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 2019  novembre 09 Sabato calendario

Dizionario dei film inesistenti

Chi ha visto Orgoglio di una nazione del 1944, un film espressionista che ricostruisce un discusso episodio della Seconda guerra mondiale in Italia, storia di un cecchino tedesco che ammazza 250 soldati americani? Meritava l’Oscar La solitudine del trotskysta (1998), unico musical di Nanni Moretti, Silvio Orlando protagonista, nel ruolo del pasticcere? Come mai Passione carnale di Alessandroni, 1952, viene ancora ricordato per la scena ridicola della burrosa Antonietta Scaparro che si lascia baciare in un fienile da un giovanotto tipo Nazzari?
Solo i cinefili più incalliti potranno agevolmente discettare su questi film, perché non esistono, e sapere però che, pur non esistendo, esistono: cioè sono finti film dentro film veri. I tre titoli ricordati qui sono proprio, come dicono gli studiosi del ramo, film porté dentro film porteur; cioè Bastardi senza gloria, 2009, di Tarantino, Aprile, 1998, dello stesso Moretti, Totò e le donne, 1952, di Steno e Monicelli.
Temo che la cinepassione talvolta persino malsana che continua ad inghiottire giovani anime malgrado le attuali incertezze sul futuro ( del cinema e loro), sia causa di eroismi estremi, di fatiche inenarrabili, di ore, giorni, anni sottratti alla vita o per lo meno a quella che si pensa sia la vita. Capita però che questi estremismi della conoscenza producano anche inaspettate meraviglie. E infatti l’idea geniale, l’impegno surreale, la pazienza sovrumana, ma anche la fantasia più irregolare hanno prodotto questo Dizionario del cinema immaginario. I film che esistono solo dentro i film ( Lindau), accumulato insieme a devoti del ramo in anni di dedizione e sacrificio, da Alberto Anile, cultore di massimo talento dell’immenso mondo del cinema. Nella prefazione Paolo Mereghetti, critico venerato, dice di essersi «divertito a perdersi dentro quei film fantasma spesso più veri del vero». Un simpatico auspicio per il lettore anche se subito il capitolo “Istruzioni per l’uso” lo mette in guardia, suggerendo di lasciar perdere le 325 pagine più fotografie, perché «dal punto di vista pratico è un dizionario totalmente inutile». Ma poi saggiamente riporta il lettore curioso ai suoi doveri perché «questo dizionario è assolutamente necessario». Molti di questi film nei film si dissolvono nello spettatore superficiale, però qualcuno lo si ricorda anche se nebulosamente: per esempio La rosa purpurea del Cairo dentro il film di Woody Allen dallo stesso titolo (1985), anche perché l’attore del film vero, Jeff Daniels, è lo stesso del film finto, che col nome di Gil Sheperd esce dallo schermo per essere Tom Baxter che incontra la spettatrice innamorata Mia Farrow. Detto così, ed è così, non è chiaro: ma il Dizionario ci racconta alla perfezione il non film, dalla data, 1935, alla volutamente stupidissima trama d’epoca. C’è chi ricorda addirittura con il massimo piacere il film vero Ed Wood di Tim Burton con Johnny Depp, 1994, cinebiografia di un vero regista di Hollywood anni Cinquanta, appunto Ed Wood, autore di sgangherati film di mostri a costo zero: ma Anile lo ha escluso secondo le tante regole rigide della sua opera tra cui quella che rifiuta la ricostruzione di film esistiti anche se perduti.
Invece un’ammirevole tempismo gli ha consentito di inserire l’inesistente I quattordici pugni di Mc-Cluskey, definito «un film bellico da popcorn con i classici nazisti inamidati e gli angloamericani scanzonati e una intrepida partigiana italiana» chiamata Virna Lisi: il che dimostra come i film fantasma possono nutrirsi di fantasmi. Protagonista l’inesistente attore Rick Dalton interpretato da Leonardo DiCaprio, talmente esistente da essere anche il protagonista del film reale, che è poi C’era una volta… a Hollywood di Tarantino, 2019, appena arrivato sui nostri schermi.
Non si vuole sapere quante migliaia di opere abbia visto e rivisto il cinquantenne studioso Anile, autore di pregevoli cinesaggi tra cui cinque dedicati a Totò, nel temerario scopo di scovare i film contenitori di film, per poi scartare tra questi una quantità perché non del tutto all’altezza del suo progetto rigoroso. 390 film inesistenti adesso esistono, muniti di critica e persino del giudizio semplificato nelle antipatiche stelline: e chissà che prima o poi si materializzino per la volonterosa ingordigia di qualche produttore. È ovvio che sarebbe poco elettrizzante sfogliare le pagine una di seguito all’altra come se si trattasse di un romanzo: meglio guardare subito le ultime che in ordine alfabetico elencano i film veri, contenitori dei fantafilm che compongono il dizionario. L’avventuroso viaggio nel buio di una impresa, necessaria o inutile, può essere intrapreso dai più severi accademici e dai semplici simpatizzanti. I primi partiranno da Wim Wenders e dal suo così definito metafilm Lo stato delle cose nel cui sottofilm, Survivors, si pronuncia la fatidica frase che ha finito per diventare “uno slogan semiotico”, cioè “le storie esistono solo nelle storie": da cui una catena di saggi di massima profondità.
Chi invece vuole solo divertirsi è meglio si affidi alla fortuna come fosse una lotteria, pescando qua e là, poco alla volta. Ecco Kameraden, 1942, trama: la popolana Maria si innamora dell’ufficiale tedesco Franz, la guerra li divide ma lei decide di aspettarlo, lui pur mutilato ritorna… Giudizio: gracilissimo melodramma di propaganda italo- tedesca, voto *½. Il film si vede in Telefoni bianchi di Dino Risi, 1975.
Ecco Il primo desiderio. Trama: Salvador insegna a leggere e scrivere a un aitante imbianchino ricevendone la prima decisiva folgorazione erotica… Giudizio: Sentimentale senza mai essere dolciastro, gay oriented… voto ***. Appare in Dolor y Gloria di Pedro Almodovar, 2019.
Ecco, ancora, Romeo in pallone, 1910, b/n, muto. Il giovane esploratore olandese Romeo ama la conterranea Giulietta ma le rispettive famiglie sono nemiche da generazioni… Giudizio: l’ingenuità del plot e della recitazione è quasi intollerabile… voto **. Si può vedere in Vecchia America 1976 di Peter Bogdanovich.
A questo punto comincio a capire di non riuscire a farmi capire, visto la strenua fatica che faccio io per capire. Eppure da questa lettura nel tempo e per sempre, si è certi di trarne divertimento, anche sapienza, e la prossima volta che vediamo un film con dentro dei film, meglio prendere appunti.