La Stampa, 8 ottobre 2019
Il risiko dei rifiuti da Sud a Nord
Avevano organizzato il risiko dei rifiuti. Montagne di immondizia, anche speciale e nociva per oltre 60 mila tonnellate, spostata con centinaia di camion dalla Campania verso una serie di discariche abusive nel Nord Italia. E quando le discariche erano piene, gli davano fuoco. All’origine dell’inchiesta della Dda di Milano che ha portato a 11 arresti, di cui 9 ai domiciliari, proprio uno di questi incendi, quando andò a fuoco il deposito di Corteolona vicino a Pavia, il 3 gennaio dell’anno scorso. Un giro di affari che avrebbe fruttato oltre 1 milione e 700 mila euro solo nel 2018.
Il primo ad essere arrestato mentre cercava di scappare dalla sua abitazione di Erba vicino a Como è Angelo Romanello, 35 anni, originario di Siderno in Calabria, già finito in varie inchieste antimafia, legato a famiglie di ’ndrangheta. In carcere anche Maurizio Bova, originario di Locri sempre in Calabria. Figura centrale dell’organizzazione, Riccardo Minerba. In una intercettazione Minerba dice di Romanello: «È lui che ha in mano tutto». Minerba era riuscito a infiltrarsi nella società SMR Ecologia di Como, soppiantando il titolare, al centro del giro di rifiuti con documentazione falsificata. Quello che gli stava accadendo è lo stesso titolare a spiegarlo a un conoscente in una telefonata intercettata: «Gente che viene casa tua e anche se non ti trova, si mette lì e dice: "Ora io devo mangiare la pastasciutta con te». Metodi mafiosi come si evince anche in un’altra telefonata in cui due pregiudicati calabresi parlano di alcune controversie sui soldi: «Ne parleremo quando saremo a tavola con i cristiani di Platì e San Luca e si vedrà chi ha ragione e chi torto».
I rifiuti provenienti dalla Campania venivano stoccati nelle discariche abusive di La Guzza vicino a Como, a Varedo in Brianza, a Gessate e a Sesto San Giovanni in provincia di Milano. Parte dei rifiuti se non si riusciva a stoccarli in Lombardia, venivano spostati nuovamente verso Sud, in Calabria in una cava a Gizzeria vicino a Catanzaro e alla Cava Parisi di Lamezia Terme «in modo così incurante di ogni regola, da causare la devastazione di un intero territorio». Commenta il ministro dell’Ambiente Sergio Costa: «Questa è un’operazione importantissima: Nord e Sud uniti per smantellare un gruppo di criminali che riempivano di rifiuti del Sud i capannoni del Nord». Stefano Vignaroli, presidente della Commissione Ecomafie guarda agli affari illeciti dietro al traffico: «Anche la criminalità organizzata ha fiutato il business dei capannoni».
Il sospetto è che l’organizzazione avesse trovato una dimensione internazionale. Gli inquirenti stanno passando ai raggi X tutti gli affari di Romanello, in Turchia, in Germania e in Tunisia dove è socio di un cementificio, dove - sospettano gli investigatori - vengono smaltiti i rifiuti secondo nuove modalità. In un’intercettazione con una sua collaboratrice è lo stesso Romanello a confidare: «Mi raccomando questa cosa della Croazia tienila bella calda è...».