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 2019  novembre 06 Mercoledì calendario

I conti di Tod’s non sono più buoni

I conti dei primi nove mesi del 2019, che saranno svelati stamane dal gruppo Tod’s, sono molto attesi dal mercato. Si vedrà se il gruppo posseduto dalla famiglia Della Valle sarà stato in grado di recuperare quei 6 milioni di euro di perdite nette fatte segnare nei primi sei mesi dell’anno. Quel rosso nel bilancio ha macchiato per la prima volta i conti del marchio della moda del lusso, per anni una vera e propria macchina da soldi, capace di realizzare abitualmente utili netti ogni anno per oltre 100 milioni, più del 10% del fatturato. Ma quegli anni paiono ormai lontani e non facilmente replicabili.
Nei fatti la Tod’s dopo più di un decennio di marcia trionfale nei profitti e nei prezzi di Borsa, viaggia ormai a passo di gambero. Almeno a partire dal 2015 quando la progressione si è arrestata ed è cominciata una lunga e inesorabile frenata. Nel 2018 il gruppo calzaturiero di Diego Della Valle ha realizzato utili per 47 milioni, la metà del carico di profitti fatti segnare fino al 2015. Da allora i ricavi sono scesi di 100 milioni in tre anni, pari al 10% del totale e inevitabilmente anche i profitti si sono dimezzati. Ora il primo rosso a giugno di quest’anno che verrà probabilmente recuperato nella seconda parte dell’anno, ma che lascia intravedere un’intera annata ancora in decelerazione.
Il consenso degli analisti vede infatti i ricavi scendere a poco più di 900 milioni (dai 950 milioni del 2018) e i profitti tornare positivi per poco meno di 10 milioni di euro, ben lontani da 47 milioni del 2018 e distanti anni luce dai 93 milioni realizzati nel 2015. Parabola discendente quindi per il gioiello di Diego Della Valle. Da Tod’s dicono che la ragione sono i maggiori costi e i maggiori investimenti per la crescita futura. Sarà, ma nel caso del passivo di giugno pesano anche e soprattutto svalutazioni per 68 milioni di euro. E gli effetti della battuta d’arresto si sono visti anche a monte. La Diego Della Valle srl, una dei due forzieri della famiglia marchigiana che possiede il 9,6% di Tod’s ha dovuto svalutare per 66 milioni nel 2018 il valore della partecipata. Tiene invece il resto del capitale, il 50,3% di Tod’s detenuto dall’altra holding la Di.Vi finanziaria dove il valore di bilancio di Tod’s è di soli 386 milioni, pari a un valore per azione di 24 euro. Ma sono lontani i tempi quando Tod’s quotava oltre 130 euro e che rendeva la plusvalenza insita formidabile.
Oggi il titolo veleggia poco sopra i 42 euro, un terzo dei suoi massimi storici. Certo Tod’s resta un affare d’oro per i Della Valle. La loro quota in Borsa vale comunque una cifra vicina ai 900 milioni di euro, il doppio sui valori di carico nelle holding dell’imprenditore marchigiano. Stella appannata quella di Tod’s, ma che non mette più di tanto in ombra ricchezze e potere di Diego Della Valle e di suo fratello Andrea. Hanno trovato un’exit strategy
per la Fiorentina, costata parecchi milioni negli anni. In carico per 90 milioni nella Diego Della Valle srl è stata ceduta per oltre 130 milioni a Comisso. L’ultima perdita è stata per 14 milioni nel 2018. E come non dimenticare i colpi più da finanziere che da industriale di Della Valle che riuscì a vendere Saks dopo tre anni dall’acquisto incassando una plusvalenza da 150 milioni. O anche le operazioni più fruttuose per le holding di famiglia come la vendita di Roger Vivier alla stessa Tod’s che fruttò nel 2016 oltre 400 milioni di incasso. Ma mentre Tod’s si appannava ecco il colpo grosso, uno degli affari della vita per Della Valle: la vendita di Ntv, il treno Italo, agli americani che ha portato in dote l’anno scorso all’imprenditore ben 298 milioni di euro di guadagno. La quota del 17% (è il primo investitore dell’avventura del treno veloce) è costata negli anni solo poco più di 30 milioni di investimento. Ne ha portati a casa 10 volte di più. Uno dei rendimenti più elevati che un’operazione industriale diventata finanziaria ha mai potuto ottenere.
Con quell’incasso prodigioso, l’imprenditore marchigiano ha potuto permettersi l’anno scorso le pulizie di casa. La Diego Della Valle srl ha fatto svalutazioni su quasi tutte le partecipazioni per quasi 100 milioni: 66 milioni sono state le rettifiche su Tod’s; poi 14 milioni è stato l’onere pagato su Interbasic, la società che possiede Schiapparelli; 10 milioni di svalutazioni su Piaggio; 2 milioni sulla Bialetti e 1 milione su Safilo. In portafoglio Diego Della Valle continua a detenere titoli per 48 milioni di euro di Rcs e azioni Mediobanca per 40 milioni di euro, oltre ai 38 milioni investiti su Piaggio dopo le rettifiche di valore in meno per 10 milioni. È il giardinetto delle partecipazioni di peso – cui si aggiunge da sempre la Charme di Montezemolo – negli ex salotti buoni che hanno contraddistinto la vita di Diego Della Valle. Che non ha mai avuto problemi di liquidità. Tuttora tiene oltre 140 milioni investiti in polizze a premio unico a capitale garantito con rendimenti poco sopra l’1,5% annuo. Ogni anno un paio di milioni di euro arrivano in tasca senza correre rischi. Ex re di Borsa del lusso e contemporaneamente investitore iper-prudente per se stesso. Non solo, ma con Tod’s in crisi in Borsa, tocca a Diego Della Valle sostenere il titolo. La sua DDv srl solo nella prima parte del 2019 ha comprato azioni Tod’s per 33 milioni di euro. Per lui, evidentemente, c’è valore in Tod’s, ma se vedete un rialzo magari non è il mercato che sta comprando, ma lo stesso suo patron.