo senza chiedergli dove è stato, penso che la Chiesa possa abbracciare anche chi, come me e altre migliaia di persone che hanno vissuto un fallimento matrimoniale, non ha fatto un percorso esemplare».
Titoli di coda «È la sua ultima legislatura, Casini? “Le rispondo dicendole che l’ho pensato anche di quella precedente. In politica come con le donne ho iniziato a non pormi limiti, va’ dove ti porta il cuore”» (Bertuzzi).