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 2019  novembre 09 Sabato calendario

“VAURO? STAVA ‘MBRIACO FRADICIO, QUELLA MER*A. UN PUPAZZO FATTO DI TAVERNELLO”, MASSIMILIANO MINNOCCI, ALIAS “BRASILE”, SCATENATO A 'LA ZANZARA': “SONO UN CRIMINALE, NON UN FASCISTA. LO VOLETE CAPIRE?". A VAURO HO DETTO: "TI STRAPPO LA TESTA, MA È…” – DAVANTI ALLA LETTERA APERTA DEL VIGNETTISTA (“INCONTRIAMOCI, POTRAI PICCHIARMI O POTREMO PUZZARE DI VINO INSIEME”), ECCO LA RISPOSTA DI “BRASILE” – VIDEO

Ora a #DrittoeRovescio pic.twitter.com/wnBMfov3Zy — Dritto e rovescio (@Drittorovescio_) 7 novembre 2019   Da la Zanzara- Radio 24     Alla fine di una telefonata drammatica a La Zanzara su Radio 24 Massimiliano Minnocci, alias il Brasile, un estremista ultras della Roma, accetta l’invito del vignettista Vauro per un incontro di riconciliazione dopo il duro scontro durante la trasmissione di Rete4 Dritto e Rovescio: “Vi giuro su mia madre ragazzi, ma ho la pelle d’oca. Vauro lo incontro quando vuole. Ci sto. Lo incontro per stringergli la mano”. Poco prima, mentre ancora la lettera di Vauro pubblicata su Facebook non era diventata di dominio pubblico, il Brasiliano lo aveva duramente attaccato per quanto successo durante la trasmissione condotta da Paolo Del Debbio:     “Non è stata colpa mia. Ho parlato per quattro secondi, ho preso parola e poi quella (Francesca Fagnani, ndr) ha cominciato a ride e a dire mò ce manca solo il Brasile. Ma che mi hanno invitato a fare? Se mi invitano parlo”. Poi attacca Vauro: “Questo è venuto faccia a faccia perché stavamo in televisione perché altrimenti per strada gli faccio fare una cagarella a fischio che se la ricorda pe’ tutta a vita…Io gli ho  detto aspetta che finisce la pubblicità che ti strappo la testa ed è scappato. Capito che ti voglio dire? Gli ho detto: aspetta che finisce la puntata, ti strappo in due, è scappato con la sicurezza”.   Ma è una roba da criminali, dice Parenzo: “Io sono un criminale, Parenzo, un criminale, io sono un criminale, non uno di destra, ma un criminale, lo vuoi capì o no? Lo vuoi capì o no? Io sono un fascista, lo volete capire o no?”. “Io non minaccio nessuno – dice ancora – ma tu non puoi fare una cosa del genere. E’ stato quello che puzzava de Tavernello, ha fatto la sparata, gli davo una pizza e lo rimettevo a sede, gli davo una cinquina e lo rimettevo a sede”.     L’istinto era quello, no?: “Ho pensato: mò gli do un mozzico in faccia gli strappo la faccia, ma come faccio? Facevo la fine de Roberto Spada”. “Io non sono un personaggio normale, posso avere tutti i difetti del mondo, sono tatuato, sono un estremista di destra, ma dentro lo studio sono stato aggredito io. Vauro? Quell’eroe che si era bevuto quattro litri di Tavernello, stava ‘umbriaco fradicio, quella merda…Un pupazzo fatto di Tavernello. Puzzava de Ronco. Mi querela? Me fa na pippa”. Poi, quando Cruciani e Parenzo gli leggono la lettera di Vauro, si scioglie.       VAURO Da liberoquotidiano.it   E ora, sui social, Vauro scrive una lettera aperta al Brasile: "Non ti chiamo Brasile, ma Massimiliano che è il tuo nome", premette. Dunque il vignettista aggiunge: "Svastiche effigi di Mussolini... tutto quello che ti sei tatuato sul corpo rappresenta per me (e non solo per me) orrore, schifo, disprezzo". Eppure poi aggiunge: "Ma ti ho guardato negli occhi e oltre l'odio ho visto solitudine, rancore, disperazione e fragilità". E ancora: "Ho pensato a chi non sfoggia orridi tatuaggi ma si presenta in giacca e cravatta. Ho pensato a quanto sia comodo per loro che ci siano persone come te, per nasconderci dietro il loro cinismo, per scaricarle quando è opportuno e gridare al pazzo fanatico e coprire così le loro responsabilità".   Secondo Vauro, er Brasile è un "nemico", ma "un nemico facile grosso, brutto e cattivo. Sei lo spauracchio dei mostri veri, quelli che ti usano". Infine, l'appello del vignettista: "Allora ti dico vediamoci. Potrai spaccarmi la faccia, la tua stazza te lo permette. O potremmo parlare cenando assieme, così poi puzzeremo di vino tutti e due". Dunque, la conclusione: "Questa lettera è pubblica come lo è stato il nostro scontro. Ma il nostro incontro, se vorrai, sarà privato, senza telecamere né conduttori, io e te. Non è una sfida, è un invito", conclude un sorprendente Vauro.