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 2019  novembre 02 Sabato calendario

Troppi pochi Pos in Italia

L’attrazione fatale degli italiani per il contante è dura a morire. Qualche segnale di miglioramento si coglie ma, nel confronto internazionale, la moneta elettronica gioca un ruolo secondario nelle abitudini quotidiane: in Europa siamo al ventiquattresimo posto (su 28) nel rapporto tra spese con la carta e il Pil. “Colpa” delle resistenze degli esercenti, ma anche dalla diffidenza dei consumatori verso le carte di pagamento. Per chi si avventura nelle città senza contanti, comunque, la vita può essere difficile. L’inchiesta condotta da Repubblica in nove grandi città e che vedete qui sotto, assegna la sufficienza solo a Milano e Torino.
Nel 2018 il numero di pagamenti senza contante è cresciuto del 6,8% rispetto all’anno prima e il volume complessivo è aumentato del 4,7%, secondo l’analisi dell’Osservatorio sulle carte di credito e i pagamenti digitali curato da Assofin, Nomisma e Ipsos. Nello stesso periodo i Pos – su cui si possono utilizzare le carte di credito e di debito (il Bancomat) – sono cresciuti di 600 mila unità e secondo Bankitalia ormai hanno superato i 3 milioni. Abbastanza per essere utilizzati nella lotta al contante, prevista dalla manovra, ma secondo i detrattori spesso troppo costosi per gli esercenti. E, secondo Confcommercio, non è abbastanza la dotazione fissata dal governo per il credito d’imposta previsto per gli esercenti, a fronte di commissioni vicine al miliardo e mezzo. In parallelo cresce il numero di carte in circolazione: le carte di credito attive sono 14,8 milioni, mentre le carte di debito sono 56,3 milioni e le prepagate 27,5 milioni. Complessivamente, la moneta plastificata nel 2018 è aumentata del 2,7% rispetto all’anno prima (+10,4% le sole carte di credito) e l’usiamo più spesso; in particolare le spese effettuate con il Bancomat tramite Pos sono quasi raddoppiate in dieci anni, mentre lo scontrino medio si è ridotto da 72 a 56 euro. Con la carta di credito propriamente detta (quella tipo Visa e Mastercard) ormai si effettuano un miliardo di operazioni l’anno per un importo di 80 miliardi, anche in questo caso, il valore medio è sceso a 76 euro, il 26% in meno di dieci anni fa. Ma nel confronto internazionale l’Italia resta ancora il fanalino di coda: secondo Nomisma – su dati Bce e Red Book – abbiamo un media pro-capite di 1,4 carte di pagamento (l’anno prima erano 1,3) contro le 4,81 carte pro-capite dei cinesi, le 2,9 degli Usa e le oltre 2 britanniche.