la Repubblica, 8 novembre 2019
Il Touring Club compie 125 anni
La ruota di bicicletta nel simbolo ricorda ancora i ciclisti viaggiatori che 125 anni fa fondarono l’associazione, per contribuire a far conoscere l’Italia e così «fare gli italiani», come auspicava Massimo D’Azeglio. I 57 milanesi, rappresentanti di una borghesia imprenditoriale con contatti all’estero e aspirazioni culturali, che l’8 novembre del 1894 all’albergo degli Angioli fecero nascere il Touring club italiano avevano già una visione a lungo termine. Tuttavia non avrebbero potuto immaginare che il Tci sarebbe diventato la cartina di tornasole dell’evoluzione del turismo nel nostro Paese e avrebbe poi dovuto cambiare la sua missione, mantenendo i suoi principi.
Le attività del Touring sono andate di pari passo con lo sviluppo turistico dell’Italia, ma ora questo sviluppo è a una svolta, perché il ruolo fondamentale di mediatori e facilitatori, svolto un tempo dalle associazioni e dalle agenzie di viaggio, è stato soppiantato dalla mole infinita di informazioni disponibile su Internet. Così, «da una decina di anni il Touring Club Italiano non intende essere un attore del turismo, quanto piuttosto un protagonista del sistema Italia», si legge nella introduzione del volume Prendersi cura dell’Italia bene comune, edito per celebrare i 125 anni. «L’approccio al turismo del futuro che emerge dalle attività oggi svolte dal Touring Club Italiano non può prescindere da due aspetti fondamentali: territorio e responsabilità», scrive Mara Manente, consigliere del Tci e docente del Centro internazionale di studi sull’economia turistica di Ca’ Foscari.
Nel 1911 il club organizzava per i suoi soci un soggiorno a Madesimo per sciare, dando il via alla prima settimana bianca. Due anni dopo, sempre con la convinzione che gli italiani dovessero conoscersi e confrontare le differenti esperienze culturali, il Tci promuoveva e organizzava le prime gite scolastiche. Quando nelle vacanze italiane arrivano le colonie estive il Touring pone il suo suggello anche in questo ambito, inaugurando nel 1921 il “Villaggio alpino”, una colonia per bambini orfani di guerra o bisognosi, che continuerà la sua attività fino agli anni ‘80 del Novecento.
Il campeggio, altro caposaldo del turismo interno e dall’estero, tanto popolare nell’Italia degli anni Settanta, ha mosso i primi passi nel 1922 con i campeggi temporanei in montagna organizzati dal Club, ai quali sono seguiti quelli marini nel secondo Dopoguerra. Il grande impulso al turismo dato dalla nascita delle Aziende autonome di cura e soggiorno nel 1926, dalla concessione delle ferie retribuite del 1927 e dall’istituzione dei “treni popolari” con lo sconto del 50 per cento per le comitive del 1931 si riflette nella pubblicazione, nel 1932, della Guida pratica ai luoghi di soggiorno e di cura d’Italia del Touring, uno dei tanti prodotti editoriali che, oltre ad essere bussole per viaggiare, sono stati utili per mappare il Paese quando si è dovuto, per esempio, realizzare la “Carta del rischio” per tutelare il patrimonio culturale.
La consapevolezza che si dovesse passare dal viaggiare nei luoghi a occuparsi dei luoghi è arrivata già nel 1967, quando in collaborazione con Italia Nostra il Tci ha organizzato la mostra “Italia da salvare”, contro la distruzione del paesaggio italiano. La sfida dei nuovi media è stata accettata presto, il sito del Touring è andato online già nel 1996 e oggi conta su una comunità digitale di oltre 300mila persone. Due anni dopo, cogliendo in chi viaggia un interesse sempre maggiore per i temi dell’ambiente, prende il via il progetto “Bandiere Arancioni” per certificare la qualità di oltre 240 borghi dell’entroterra e sottolineare l’importanza di portare i viaggiatori verso mete meno battute.
«Quello che da anni il Touring promuove è un modello di turismo personale e non codificato nei consueti schemi – osserva la professoressa Manente – che faccia proprie parole chiave quali sostenibilità e responsabilità, per puntare a una più ampia diffusione della cultura del turismo non solo presso i viaggiatori ma anche verso gli operatori». Il cambio di passo da «attore del turismo a protagonista del sistema Italia» nelle intenzioni del soci del Touring ha perciò tra i suoi obiettivi di organizzare non tanto viaggi o visite, ma iniziative rivolte sia alle istituzioni, sia ai cittadini per sensibilizzare sull’impatto che deriva dal comportamento turistico. Dalle pedalate dei soci fondatori agli itinerari sulle neonate autostrade italiane, per il Touring è ora tempo di intraprendere «una nuova via alla pratica del viaggio e della vacanza».