Scrive: "Quando fai spiccare il volo a una donna lo fai spiccare all’umanità intera".
«Secondo l’economista Marylin Waring se il lavoro femminile svolto in casa venisse pagato, sarebbe il principale settore dell’economia globale. Le donne lavorano mediamente sette anni più degli uomini senza ottenere nulla. Eppure in sette anni si può prendere una laurea, si può avviare un’attività. Migliorare la vita delle donne significa migliorare quella della famiglia e di conseguenza, dell’intera comunità e dunque del mondo».
Lei fa un esempio privato: convinse Bill ad accompagnare vostra figlia a scuola… «Anche nel nostro matrimonio privilegiato, pieno di aiutanti, abbiamo dovuto imparare ad essere uguali. E un passo fu la decisione che Bill avrebbe accompagnato nostra figlia Jenn a scuola, a 40 minuti da casa, un compito fino ad allora svolto da me. Dopo qualche settimana, altri padri fecero lo stesso: "Abbiamo detto ai nostri mariti che se Bill Gates può accompagnare la figlia a scuola, potevano farlo anche loro. Hanno capito"».
Perché considera il tempo guadagnato dalle donne la via per evolvere la società?
«Lì dove le donne hanno spazio aumenta il livello di istruzione e quello imprenditoriale: calano la violenza, la fame, la povertà. Diritti femminili e società più sana viaggiano di pari passo e in questo senso, è cruciale la pianificazione familiare: decidere quanti figli avere e quando. L’ho visto in tutto il mondo: nessuna società cresce se non si parte da quello».
Ci parli meglio di questo suo impegno.
«Il libro è solo il primo passo di una campagna appena lanciata su cui investiamo un miliardo di dollari: "Equality can’t wait", l’uguaglianza non può attendere. Partiamo dagli Stati Uniti per poi allargarla al resto del mondo. Si articola su tre punti. Smantellare gli ostacoli al progresso professionale delle donne. Monitorare l’impatto femminile nel settore tecnologico, pubblico e dei media. Mobilitare consumatori e azionisti affinché facciano pressione sulle aziende meno aperte in tal senso. Il tutto, appoggiato a progetti di pianificazione familiare».
Lei è cattolica. Come concilia fede e impegno a favore di contraccezione e aborto?
«Gravidanze anticipate, tardive o troppo frequenti continuano a provocare milioni di morti. Non deve accadere più. Ho fatto i conti con la mia fede e capito che a spingermi è la mia coscienza. Non possiamo cambiare le cose senza partire dai contraccettivi».
Lei e suo marito Bill siete da anni sul podio dei Paperoni globali. Cosa vi spinge a occuparvi dei problemi del mondo?
«Le nostre famiglie non erano ricche: hanno lottato per farci studiare e fin da piccoli ci hanno insegnato quali doveri avevamo verso la comunità. Quando ci siamo sposati, siamo partiti da questa base comune. Siamo arrivati fin qui non solo perché abbiamo lavorato duro, ma grazie a una buona dose di fortuna: ci siamo trovati nel posto giusto al momento giusto. Averne coscienza ci permette di non dare nulla per scontato».
Dite che chi ha di più deve pagare più tasse: una posizione, qui negli Stati Uniti, non proprio popolare…
«Chi fa fortuna in America spesso ha beneficiato di buone università, tecnologia, infrastrutture. Se di queste cose fruiscono solo i ricchi il Paese non cresce. Chi ha di più deve pagare più tasse per assicurare il futuro alle prossime generazioni».
Oggi al Congresso degli Stati Uniti la presenza femminile è da record. Vede una presidente donna nel prossimo futuro?
«La presenza femminile è aumentata, ma c’è ancora grande sproporzione. Il Paese, però, è sicuramente pronto a una donna presidente. Spero di vederla presto. Allora sì che scriveremo la Storia».