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 2019  novembre 06 Mercoledì calendario

Soria della famiglia mormone dei dei LeBaron

La famiglia colpita dalle strage di ieri in Messico è segnata da una storia di violenza, non solo subita ma in passato anche perpetrata dai suoi membri. I LeBaron sono fondamentalisti mormoni scomunicati dalla Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni perché poligami. Anche se il profeta e fondatore Joseph Smith aveva tra le 30 e le 40 mogli, la più giovane quattordicenne, la poligamia è stata vietata nel 1890 dal Tempio di Salt Lake City in Utah, il Vaticano mormone, dopo durissime pressioni del governo americano. Il rifiuto della poligamia ha aperto le porte all’accettazione dei mormoni in America, ma alcuni gruppi «ribelli», stimati intorno all’1%, hanno continuato a praticarla, rifugiandosi in Messico, in Canada o in enclave più o meno isolate negli Stati Uniti: sostengono che è un ordine divino e che almeno tre mogli sono necessarie per la pienezza dell’esaltazione della vita ultraterrena, come sancito dalla sezione 132 di Dottrina e Alleanze, una delle Scritture. Tra di loro ci sono i LeBaron. 
La presenza dei mormoni in Messico risale al 1886, quando un gruppo di poligami comprò 50mila acri lungo il Rio Piedras Verdes, a 250 chilometri da El Paso, Texas. Alma Dayer LeBaron si trasferì qui nel 1902: c’era un insediamento di 3500 mormoni, Colonia Juarez, ma nel 1944 Dio gli rivelò che doveva comprare un pezzo di deserto a 80 chilometri di distanza e lui piantò fagioli e chiamò quel luogo Colonia LeBaron. Negli anni tre dei suoi sette figli si sono proclamati profeti capaci di riportare la Chiesa sulla retta via abbandonata con il rifiuto della poligamia. Il primogenito, Benjamin, ruggiva in pubblico per provare di essere «il Leone di Israele». Negli anni Cinquanta, bloccò il traffico facendo flessioni in strada a Salt Lake City: arrivato a 200, dichiarò che nessuno poteva superarlo e dunque era lui il messia; fu ricoverato in un ospedale psichiatrico. I suoi fratelli Joel e Ervil emersero come leader. Ervil, attraente e permaloso, sognava di avere 25-30 mogli per ripopolare la Terra; la tredicesima raccontò che stava chiuso per giorni a scrivere Scritture senza lavarsi o radersi, al punto che il sudore puzzava di caffè. Nel 1969 Joel lo cacciò dalla setta per insubordinazione; tre anni dopo un seguace di Ervil ammazzò Joel.
I fedeli di Ervil al confine della California hanno lanciato campagne contro le tasse e i controlli sulle armi; nel 1976 minacciarono Jimmy Carter (troppo liberal) in corsa per la presidenza. Nel 1975 Ervil fu arrestato in Messico ma subito rilasciato (probabili mazzette); nel 1979 fu estradato e condannato all’ergastolo in America, lo trovarono morto in cella. Lasciò 400 pagine, una lista di nemici ai quali per i successivi 15 anni i figli e i seguaci – una gang di ragazzi vittime di abusi da parte dei membri più anziani della setta – diedero la caccia, portando a segno 5 omicidi. Di queste violenze si sono macchiate anche donne del clan come una moglie e una figlia di Ervil. 
Oggi la poligamia è in declino, assicurano i LeBaron. Ma la violenza li perseguita. Si sono opposti ai cartelli della droga, chiedendo di creare una propria forza di sicurezza. Dieci anni fa quando il sedicenne Erick, pronipote del fondatore, fu rapito dalle gang, il fratello Benjamin rifiutò di pagare il riscatto di un milione di dollari, si rivolse alle autorità; in 7 giorni Erick fu liberato. Allora i contadini chiesero a Benjamin di fermare le estorsioni delle gang: i suoi tentativi di aiutarli avrebbero portato alla sua uccisione. Ma i contadini hanno anche accusato i LeBaron di accaparrarsi l’acqua e hanno tentato di distruggere i pozzi illegali della Colonia: i mormoni li hanno cacciati sparando.