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 2019  novembre 07 Giovedì calendario

Periscopio

La manovra? Scritta sotto la quercia del Tasso. Dino Basili. Uffa news.Capre che non siete altro! Essendo sabato, invece di andare in orrendi centri commerciali per comprare orrendi capi d’abbigliamento realizzati in Cina, visitate un museo! Vittorio Sgarbi (Alessandro Gnocchi). Il Giornale.
Se voglio gustarmi un italiano raro, ossia risentire «negri», «froci», «zingari», devo rivolgermi a Vittorio Feltri (classe 1943). Camillo Langone. Il Foglio.
A gennaio votano Calabria ed Emilia-Romagna, e ci metterò l’anima che vinca il cambiamento. Infine, in primavera sarà la volta della Toscana, e poi andiamo a votare a livello nazionale e torniamo al governo dal portone principale. Matteo Salvini. Marco Cremonesi (Corsera).
G.M. divorzia! G.M. diventerà presto libero. La notizia sta circolando vertiginosamente e le signorine riappaiono come i funghi dopo l’acquazzone. Gabriele Matzneff, Elie et Phaeton, la Table ronde. 1991.
Il mostro, sotto forma di Muro di Berlino, che ha diviso in due una città, un Paese, l’Europa e il mondo, è stato abbattuto. A pensarci oggi, sembra inconcepibile: appena trent’anni fa esisteva una barriera di cemento, pietra, calce e filo spinato per imprigionare le persone e limitarne la libertà di movimento. Una cosa primordiale, nel cuore dell’Europa, che per fortuna non c’è più. Ezio Mauro (Pietro Visconti). Libertà.
Alle 21 a Roma compaiono all’improvviso. Un cartone, una coperta. Costruiscono le loro tane fuori dalle stazioni, nei controviali, davanti l’ingresso della sala stampa vaticana. I senza dimora, a Roma, sono 8 mila («Una situazione drammatica che però sarebbe persino risolvibile, nel lungo termine, se solo si rifiutasse l’idea di affrontare tutto sempre e solo nell’emergenza», dice Augusto D’Angelo, uno dei responsabili della Comunità di Sant’Egidio). La sindaca Virginia Raggi, come sempre, a quest’ora sarà già nel suo letto. Da qualche giorno, raccontano, ha ripreso a dormire serenamente tra due guanciali caldi. Il suo. E quello che le ha regalato il Pd, nuovo e inatteso alleato. Fabrizio Roncone. Corsera.
Se Bergoglio non sorride più a Conte, Donald Trump è a dir poco furente. Da Giuseppi non ha avuto la mano promessa. Nel famoso «Russiagate» il suo sodale, il generale Gennaro Vecchione, imposto a sorpresa a capo del Dis, ha fatto implodere lo scandalo in una serie di malintesi. L’ultimo, l’aver tentato di minimizzare, anche con l’aiuto del grande fratello Rocco Casalino, i riferimenti all’Italia fatti in conferenza stampa dal Procuratore generale William Barr. Luigi Bisignani. Il Tempo.
La Turchia, dopo un Novecento europeizzante, cessato da tempo, è oggi una media potenza che ha voce in capitolo sui territori del suo ex impero, che fu detto ottomano. Ha lo sguardo fisso a oriente sulle ex colonie arabe della Mesopotamia. A Istanbul si producono le fiction in arabo per i paesi satelliti. La figura di Erdogan, simile a quello di un despota erodoteo, rappresenta visivamente il ritorno alle origini. Giancarlo Perna. LaVerità.
Che rapporto ha con «lui», moravianamente parlando? «Non sono così assiduo nella conversazione con il mio «minore», perché mi comporta una serie di complicazioni. Col tempo, il sesso prende una strada, il cuore un’altra». Renato Zero, cantante (Roberto Gobbi). Sette.
Dopo il Genova, più niente, zero. Vedi, forse il fatto di essere stato commissario tecnico della nazionale mi ha estromesso dal giro dei club. Una cosa più meno simile è accaduta a Claudio Gentile dopo la sua esperienza in azzurro con l’Under. Mi pare che anche lui non abbia agenti a rappresentarlo. Cesare Prandelli, allenatore (Marco Bernardini). Calciomercato.com.
I romanzi dell’Ottocento rispondevano a uno schema che rifletteva una netta separazione tra mondo maschile e femminile. Nella letteratura dell’Ottocento, i moti dell’animo femminile appaiono difficili da comprendere, perciò li si incasella in stereotipi precisi: fragilità, scompenso emotivo e isteria, restituiscono un quadro psichico prevedibile. Ma che cosa fosse la donna sotto queste manifestazioni, quale dolore reale le accompagnasse non era dato sapere. Anche il popolo delle donne era stato in qualche modo cancellato. Antonia Arslan, autrice di La masseria delle allodole (Antonio Gnoli). la Repubblica.
Sono cresciuto in quartieri devastati dall’alcol, dove mettevano le bombe nei locali e la gente moriva per strada. Ogni giorno c’era una tragedia ma la gente si sforzava di vivere. La cosa sconvolgente è che queste tragedie facevano parte della nostra vita. Non c’è mai nulla di drammatico nelle uccisioni che vediamo fare a Frank. E non dimentichiamo che Sheeran aveva fatto la guerra: 411 giorni di battaglie in Italia, Anzio, Salerno, Montecassino. Chi sei quando torni a casa? Pensiamo ai soldati che oggi tornano dall’Afghanistan e in tantissimi si suicidano. Non sto giustificando quello che fece Frank, sto cercando di capire. Martin Scorsese, regista (Paolo Mereghetti). Corsera.
Oggi pur di vincere il premio Pulitzer si pubblicano scatti ignobili. Una sera ero a casa di un grande poeta italiano, di cui per delicatezza taccio il nome. Lavorava al lume di otto candele appoggiate su un vassoio d’argento e scriveva con la stilografica su una carta speciale. Arrivarono due miei colleghi. Illuminarono la stanza con fari come quelli di Cinecittà e gli ordinarono: «Professore, deve sdraiarsi sul suo scrittoio, come se fosse un letto». Lui obbedì. Avevo le lacrime agli occhi. Giorgio Lotti, già fotografo di Epoca, 82 anni (Stefano Lorenzetto). Corsera.
L’inetto generale e quadrunviro Emilio De Bono viene sostituto al. Comando delle truppe civilizzatrici dal generale Badoglio. L’Italia tira un sospiro di sollievo: con Badoglio siamo al sicuro; ha conquistato il Sabotino nella guerra Quindici-Diciotto, è piemontese ed è un provetto giocatore di bocce. In fondo, di questi quadrunviri, di questi consoli che comandano quadrate legioni, di queste sciarpe littorie ci si fida poco; un certo buon senso ci fa preferire generali magari mediocri sul campo di battaglia ma imbattibili bocciofili. Franco Monicelli, Il tempo dei buoni amici. Bompiani. 1975.
Il malato di nervi è più sensibile degli altri; risente più delle avversità e delle gioie della vita. Di qui i suoi calcoli sbagliati e i suoi scompensi pratici, la sua inferiorità nelle lotte della vita di fronte ai rozzi, ai forti, ai calmi, ai prudenti, ai finti. Giuseppe Prezzolini, L’italiano inutile. Rusconi libri, 1994.
Crisi di governo: il risveglio degli zombi. Il ritorno degli avvoltoi, delle puzzole, dei camaleonti. Roberto Gervaso. Il Giornale.