ItaliaOggi, 6 novembre 2019
In Giappone un’app avvisa i turisti che è vietato fare i selfie con le geishe
Il selfie con la geisha è la nuova moda dei turisti occidentali in Giappone. Per tornare a casa con il «prezioso bottino», magari da condividere sui social network, i turisti sono disposti a rincorrere le ragazze per la strada, braccarle mentre scendono dal taxi, avvicinarle quando sono al lavoro nei locali... Una situazione che a Kyoto si è fatta sempre più pesante all’aumentare dei flussi turistici e che in futuro potrebbe diventare un vero e proprio problema, visto che l’impero del Sol Levante sta scommettendo sul turismo: lo scorso anno si è toccata la cifra record di 31 milioni di visitatori (+9% sul 2017) e l’obiettivo è di raggiungere i 40 milioni l’anno prossimo e salire poi a 60 milioni entro il 2030.Come scrive la stampa giapponese servono interventi per educare i turisti e renderli rispettosi degli usi locali. E Kyoto, la città dei mille templi ed ex capitale dell’impero, ha già preso i primi provvedimenti: le autorità municipali hanno vietato le fotografie in alcune zone del quartiere di Gion, pieno di ristoranti esclusivi e... geishe. La misura, come ha raccontato The Guardian, è scattata dopo le proteste dei gestori dei locali, che lamentavano comportamenti molesti da parte dei turisti alla ricerca del selfie perfetto. Il divieto riguarda le strade private e chi viene pizzicato a fare foto, anche attraverso il controllo della videosorveglianza, rischia una multa di 10 mila yen, circa 80 euro. Quando i turisti scorgono una geisha o una maiko (un’intrattenitrice apprendista) in un locale oppure lungo la strada, finiscono per tallonarla e strapparle una fotografia. Un comportamento che infastidisce, oltre alle ragazze coinvolte, anche ai residenti e pubblici esercizi. Così, a fine ottobre, all’ingresso delle strade private di Gion sono comparsi i cartelli che avvertono i turisti del divieto di scattare foto.
Al quotidiano Asahi Shimbun il ristoratore Isokazu Ota ha spiegato come sia impossibile vietare le fotografie su una via come la Hanamikoji, strada storica di Kyoto conosciuta proprio per la presenza di geishe e maiko, mentre il divieto nelle aree private potrebbe giocare proprio un effetto educativo: i turisti sanno che insistere con le foto è contrario alle regole locali.
A dicembre partirà un altro progetto educativo per i turisti, a cui verranno spiegate le buone maniere giapponesi attraverso un’app per smartphone. Quando si avvicineranno a Gion il telefonino ricorderà loro di evitare di scattare fotografie a geishe e maiko senza permesso e senza invadere la proprietà privata. Chissà se funzionerà o se la tentazione sarà troppo forte.