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 2019  ottobre 12 Sabato calendario

La pet-conquista della Cina

«C’è chi recita il requiem per i piccoli imprenditori. Io non ci sto e vado addirittura alla conquista della Cina»: Disma Giovanni Mazzola è l’amministratore delegato di Friulchem, sede a Vivaro (Pordenone). Con la determinazione, l’entusiasmo e quel po’ di azzardo che da sempre contraddistinguono i piccoli imprenditori che hanno fatto la fortuna del made in Italy ha deciso di andare all’assalto del mercato cinese. La particolarità è non solo che non ha paura di quell’immenso paese nonostante la propria piccola dimensione ma soprattutto è la singolare tipologia di prodotto che sta incominciando a proporre ai consumatori cinesi: gli integratori per animali domestici. In Cina, più che negli Stati Uniti, che sono al secondo posto (in Europa la classifica è capeggiata dall’Inghilterra), vi è il maggior numero al mondo di piccoli animali, vezzeggiati più che nei Paesi Occidentali. Il boom ci fu quando il partito comunista impose di non avere più d’un figlio a coppia. Ci si consolò con cani e gatti. La spinta agli animali domestici è continuata e Mazzola è sicuro che i suoi integratori, brevettati senza chimica e solo con sostanze naturali in grado di rafforzare le difese immunitarie e quindi il benessere dei quadrupedi, conquisteranno quel mercato. Spiega: «Abbiamo brevettato una tecnologia che ci consente di offrire all’animale una compressa particolarmente appetibile con all’interno una specifica sostanza mirata al benessere generale dell’animale oppure alla cura del pelo e della pelle, o alle problematiche articolari e muscolari o ancora antistress, per sviluppare la memoria, perfino per l’igiene dentale. Una linea completa di prodotti che i test effettuati hanno dimostrato rispondere appieno alle esigenze anche dei nuovi consumatori cinesi».Del resto l’azienda esporta il 95% del proprio fatturato che ammonta a 16,2 milioni di euro. Si è quotata (a luglio) al listino Aim proprio per raccogliere le risorse per avviare la campagna-Cina. Il trend del salutismo ha contagiato anche quel Paese, coinvolgendo pure gli animali da compagnia: «Anche in Cina chiedono ora prodotti naturali», spiega Mazzola. «Il nostro è una crocchetta realizzata all’esterno con carne ma formulata in modo da preservare le proprietà organolettiche degli ingredienti del nucleo interno al 100% naturali».
Non solo Cina. In questi giorni è stata costituita Friulchem Usa per distribuire gli integratori nel mercato americano, promozionando il prodotto con molto appeal, cioè con l’invito ai consumatori yankee a fare assaporare anche ai loro animali quell’ italian style che negli Usa furoreggia.
Il 38,8% del pacchetto azionario è in mano alla famiglia Mazzola, che l’ha fondata 19 anni fa, il 23,8% appartiene a Friulia, finanziaria regionale. «Abbiamo privilegiato la Cina», continua Disma Giovanni Mazzola, «ma da novembre gli integratori per animali domestici, col marchio Suppleo, saranno in vendita in Italia e in tutta Europa».
In Italia, secondo una recente indagine Assaico-Zoomark, vi sono 7,3 milioni di gatti e 7 milioni di cani che vivono nelle case. Il 53% di chi possiede un animale domestico gli dedica la maggior parte del proprio tempo libero, il 46% viaggia solo se può farlo insieme al proprio amico a quattro zampe, il 36% posta sui social le loro foto. A questo proposito, una curiosità: il New York Times ha scovato il cane più influencer, si chiama Doung the Pug, ha 2,3 milioni di follower e le griffe se lo contendono a 10mila dollari a post promozionale o ad ospitata a un evento.
Per il cibo di cani e gatti gli italiani hanno speso, lo scorso anno, 2,8 miliardi, per l’acquisto di prodotti per l’igiene e integratori la spesa è stata di 71,3 milioni. Quale fetta di quest’ultima torta riuscirà ad accaparrarsi l’azienda di Pordenone?
Essa è attiva anche nel settore degli animali da reddito, con apposite medicine e integratori, e ha appena costituito una joint venture col colosso veterinario giapponese Kyoritsu Seyaku, sedicesimo al mondo del comparto: non male per un made in Italy di nicchia. Del resto il suo fiore all’occhiello è la ricerca: sta mettendo sotto brevetto mondiale un preparato biologico che elimina gli odori sgradevoli provocati dagli allevamenti di maiali. Invece per la pescicoltura sono state ideate microsfere che vengono caricate di farmaci in modalità elettromagnetica in modo da evitare la dispersione del medicinale nell’acqua e quindi la necessità di somministrarne ingenti quantitativi.
«La nostra missione è primeggiare nella ricerca e creare nuovi prodotti», dice Mazzola. «Con queste basi l’agilità di una piccola impresa può fare la differenza. Il sistema imprenditoriale italiano ha tutte le doti per vincere, se poi ci fosse una società consapevole dell’importanza di fare impresa…».
Lei è uno dei pochi che hanno deciso di incominciare a fare l’imprenditore in questi anni tribolati… «È vero», risponde, «l’azienda ha incominciato a operare nel 2000, c’è stato chi mi voleva dissuadere ma io non l’ho ascoltato e mi sono rimboccato le maniche. In giro c’è molta pigrizia, l’Italia avrebbe bisogno di una sorta di elettroshock e potrebbe diventare il primo paese d’Europa. Pensi che io, dopo 19 anni, esporto il 95% di quanto produco. Il fatto è che purtroppo il sogno ricorrente è ancora quello del posto fisso pubblico non di mettersi in gioco per fare valere le proprie capacità».
Il terzo ramo di questa azienda geolocal è quello farmaceutico: lavora sostanze e molecole per le multinazionali del farmaco.
Anche qui vi è un recente brevetto e riguarda i bioreattori, ovvero un metodo di coltura dei microrganismi non con l’usuale sintesi chimica di una molecola ma per via biologica. «In questo modo- dice- miglioriamo le molecole. Così siamo riusciti a ottenere il nostro primo prodotto cosmoceutico, K5 Lipogel, una crema per togliere le macchie scure dalla pelle.
Non abbiamo intenzione di entrare in questo settore ma quando con la nostra ricerca scopriamo molecole con determinate proprietà non ci tiriamo indietro. Così questa crema sta ottenendo molto interesse anche all’estero perché si tratta di un problema finora affrontato con scarsi risultati». È l’Italia che funziona.