Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2019  ottobre 08 Martedì calendario

Andrea che ricorda (quasi) tutto

Si definisce un «atleta della memoria» e in effetti è così, perché Andrea Muzii, romano, 20 anni il 13 ottobre, si allena tre ore al giorno, con cuffie e tappi nelle orecchie per isolarsi e prepararsi alle gare. Ne ha già vinte parecchie, in Italia e all’estero (3 medaglie a Londra solo due mesi fa) ma il suo obiettivo è conquistare l’oro ai prossimi mondiali di Zhuhai, in Cina, a fine novembre e poi puntare tutto su Dubai 2020, ossia le Memoriadi, le Olimpiadi dei campioni dalla memoria di ferro. Sono dieci le discipline dei Giochi: si memorizzano cifre, carte da poker, parole, nomi e volti stranieri sconosciuti, date storiche inventate, addirittura numeri dettati uno al secondo da un altoparlante in sala. Millecinquecento dollari per il vincitore di ogni gara: «Quindicimila dollari, confesso, mi farebbero comodo in caso di en plein», scherza Andrea nella sua casa sulla via Cassia.
In Italia sono 15 in tutto gli atleti della memoria: lui detiene 8 record nazionali e 2 europei. In 24 secondi, per esempio, è in grado di memorizzare un mazzo di carte (52) da poker e in 5 minuti riesce a ricomporlo poi in sequenza tale e quale. In trenta minuti, udite!, impara a memoria ben 17 mazzi per poi, in un’ora, rimettere al suo posto ciascuna delle 884 carte. Roba da matti.
Hanno già iniziato a chiamarlo le televisioni, «ma io non sono una scimmia da baraccone – si schermisce il campione —. Se andrò in tv lo farò soltanto per aiutare un poco chi la memoria invece non ce l’ha». Un nobile proposito per questo giovane studente di Medicina di origini abruzzesi (il suo bisnonno Mario, radiologo, fu sindaco di Pescara dal 1948 al 1951). La sua abilità, dice il ragazzo, gli discende tutta dall’impegno con cui si allena. Però sua madre Cristina, navigatordi professione, racconta che a 2 anni suo figlio già incastrava i puzzle come pochi, a 8 faceva il giocoliere con i cerchi, le palline e le clavette, infine a 16 scoprì il cubo di Rubik e fu la svolta. Ma lui era bravo a risolverlo mica come noi e poiché s’annoiava cominciò a farlo da bendato. Il suo record oggi, a casa, è di 24 secondi: 10 ne impiega per memorizzare le sei facce colorate mentre gliele mischiano davanti agli occhi e poi lui, bendato, ci mette appena 14 secondi per rimettere i colori al loro posto. Non c’è trucco. Provare per credere. Il campione europeo di questo gioco è un altro italiano, si chiama Sebastiano Tronto, ha 25 anni e il suo record è di 19 secondi. Andrea e Sebastiano sono molto amici, quando capita si allenano insieme.
Ma poiché il vero obiettivo di Muzii – l’ha già detto – non sono tanto le Memoriadi quanto aiutare la pensionata vicina di casa – e i tanti come lei – a ritrovare un po’ di memoria, ecco che ora sta progettando, insieme a un altro amico, Alessandro de Concini, un video corso on line su come si acquisiscono certe tecniche di memorizzazione.
Addirittura, per il Corriere, ha preparato qui un decalogo. E allora: allenare il cervello con i cruciverba, leggere è meglio che guardare la tv, meditare 10 minuti in compagnia solo del nostro respiro, affrontare la routine in modo diverso, per esempio facendo un’altra strada per tornare a casa o cambiando ristorante.
E ancora: buttare per sempre il foglietto con la lista della spesa e immaginarsi invece una storiella, prima di andare al mercato, che contenga le uova, il pane e il latte da comprare. Ricordare, poi, i nomi di quelli che incontriamo associandovi un’immagine: «Riccardo-ricco, Camilla-camomilla...». Sapete come ha fatto lui a memorizzare i 17 mazzi di carte da poker? Con il metodo del «palazzo della memoria» e così ha associato ogni singola carta a un dettaglio di un percorso che gli era familiare: lui lo fece mettendo in fila tutte le palme, i bar e i tavoli da ping pong degli stabilimenti che conosceva sul lungomare di Pescara. «Soprattutto però – conclude Andrea – è importante non rassegnarsi pensando di avere una brutta memoria. Ma insistere, provare, non avere paura di sbagliare».
Anche a lui son capitati dei vuoti: «Una volta andai per pagare ma non mi ricordavo il pin della carta di credito. Per memorizzare i numeri, il metodo migliore è quello di convertirli in lettere, ma io non l’avevo fatto». E allora? «Pagai in contanti».